Benevento. Ospiti di uno Sprar ripuliscono la citta': "Ci sentiamo beneventani"

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Ospiti di uno Sprar ripuliscono BeneventoOspiti di uno Sprar ripuliscono Benevento

Hanno ricevuto più insulti che complimenti un gruppo di ragazzi extracomunitari, ospiti di uno Sprar di Benevento che volontariamente si sono dati da fare per ripulire dalle erbacce i marciapiedi di Via Pietro Nenni.

Le cronache di questi giorni riempiono le colonne dei giornali con episodi negativi in cui sono coinvolti degli stranieri. Due ladri rumeni arrestati in Valle Telesina, un nigeriano ubriaco che aggredisce i Carabinieri... Ma poi vi sono episodi, come quello di questa mattina di cui è stato testimone ilQuaderno.it, in cui viene confermato l'adagio che non si può generalizzare, non si può sempre fare di tutt'erba un fascio, e ci riporta alla memoria di quanto gli emigrati eravamo noi italiani, nsultati in USA, Svizzera o Germania, additati come "macaron" o "mafiosi".

A guidare il gruppetto di improvvisati netturbini Abraham Okeh (Nigeria), in Italia da quattro anni che gli altri vedono come leader del gruppo, anche se lui si schernisce. "Perché abbiamo deciso di ripulire la strada? Perché abbiamo visto che da Viale Mellusi è tutto sporco e poi perché io mi sento beneventano". Abraham studia Biologia e con un ottimo italiano parla anche per gli altri, un po' intimoriti nel rispondere alle domande. "Non rispondono perchè siamo stati insultati, hanno timore. Una signora è passata ed ha aggredito verbalmente uno di noi dicendogli che ora Salvini ci rimanderà tutti a casa". Abraham lo dice senza risentimento, fa capire che non raccolgono le provocazioni e dice chiaramente che il loro è un gesto spontaneo, non cercano pubblicità. Infatti è stato un caso che il cronsita del Quaderno si sia trovato a passare e incuriosito si è avvicinato al gruppo per fare delle domande.  "Forse - aggiunge - pensano che se stiamo qui a ripulire veniamo pagati e questo li irrita, ma non è così".

E l'attrezzatura? Chiediamo, notando l'uso di un decespugliatore e una carriola piena di accessori oltre a pale e ramazze usate dai ragazzi. "C'e l'ha prestata un signore che ci conosce", risponde Abraham. A lui pare non piacere parlare molto di chi li ha insultati, non ci si sofferma molto, sorvola, gli piace invece ricordare i segni di amicizia. Come il beneventano che lo ha accolto ed ospitato 4 anni fa e che chiama "mio fratello".

"L'integrazione? Come mi trovo qui? Benissimo - risponde con orgoglio - io mi sento beneventano". Proviamo a fare qualche domanda agli altri, ma si scherniscono, non vogliono parlare di come sono arrivati qui né cosa li abbia spinti. Sono tutti ospiti di uno Sprar cittadino che ha sede nelle vicinanze, ecco perchè i ragazzi si sentono del quartiere.  Edrissa Toray ed Emmanuel Sunday  sono anche loro della Nigeria, mentre Adjei kyeremeh Raymond viene dal Ghana, Ahmed dall'Egitto, Musa dalla Costa D'Avorio, poi c'è Mahadi, di cui non sappiamo la nazionalità.

C.C.C.



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