IMU Tasi: con il saldo del 17 dicembre pagheremo 10,2 miliardi

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Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati), dovranno presentarsi alla “cassa” per il saldo dell’IMU/TASI. Un salasso da 10,2 miliardi. E' quanto emerge da uno studio diffuso dalla Uil Avellino/Benevento.

Con il saldo del 17 dicembre, secondo la Uil Avellino/Benevento, il conto complessivo dell’IMU/TASI sarà di 10,2 miliardi di euro (20,4 miliardi di euro il conto totale).  Il costo medio complessivo dell’IMU/TASI su una “seconda casa” ubicata in un capoluogo di provincia sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di dicembre), con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Mentre se si prendono in considerazione i costi dell’IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro con il saldo), con punte di oltre 6 mila euro.

Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l’IMU/TASI con l’aliquota delle seconde case con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con il saldo), con punte di 110 euro annui. La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra IMU e TASI ammonta al 10,1 per mille, e in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo), è stata confermata “l’addizionale TASI” (fino ad un massimo dello 0,8 per mille), introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille. Sono questi i dati che emergono dal Rapporto IMU/TASI 2018 elaborato dalla UIL - Servizio Politiche Territoriali.

Il costo dell'IMU/TAsi  delle seconde case nelle città capoluogo

Secondo i risultati del rapporto il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro; a Benevento 1.248 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro. 

Il costo delle seconde pertinenze

Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euro annui (81 euro per una cantina o 139 euro per un box-posto auto); a Milano 99 euro annui (76 euro per una cantina, 122 euro garage o posto auto); a Bologna 96 euro annui (68 euro per una cantina, 123 euro per un garage); a Firenze 95 euro annui (67 euro per una cantina, 122 euro per un garage); a Napoli 95 euro annui (67 euro per una cantina, 123 euro per un garage); a Benevento 57 euro annui (29 euro per una cantina, 84 per un garage).

Le aliquote

Stante il blocco delle aliquote anche per l’anno in corso le stesse non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi. In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione e, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno.

18 Città hanno confermato l’addizionale della TASI sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’IMU (10,6 per mille).

In particolare Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona, hanno scelto l’aliquota dell’11,4 per mille; Macerata l’11,3 per mille; Terni e Siena, l’11,2 per mille; Lecce, Massa e Venezia l’11 per mille; Agrigento il 10,9 per mille; Caltanissetta il 10,7 per mille.

Altre 70 Città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari e Benevento.

Il Governo ha deciso per il prossimo anno di eliminare il blocco delle aliquote dei tributi locali e dopo tre anni di sostanziale blocco all’orizzonte si profila un aumento della pressione fiscale a livello locale che potrebbe interessare, oltre le Addizionali IRPEF, anche l’IMU/TASI in oltre 6 mila Comuni.

Per questo motivo la UIL ha sollecitato Governo e Parlamento affinchè sia mantenuto anche per il prossimo anno il blocco delle aliquote e lavorare parallelamente per riprendere il cammino interrotto e completare il sistema della finanza locale, nel quadro più complessivo del riordino fiscale nazionale.

Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto Uil Av/Bn“Negli ultimi anni, dall’abolizione della TASI sulla prima casa in poi – osserva Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) -, stiamo assistendo a un ritorno della finanza derivata costituita dai trasferimenti dallo Stato ai Comuni, con l’effetto che questi trasferimenti restando inalterati negli anni, per effetto della cosiddetta spesa storica, fanno correre il rischio di ingessare i Bilanci degli Enti Territoriali. In particolare, sulla tassazione immobiliare, venendo meno il concetto di tassa sui servizi, va semplificato il meccanismo riunendo in un’unica imposta l’IMU e la TASI. Occorre completare – conclude il sindacalista - la revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non dovrà significare maggiori prelievi ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili”.



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