La Diocesi di Cerreto dichiara lotta alle Slot, il TG1 a Bucciano. Regolamento firmato gia' da due comuni

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L’allarme, IlQuaderno.it lo lanciò nel dicembre del 2017 quando analizzò i dati emersi dal lavoro d'inchiesta dei quotidiani locali Gedi e del Visual Lab in collaborazione con Dataninja.

Ieri il TG1 con Vittorio Romano è stato a Bucciano per un servizio sul gioco d’azzardo e il record per un comune di 2mila abitanti di soldi spesi (1.5mln di euro) all’interno delle slot machine. (Vai al servizio video del TG1)

L’allarme, IlQuaderno.it lo lanciò nel dicembre del 2017 quando analizzò i dati emersi dal lavoro d'inchiesta dei quotidiani locali Gedi e del Visual Lab in collaborazione con Dataninja che hanno Incrociato i dati di popolazione (Istat), reddito (Mef) e raccolta gioco (Aams).In Campania, secondo quel lavoro, erano 662,5, in media, gli euro procapite spesi per le giocate, mentre sono oltre 7 le slot machine presenti ogni 1000 abitanti. In Italia invece spesi per il gioco, erano stati 95 i miliardi di euro gioco (gratta e vinci, lotterie, lotto, superenalotto, scommesse sportive, totocalcio, totogol, macchinette, ippica, bingo, gioco online). Di questi, circa 50 miliardi erano finiti in slot e Vlt (Video Lottery Terminal, evoluzione delle slot NDR - circa 400mila quelle attive). Insomma, la ludopatia in l’Italia cresce sempre di più. La regione che aveva giocato di più alle slot – secondo quell’analisi – era stata la Lombardia, la Campania, invece, risultava quinta in classifica. I suoi 5 milioni 839mila abitanti hanno speso 3 miliardi 868 milioni.

IlQuaderno.it, si chiese però: quanti erano i soldi bruciati nel gioco nei comuni del Sannio. A Benevento, all’epoca, erano presenti 456 apparecchi (tra slot e vlt) e le giocate complessive erano aumentate rispetto al 2015-16 dello 0.2%. Su un reddito di poco superiore ai 18mila euro, l’incidenza delle spesa per il gioco è del 4% e le giocate complessive nel 2016 hanno raggiunto i 41,85 milioni di euro. A Montesarchio invece la giocata procapite annuale nel 2016 era stata pari a 897 euro per un totale di 12milioni di euro. L’incidenza sul reddito (14.554€) era stata del 6%. A Sant’Agata de’Goti dove il reddito imponibile nel 2015 era pari a 13.130€ la giocata procapite annuale era stata di 494€ per un totale di 5.53milioni di euro con una incidenza del 4%. A Telese Terme, nel 2015 reddito imponibile di 17.646€ la giocata procapite nel 2016 era stata di 1989€ (per un totale di 15,13milioni di euro di giocate complessive) con una incidenza sul reddito dell’11%. Anche a San Salvatore Telesino si guadagna poco ma si gioca tanto con un tasso che va oltre la media nazionale. Infatti se il reddito imponibile nel 2015 è stato di 14.147€ la giocata procapite nel 2016 ha raggiunto 1041€ con una incidenza di spesa del 7% per un totale di giocate complessive di 4.19milioni di euro. A Faicchio il reddito imponibile nel 2015 era stato di 11.726€, con una giocata procapite nel 2016 che ha toccato quota 749€ ed una incidenza del 6% ed un totale di giocate complessive pari a 2.74milioni di euro. A Cerreto Sannita che nel 2015 aveva un reddito di 13503€ la giocata procapite nel 2016 è stata di 211€ (incidenza del 2%) per un totale di 831,98mila euro. A San Marco dei Cavoti dove nel 2015 il reddito imponibile era di 12.636€ la giocata procapite nel 2016 aveva raggiunto i 1695€ con una incidenza del 13% ed un totale di giocate complessive di 5.67milioni di euro. A San Bartolomeo in Galdo nel 2015 il reddito imponibile era di 10.898€, nel 2016 la giocata procapite aveva toccato quota 1049€ con una incidenza del 10% ed un totale di giocate complessive di 5,02milioni di euro. A San Giorgio del Sannio la giocata procapite nel 2016 era stata di 1309€ con una incidenza dell’8% su un reddito imponibile nel 2015 di 17.078€, il totale complessivo delle giocate invece è stato di 13,15milioni di euro. Ad Airola l’incidenza sul reddito era stata del 4% (nel 2015 il reddito imponibile era di 15.920€) per un totale complessivo di giocate di 4.96milioni di euro ed una giocata procapite di 592€. A Morcone l’incidenza di spesa sul reddito(nel 2015 era di 12.702€) era stata del 5% con una giocata procapite di 595€ ed un totale di 2.92milioni di euro.

In prima linea per combattere il problema del gioco d’azzardo: la Chiesa. Negli anni scorsi la Caritas di Benevento aveva anche avviato la campagna No Slot mentre l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca aveva definito la ludopatia una “schiavitù” ed aveva parlato di “un vuoto legislativo, perché – nonostante i fatti dimostrino la pericolosità del fenomeno – poco o nulla si è fatto, finora, per arginarlo da parte del potere legislativo, lasciando a chi tocca raccogliere i cocci, vale a dire alle istituzioni più vicine al territorio, di adoperarsi ciascuno come può per fronteggiare il pericolo. Questo vuoto è sicuramente il primo dato che emerge, e fa paura, perché estremamente pericoloso”.

Chi è andata oltre, è stata la Caritas della diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti e l’azione del vescovo locale mons. Domenico Battaglia lo scorso anno, a pochi giorni dal Natale, riunì i sindaci e progettò una linea comune che fu poi concretizzata nel febbraio scorso con la firma, da parte di tutti i sindaci del territorio e ASL, del protocollo d’intesa per la lotta al gioco d’azzardo. L’obiettivo, però, andava ben oltre una semplice firma, ed era quello di avviare un percorso di condivisione e collaborazione ed elaborare un piano comune di azione per dare risposte ai cittadini del territorio. Insomma, il valore della firma apposta sul protocollo d’intesa aveva un valore altissimo ed impegnava tutti i soggetti, in maniera integrata e sistemica, ad avviare un’azione di contrasto armonica nei confronti di questo problema, attraverso una regolamentazione dello stesso e un farsi carico da parte della Diocesi e dei comuni. L’opera vedeva non solo la realizzazione di azioni educative e di prevenzione e sensibilizzazione, ma anche l’istituzione di un osservatorio strutturato che potesse coordinare tali azioni e monitorare il fenomeno attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al gioco d’azzardo sul territorio.

“Oggi – dichiarò nell’occasione mons. Battaglia – abbiamo intrapreso un percorso e in questo percorso giocano un ruolo fondamentale la testimonianza e la credibilità. Solo partendo da questo potremmo costruire speranza e lottare non solo contro l’azzardopatia, ma anche contro le altre dipendenze, contro le illegalità diffuse, contro la criminalità organizzata e contro il disagio sociale. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per far diventare la responsabilità, corresponsabilità. È chiaro che non basta sottoscrivere i protocolli d’intesa, ma bisogna poi fare i passi successivi. La prevenzione sulla piaga dell’azzardopatia cammina su due gambe, di cui siamo responsabili noi adulti: l’educazione e la politica. Due mondi in crisi: in che misura è in crisi il mondo degli adulti e che esempi dà oggi la politica nei nostri territori?”.

Un percorso che è continuato con la messa in piedi dell’Osservatorio Diocesano Permanente in Contrasto al Gioco d'Azzardo (in collaborazione tra Comuni, Caritas, ASL in particolare dai tre Ser.D. territoriali e dal Dipartimento di Puglianello, Casa nel Sole e Comunità Emmanuel) presentato solo scorso 28 settembre incontri e un progetto di sensibilizzazione: “Accogliere e Condividere”. Non solo, perché si è provato a porre un freno anche a livello legislativo.

Infatti, nei giorni scorsi, i primi due comuni: Faicchio e Bucciano, hanno approvato il regolamento anti-ludopatia, che norma e stabilisce anche orari precisi durante i quali poter giocare alle slot machine e le distanze entro le quali dovrebbero essere collocate sale slot e sale VLT, agenzie per la raccolta di scommesse o qualunque esercizio di giochi con vincita in denaro, consentirà agli esercenti che disinstalleranno le slot machine di ottenere uno sgravio fiscale sulla Tari del 20%. 

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