Benevento citta' bistrattata, cumuli di rifiuti e degrado. Di chi e' la colpa? - FOTO

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Benevento. Rifiuti negli angoli della citta'Benevento. Rifiuti negli angoli della citta'

La questione Asia ha avuto vasta eco sui quotidiani di Benevento, riportata alla ribalta dal dossier del Movimento Cinque Stelle e dal rincorrersi di botte e risposte di amministratori locali e gestori, a vario titolo responsabili. 

La questione della gestione rifiuti non è problema di carattere meramente amministrativo. Certo, occorre una corretta gestione e un programma pluriennale da parte degli enti preposti a vario livello ad occuparsi della gestione dei rifiuti, così come degli operatori coinvolti, ma ciò che davvero potrebbe fare la differenza è un cambio di rotta culturale, di cui si sentano protagonisti i cittadini in quanto partecipi della res publica.

Allargare i confini di ciò che si percepisce come cosa e casa propria, considerare gli spazi cittadini come prolungamento dei propri possedimenti significherebbe non considerare in alcun modo la possibilità di liberarsi dei rifiuti lanciandoli dall’automobile o aspettare il buio della sera per arricchire le basi delle campane di vetro di una corolla di buste variopinte o contribuire al chiudersi di passaggi già stretti di viuzze periferiche e collaterali con rifiuti più o meno ingombranti.

L’educazione alla cittadinanza attiva non può passare per accuse lanciate da poster giganteschi, sia pure issati in punti strategici. Poster di cui dovrebbero aver cura gli stessi affissori quando li rimuovono per far posto a nuova pubblicità e che invece, dice il signor Antonio Caputo, residente in zona Pacevecchia ”sono lasciati ai piedi delle pareti da cui vengono divelti, se non sono trasportati dal vento a fare compagnia ad arbusti cui si avvinghiano fino a che acqua piovana non li separi”. Occorre una campagna di sensibilizzazione che parta dalle famiglie, e non sempre dai genitori, se è vero che presumibilmente sono tra quelli coloro che si disfano dei rifiuti strada facendo, magari dopo aver macinato chilometri appositamente. L’appello allora va diretto ai figli, ancora bambini - coinvolgendo anche le scuole - perchè siano insegnati gesti semplici, ma importanti, ad esempio a trattenere la carta del gelato finché non si trovi un cestino in cui gettarla, a chiudere il chewing gum nel suo stesso involucro, prima di assicurarlo ad un contenitore apposito, a guidare il proprio genitore a conservare il pacchetto delle sigarette in auto e di disfarsene a casa.

Ci vorrà tempo probabilmente perché chi esce da un negozio rifletta una frazione di secondo prima di buttar via lo scontrino a terra e contribuire allo spettacolo indecente cui la vista delle persone civili è costretta, ma non avvezza. Anche il cittadino più riottoso, c’è da dire, ha le sue contro-motivazioni: si può camminare talvolta per centinaia di metri senza imbattersi in un cestino o trovarne magari uno, che è pieno da giorni, senza che alcun operatore sia individuato per il riordino. Se si fosse a conoscenza che una gomma da masticare impiega cinquant’anni prima di consumarsi o che una busta di plastica ingerita da un uccello o da un pesce ne causa la morte per soffocamento, probabilmente saremmo più attenti. L’agenda ONU 2030, tra i diciassette obiettivi individuati ha la tutela delle risorse naturali, lo sviluppo urbano, agricoltura sostenibile e nuovi modelli di consumo. Perché le azioni siano sostenibili occorre che siano calate nelle realtà locali. Auspichiamo quindi la capacità collaborativa tra istituzioni e cittadini anche a Benevento. 

Sonia Caputo



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