Benevento, notte senza controllo tra rigattieri dell'immondizia e contrade soffocate

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"Una questione di qualità, una formalità": Così cantavano i Cccp di Gianni Lindo Ferretti, storico gruppo della scena punk-rock italiana. La questione di qualità è quella che manca nelle zucche di molti cittadini, beneventani e non, che si sbarazzano del loro sacchetto di immondizia nel peggior modo possibile: macchina in transito, apertura del finestrino e tiro a canestro anche se i contenitori della "munnezza" sono ultrapieni di qualsiasi tipo di materiale, puzzolente, andato a male, non differenziato. Una formalità. Ancora peggio quando quei sacchetti vengono lasciati nei pressi di un contenitore o lungo un'arteria. Così, buttati dall'auto, come un tiro a canestro, in barba ad ogni straccio di regola. Un problema civico quello dell'accumulo indiscriminato dei sacchetti di rifiuti. La città di Benevento è colpita (lo testimoniano anche le numerose foto e segnalazioni che i lettori inviano al Quaderno.it), ma ancora peggio è quello che si vede (e si respira!) nelle contrade. Specialmente a cavallo tra la notte e l'alba quando, nei pressi di quei cassonetti di periferia, scopriamo una vera e propria attività frenetica. Senza regole.

LO SVERSATORE: 'FACCIO UN FAVORE MA NON PRENDO SOLDI. NON IO...'
C'è un lembo di strada che collega la zona industriale di contrada Olivola con le popolose contrade di S. Vitale e Pantano, alle porte della città e del Rione Ferrovia. Ogni qualvolta c'è un rallentamento del servizio di raccolta rifiuti (buon ultimo il sequestro della discarica di Piano Borea) le primissime contrade a subire disagi sono proprio queste. Viene da sorridere nel vedere le abitazioni di contrada Pantano esibire ai cancelli, con gran precisione, i contenitori per il servizio di raccolta porta a porta. Basta spostarsi un paio di chilometri più avanti ed assistere ad una scena degna della peggiore emergenza rifiuti. Questa arteria è invasa da qualsiasi tipo di spazzatura. Impossibile riconoscere a quale tipologia appartenga: l'odore della "munnezza" andata a male basta e avanza per capire che a terra c'è di tutto. I cassonetti ci sono, ma scompaiono davanti alla montagna di rifiuti. Sono le sei del mattino ed è ancora buio. Scegliamo di sostare davanti al piazzale di un'abitazione e notiamo un via vai di auto. Troppe in una strada ritenuta secondaria. Le auto, per transitare lungo l'arteria, devono per forza di cose decelerare. Qualcuno però ne approfitta, senza scendere dall'auto, abbassa il finestrino e lascia a terra il suo sacchetto colmo di rifiuti. Passa una Fiat Uno, poi una Punto. Ancora, una Opel Corsa che quasi non frena. Almeno dieci auto in meno di trenta minuti, tutti hanno un ricordino da lasciare a terra. Abbiamo i fari spenti, non ci notano, non si curano della nostra presenza, fino a quando non ci mettiamo nei paraggi della "munnezza" con i fari di posizione accesi. In venti minuti transitano cinque auto, nessuno si ferma, qualcuno ci guarda in cagnesco, esita e tira dritto. Vuoi vedere che gli abbiamo rovinato il tiro a canestro? Poi arriva una station wagon bianca che accosta proprio vicino a noi. Scende un tizio smilzo con un berretto scuro in testa, ci saluta pure, poi apre il cofano e butta il primo sacco, uno di quelli neri. Poi un altro. Ed un altro ancora, pieno di barattoli di vetro. Mi avvicino e chiedo: "Ma ha visto che non c'è spazio per buttare roba? Perché la lascia a terra?". Me la sono cercata la risposta: "E che cazzo devo fare? Me la tengo a casa?". L'omino si insospettisce e gli diciamo del perché siamo lì. Non fa una piega, si assicura che non abbiamo fotografato la sua targa: "Non sono di questa contrada, neppure di Benevento, abito in un paese qui vicino". Impossibile sapere dove: "Mica sono l'unico a buttare i rifiuti qui? Poi non è tutta roba mia". Proprio così. L'omino smilzo è una sorta di rigattiere dell'immondizia: "Ma non prendo soldi, faccio un favore a qualche amico, poi anche altre persone lo fanno...". Però qualcuno li prende i soldi? Ride: "Io non prendo i soldi", ribadisce. Non è di Benevento, ma viene a disfarsi dell'immondizia in questa contrada: "Non ci sono controlli –spiega -, nelle contrade è più facile, ma veramente credi che tutti fanno la raccolta differenziata? Io non la faccio. Non serve". E ride ancora. Dopo un'ora decidiamo di togliere le tende, passiamo per contrada Olivola, anche lì i cassonetti sono stracolmi di immondizia. Mentre percorriamo la complanare di contrada Olivola che collega con la città, notiamo, poco prima dell'imbocco per la Stazione centrale, decine e decine di sacchetti di immondizia ai bordi della strada. Perché entrare nelle contrade quando il sacchetto lo si può tranquillamente gettare al volo? Stessa situazione in prossimità di cavalcavia: in un anfratto troviamo un vero e proprio cimitero di televisori. Quando è già mattino andiamo in contrada Piano Cappelle, nella parte alta della città. La situazione è decisamente migliore rispetto alla strada che collega S.Vitale a contrada Olivola, ma diversi lettori ci hanno segnalato che l'isola ecologica dell'Asia, a pochi passi dal Musa, non ha lucchetto. Possono gettare i rifiuti tutti. Non solo i residenti. E si vede.

FORESTALE, APPELLO AL SENSO CIVICO: 'L'OMERTA' PENALIZZA TUTTI NOI'
Una città in affanno, ma quello che scarseggia è il senso civico. Lunedì scorso il Comando del Corpo Forestale di Benevento annunciò, dopo appostamenti e servizi di controllo, di aver identificato "numerosissimi soggetti responsabili di illeciti abbandoni di rifiuti, i quali in alcune zone avevano addirittura condotto alla creazione di vere e proprie micro discariche abusive". Presso il comando di Via Paga ne parliamo con Angelo Marciano, comandante provinciale del Corpo Forestale di Benevento, una vasta esperienza alle spalle maturata tra la Calabria, la Campania ed il Lazio. Assieme a lui c'è Cosimo Chiumiento: "Possiamo fare tutti gli interventi possibili - ha ammesso - ma il cambio di rotta deve essere generale. Bisogna partire dalle scuole, dagli insegnanti, dalle istituzioni ed anche dai parroci dei vari quartieri, per arrivare ai cittadini. Le attività di prevenzione valgono quando c'è il rispetto dell'ambiente. Lo scempio delle contrade a ridosso del Rione Ferrovia è emblematico. Servono inoltre, altri due fattori: l'impiantistica necessaria e la collaborazione dei cittadini, dei residenti delle contrade sopratutto. Se si assiste a movimenti strani occorre subito sollecitare il nostro intervento. L'omertà è un fattore negativo in questi casi". Non si dice sorpreso Marciano, dell'attività frenetica nelle prime ore della giornata in quella zona: "Quelle contrade - ha affermato - sono quelle maggiormente colpite, gli sversamenti selvaggi sono continui, di ora in ora. Vero che diversi soggetti non sono residenti in città, ma sono tantissimi i beneventani che sversano i rifiuti nelle contrade". E magari qualcuno ci ride pure su.
Gaetano Vessichelli

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