Bilateralità e welfare. I risultati del convegno di Unimpresa e Confintesa a

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Bilateralità e welfare sono stati gli argomenti protagonisti del convegno organizzato da Unimpresa Irpinia Sannio e Confintesa, sotto l’egida di Ebinforma, l’ente bilaterale di riferimento di una serie di contratti collettivi sottoscritti dalla stessa Unimpresa con Confintesa.

La giornata di studi si è svolta in collaborazione con l’Ordine Provinciale degli Avvocati e dei Consulenti del Lavoro della provincia di Benevento.
Dopo i saluti del Presidente della Camera di Commercio di Benevento, prof. Antonio Campese e di Avellino ing. Oreste La Stella, sono intervenuti per i saluti l’assessore alle finanze del Comune di Benevento prof.ssa Maria Carmela Serluca e il prof. Antonio Verga quale presidente del Conservatorio di Benevento. Quest’ultimo ha annunciato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Ebinforma e l’Istiruto Superiore Musicale di piazza Arechi, per l’istituzione di due borse di studio da assegnare ad altrettanti studenti dello stesso Conservatorio per una ricerca dedicata al canto beneventano.

A seguire l’intervento del segretario regionale di Confintesa, Lorenzo Santabarbara, che ha voluto sottolineare l’utilità di “potenziare il tema della bilateralità intesa come strumento per diffondere il welfare aziendale anche tra le aziende di più piccole dimensioni, ed in particolare assumendo contestualmente una evidente dimensione territoriale”.

Nella scia del segretario Santabarbara, l’intervento del presidente di Ebinforma nazionale, Cosimo Callisto, il quale ha sostenuto come Ebinforma “si pone tra i suoi obiettivi primari quello di promuove azioni concrete di sostegno al reddito nel caso di sospensione di attività per i settori non coperti da ammortizzatori sociali. Ricordiamo – ha continuato il presidente Callisto – che gli enti bilaterali possono utilmente operare per assicurare taluni servizi e prestazioni di carattere sociale che, in un tessuto di piccola e media impresa come quello italiano, risultano più efficaci se forniti a livello territoriale. Ad ogni modo non viene con ciò a modificarsi la natura e la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, di competenza pubblica”.

Dal taglio decisamente più tecnico e scientifico gli interventi dei rappresentanti degli ordini professionali. Per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è intervenuta la dott.ssa Maria Rosaria Zamparelli, che ha voluto evidenziare gli aspetti giuridici che legano l’istituzione bilaterale alla legislazione italiana “La dottrina giuridica, tranne lodevoli eccezioni, si è per lungo tempo disinteressata della tematica, è venuta occupandosene principalmente nell’esame degli spazi offerti dalla legge Biagi. Gli enti bilaterali sono definibili quali organismi privati istituiti dalla contrattazione collettiva che ne disciplina anche il funzionamento. Quanto alla forma giuridica assunta dagli enti bilaterali la giurisprudenza ha parlato di enti ‘assimilabili’ alle associazioni non, di mutua assicurazione, formate da associazioni datoriale e sindacali”

Di Enti bilaterali come opportunità per imprese e lavoratori ha parlato il dott. Vincenzo Mobilia, della commissione scientifica dell’Ordine provinciale dei consulenti del lavoro: “Quando si parla di welfare aziendale sempre più spesso si sente richiamare il tema della bilateralità, soprattutto in riferimento ai cosiddetti organismi bilaterali. Essendo composti – ha evidenziato Mobilia – in modo paritetico da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, hanno come principale finalità quella di erogare servizi e prestazioni di varia natura a coloro i quali aderiscono all’ente. Il sistema della bilateralità rappresenta un’esperienza consolidata delle relazioni sindacali in Italia”.

Il professore Guido Tortorella, dell’Università del Sannio, si è soffermato sul tema dell’economia civile in rapporto alla welfare society, egli ha sostenuto come “L’accettazione del concetto di welfare e la sua successiva diffusione sono stati storicamente fenomeni di vasta portata. Non si è trattato solo di un allargamento dei servizi alla persona, ma di una trasformazione della concezione dello Stato e del suo modo di operare e dei diritti fondamentali e del ruolo del cittadino.”

Le conclusioni della partecipata giornata di studi sono stati affidati a Gaetano Natullo, Professore associato di Diritto del lavoro presso l’Università del Sannio e componente del Consiglio di Amministrazione dell’ateneo sannita. Docente di Diritto della Sicurezza sociale e di Previdenza sociale presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali della Seconda università degli studi di Napoli. Componente del comitato scientifico delle riviste “Diritto del Mercato del Lavoro”, “Diritti, Lavori, Mercati”, e “Diritti delle Relazioni industriali”.

Il professore Natullo ha evidenziato che “Il modello degli enti bilaterali trova precedenti storici per alcuni aspetti nell’esperienza delle casse mutua, con cui hanno in comune la costituzione e la partecipazione congiunta da parte di lavoratori e datori di lavoro. Con il ridimensionamento della presenza pubblica nella produzione ed erogazione di beni e servizi, conseguente all’affermazione della sussidiarietà orizzontale – sottolinea il prof Natullo - il ruolo cosiddetto distributivo svolto dagli enti bilaterali, si accentua, attuandosi nell’offrire sostegno al reddito per soggetti che non trovano nel sistema tradizionale adeguate forme di tutela”.

A questa funzione si affiancano presto anche quella di finanziare e organizzare iniziative per la formazione dei lavoratori, in quanto “va ricordato che essendo gli enti bilaterali organismi paritetici, di natura contrattuale - evidenzia il docente di Unisannio - assumono svariate funzioni: dalla conciliazione nelle liti di lavoro, agli incentivi per le imprese, al sostegno al reddito per i lavoratori, alla formazione professionale. Gli organismi bilaterali possono poi assumere la fisionomia di fondi bilaterali, quando la loro funzione principale consiste nella raccolta di contributi destinati al finanziamento di un insieme specifico di prestazioni, oppure configurarsi come organizzazioni che, tra le diverse funzioni che svolgono gestiscono anche fondi di tipo bilaterale”.

La gestione di questi fondi può essere realizzata direttamente dall’organismo bilaterale, ha ricordato il prof. Natullo, oppure essere affidata a un soggetto esterno, che ad ogni modo assume il ruolo di vera e propria Società di Mutuo Soccorso. “Presupposto per l’affermarsi della cultura della bilateralità – ha concluso il docente dell’Università del Sannio - è in particolare il superamento della dimensione conflittuale e negoziale, considerata come esclusiva e non solo prevalente per l’organizzazione sindacale, mediante l’affermazione della cultura della partecipazione e della gestione”. 



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