Biotestamento. Intervista all'esponente radicale Marco Cappato

Abbiamo raggiunto il radicale Marco Cappato protagonista della battaglia per la legge sul biotestamento.

Marco Cappato cosa risolve la legge appena approvata sul biotestamento?

Risolve la richiesta di tutti i malati che dipendono da una terapia o che sono attaccati a una macchina che vorrebbero interrompere quella terapia anche se questo dovesse portare alla loro morte ma lo volessero fare senza soffrire e quindi poter essere sedati per interrompere le terapie, con questa legge avranno il diritto di farlo

Secondo lei nella legge è chiaro il confine fra la scelta di morire per gravi questioni sanitarie e la liceità della buona morte per tutti?

La legge parla della liceità dell' interruzione delle terapie quindi in questo è molto chiara e non c'è equivoco. Noi come associazione Luca Coscioni, come radicali siamo anche a favore della legalizzazione dell'eutanasia ma con questa legge se una persona non è dipendente da un trattamento salvavita non puo' ovviamente ottenerne la sospensione quindi la morte, attraverso la sospensione. Quindi quelle tipologie, quei casi non sono previsti da questa legge

Dal punto di vista squisitamente morale, forse anche filosofico, lei è convinto che l'uomo possa sempre decidere della sua vita?

Sì, sicuramente dopo aver verificato con molta attenzione e cautela la capacità di intendere e di volere e anche il fatto di aver ricevuto assitenza e cure adeguate e quindi non ci sia una condizione psicologica di abbandono o di sconforto momentaneo dopodichè verificate queste condizioni l'unica persona che può prendere la decisione finale è il paziente stesso in particolare se è sottoposto a sofferenze insopportabili all'interno, nel quadro di una malattia irreversibile, ecco in questo caso mi sembra proprio una tortura immaginare che quella condizione possa essere imposta dallo Stato o da chiunque altro.

Paolo A.Valenti (euronews)


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