I giudici ancora sull'Udeur: la Lonardo e altri mandati fuori Campania. Giallo sulla Porsche del figlio. Mastella:conferenza stampa a Napoli. 63 indagati

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La famiglia Mastella e i vertici dell'Udeur di nuovo alle prese con grane giudiziarie. Stavolta, fanno seguito a un’inchiesta del Comando dei Carabinieri di Caserta e della Guardia di Finanza di Napoli sull’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpac) e sulla prosecuzione della precedente indagine venuta clamorosamente alla luce il 16 gennaio 2008 con gli eccellenti arresti e le dimissioni di Clemente Mastella da ministro.

La Procura della Repubblica di Napoli ha ipotizzato i reati di truffa, falso, abuso di ufficio, turbativa d'asta e concussione per appalti, concorsi e incarichi professionali. Tra le misure prese il divieto di dimora in Campania (per evitare l'inquinamento delle prove e la reiterazione del reato) per molti amministratori, imprenditori e politici, tra cui Sandra Lonardo Mastella, Fernando Errico, Mario Scarinzi, Bruno De Stefano, Carlo Camilleri. Tra gli indagati, avviso di garanzia per il figlio della Mastella, l'avvocato Pellegrino. Un giallo le modalità d'acquisto della sua Porsche Cayenne (costo circa 77mila euro). Per la Procura, gliela avrebbe regalata un consigliere regionale del partito, dopo averla acquistata presso una concessionaria di Marcianise il cui titolare è in carcere per reati di criminalità organizzata. Per Pellegrino Mastella non sarebbe stato un regalo, ma regolarmente acquistata, come da prova documentale in suo possesso.

Sempre oggi a Clemente Mastella (e ad altri) è stato recapitato l’avviso di chiusura indagine, per l'inchiesta esplosa quel 16 gennaio 2008.  Domani mattina, 22 ottobre, invece, il leader dell'Udeur terrà una conferenza stampa sull'accaduto, a Napoli, presso la sede del partito in Via Melisurgo.

25 le odierne misure cautelari personali adottate: un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, 18 divieti di dimora e 6 misure interdittive. Un impulso importante all'inchiesta è arrivato dalla denunzia, contro i Mastella, fatta dall'assessore comunale di Benevento Giuseppe De Lorenzo, verso il quale la Procura partenopea ipotizza un'azione di persecuzione, svolta da alcuni indagati dei vertici dell'Udeur. Una persecuzione analoga pure sarebbe stata commessa ai danni dell'ex sindaco di Morcone, Aurelio Bettini e della di lui moglie Teresa Suero.

Di seguito, tutti i particolari della vicenda, i capi d'accusa e le persone coinvolte, forniti con i 30 aggiornamenti effettuati in diretta nel corso giornata.

Aggiornamento ore 20,51 - L’ex comandante della Polizia Municipale di Benevento Francesco Delvino, chiamato in causa dalla odierna inchiesta sull’Udeur della Procura di Napoli, smentisce ogni “presunta pressione svolta da Mastella sugli organi politici di Benevento per assumere il sottoscritto nel ruolo di Dirigente del locale corpo di Polizia Municipale, sostenuta da ipotesi di reato piuttosto gravi”.
Delvino ricorda “di non risultare nell'elenco degli indagati, di non essere stato destinatario di alcun provvedimento nè informato di alcun procedimento penale a mio carico”.
“Il biennio lavorativo a Benevento – continua Delvino - conquistato esclusivamente sul riconoscimento professionale è stato condizionato dalla presenza di un assessore (Giuseppe De Lorenzo NDR) alla continua ricerca di successi… al punto tale da sconfinare ripetutamente nella logica gestionale. In tal senso nel novembre del 2007 proponeva, senza la firma del sottoscritto, apposita delibera alla Giunta Comunale (che approvava) circa i tanto vituperati photored, disponendo che il sottoscritto dovesse procedere ai consequenziali atti di gestione… questo per salvare il mio nome dalla infamia di
quanto pubblicato a mio danno”.

Delvino poi precisa che “non è stato mai destinatario di alcun provvedimento disciplinare...Resta al sottoscritto l'amarezza di constatare che basta la confessione… di taluni per incoraggiare procedimenti e provvedimenti penali, quando forse sarebbe bastato al Giudice acquisire agli atti del Comune di Benevento la nota presentata in data 31/10/2008 al sindaco di Benevento a seguito di una contestazione di addebito disciplinare promossa dall’assessore Giuseppe De Lorenzo... Sono a disposizione della Autorità Giudiziaria qualora volesse ascoltarmi o acquisire atti e informazioni integrative al proprio lavoro".

Aggiornamento ore 20,30 - Il procuratore aggiunto della Repubblica, Francesco Greco, ha rimarcato un aspetto decisivo dell’indagine:”Non può non essere evidenziato il fatto che le indagini in questione, fondate sull’acquisizione e sull’attento studio di voluminosi documenti cartacei ed informatici e sull’escussione di persone informate sui fatti, abbiano ricevuto un rilevante impulso dai servizi di intercettazione telefonica. I colloqui intercettati, infatti, forniscono elementi di prova della piena consapevolezza degli illeciti commessi da parte degli indagati e delle vere, illecite, finalità che gli stessi intendevano perseguire con l’attività amministrativa”.

Aggiornamento 20,25 - L’agenzia Ansa riferisce dei particolari sulla perquisizione della casa romana di Clemente Mastella, avvenuta alle 6 di questa mattina: quattro militari hanno bussato alla porta dell'appartamento dell'ex ministro della Giustizia, in Lungotevere Flaminio. In casa c' era solo la figlia Sasha, studentessa universitaria. La giovane, allarmata, ha subito telefonato al padre a Strasburgo per avvertirlo. Mastella si è fatto passare uno degli investigatori e avrebbe chiesto spiegazioni. 'Stiamo aspettando disposizioni' ha detto il carabiniere. 'Ma quali disposizioni? Io sono un parlamentare europeo', avrebbe risposto l' ex ministro. I carabinieri sono andati via verso le 9, dopo circa tre ore.

Aggiornamento 20,22 -
Riferisce l’agenzia AGI che il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Annalaura Alfano, non ha concesso alla Procura della Repubblica l’emissione di quattro custodie cautelari in carcere. Di essa erano destinatari Luciano Capobianco, Antonio Fantini, Massimo Palmieri e Giuseppe Ciotola. Il primo è finito agli arresti domiciliari, per gli altri tre il Gip ha scelto il divieto di dimora in Campania.

Aggiornamento 20,18 -
Mario Scarinzi, già direttore generale dell' Asl beneventana, attualmente sindaco di Vitulano, si trova ricoverato presso l'ospedale Rummo. E' uno dei destinatari del provvedimento di divieto di dimora in Campania nell'ambito dell'inchiesta.

Aggiornamento delle 20,01
- Pellegrino Mastella, assistito dall’avvocato Urbano Del Balzo, precisa che "in merito alla notizia apparsa sul bollettino Ansa Napoli del 21/10/2009 la vettura Porsche Cayenne è stata regolarmente acquistata e quindi pagata, come da prova documentale in suo possesso, che produrrà nelle sedi competenti". Pellegrino Mastella tiene conseguentemente a precisare "che la Porsche non è stata assolutamente oggetto di regalo da parte di chicchessia, né ha mai conosciuto il titolare dell’autosalone di Marcianise che, come emerge dalla notizia in oggetto, sarebbe coinvolto per fatti ex articolo 416 bis c.p".

Aggiornamento delle 19,15 - Inquietanti collegamenti sono stati annunciati dall'aggiunto della Procura di Napoli Francesco Greco, titolare della nuova inchiesta sull'Udeur, a proposito della ricerca del consenso elettorale e della disponibilità di una costosa Porsche Cayenne per il figlio dei Mastella, Pellegrino. Scrive il magistrato inquirente: "Sotto il profilo della ricerca del consenso elettorale, inquietanti collegamenti - in via di approfondimento ma già indicativi del sistema instauratosi - sono emersi fra un esponente casertano del sodalizio (che nel corso delle elezioni regionali del 2005 ebbe una significativa affermazione elettorale, raccogliendo circa 12mila preferenze) e il crimine organizzato della medesima zona. Da tali contatti scaturiva (oltre al cospicuo risultato elettorale suddetto) un probabile 'regalo' per un familiare di un esponente del vertice del partito che ha ottenuto la disponibilità di una costosa Porsche Cayenne, reperita dal titolare di un autosalone marcianisano, attualmente detenuto per il delitto di cui all'art. 416bis c.p., legato al sodalizio degli indagati che aveva sostenuto elettoralmente l'Udeur. In particolare, dalle indagini svolte, non è risultata alcuna traccia del pagamento della vettura".

Il venditore della vettura, per la Procura, è risultato essere Tommaso Buttone, cognato di Domenico Belforte, uno dei capi della camorra casertana, condannato con diverse sentenze per gravissimi fatti di criminalità organizzata. Per ricostruire il percorso dell'acquisto, scrive La Repubblica, sono state utilizzate anche dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Michele Froncillo. Secondo Froncillo, fu Ferraro a comprare la Porsche da Buttone: "Lui stesso mi disse - ha raccontanto il collaborante - che era in ottimi rapporti proprio con Clemente Mastella, al quale faceva favori di ogni genere. Tra questi, vi era anche il regalo della Porsche che aveva acquistato da Tommaso Buttone".
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Aggiornamento delle 18,35 - Altro aspetto, tra i più inquietanti, reso noto dalla Procura della Repubblica di Napoli, in via di ulteriore approfondimento, è rappresentato, come scrive Greco, dai “contatti tra esponenti casertani del sodalizio inquisito ed esponenti di livello delle locali organizzazioni criminali, attraverso il quale i primi miravano ad acquisire consenso elettorale e varie altre utilità, i secondi futuri favori”.

Aggiornamento delle 18,20 -
Come già riportato nell’aggiornamento delle 17.40, il procuratore Greco ha poi sostenuto che “altro tratto caratteristico del sodalizio degli indagati era l’utilizzazione delle posizioni di potere acquisite, non solo per ottenere illecitamente vantaggi economici e politici, ma anche per procedere a una sistematica opera di demolizione e boicottaggio dei soggetti che, a vario titolo, contrastavano l’attività dell’organizzazione ovvero, semplicemente, non si prestavano al perseguimento delle finalità indicate dai suoi vertici non sottostando alle relative perentorie disposizioni”.

Il procuratore cita la vicenda relativa a Giuseppe De Lorenzo (nella foto in alto): “Nell’ambito dell’Asl di Benevento è maturata una situazione intimidatoria ai danni del responabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. Dall’indagine svolta è risultato che il sodalizio degli indagati ha addebitato al predetto sanitario numerose colpe, in primo luogo quella di aver denunciato a suo tempo – offuscando l’immagine della dirigenza 'di area' dell’Asl beneventana – le assai precarie condizioni igienico sanitarie in cui versava il reparto da lui gestito. I contrasti culminavano con l’esautorazione del medico dal suo incarico di primario e dalla conseguente retrocessione dello stesso ad addetto al servizio.

Misura – poi rimossa dalla Magistratura del Lavoro – che veniva attuata attraverso l’applicazione, che si ritiene strumentale, di una norma regionale che prevedeva la 'rotazione' del personale. Successivamente, dopo la 'riappacificazione', sorgeva un nuovo contrasto tra i vertici dell’Udeur e De Lorenzo, divenuto assessore alla Mobilità del Comune di Benevento, proprio in riferimento alla vicenda dei cosiddetti photored (vedi aggiornamento delle 15.40). A seguito di ciò veniva avviata dai vertici dell’Asl beneventana una nuova strumentale procedura destinata a determinare il licenziamento di De Lorenzo”.

Aggiornamento delle 18.05 -
Per la Procura della Repubblica di Napoli tratto caratteristico del sodalizio degli indagati era l’improprio utilizzo delle funzioni pubbliche a fini privatistici, con conseguente commistione tra interesse pubblico e interesse personale e/o del partito politico di appartenenza. “Tale sistema, scrive il procuratore Greco, attesa l’esistenza di un vero e proprio programma criminoso stabilmente condiviso da più persone, sotto un profilo tecnico – giuridico, è stato ritenuto riconducibile alla fattispecie penale dell’associazione per delinquere".

Aggiornamento delle 17.55 - Il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Francesco Greco, ha così spiegato l’iniziativa giudiziaria odierna: “Il fatto che, nonostante il procedimento in corso (quello degli arresti del gennaio 2008, NDR), il sodalizio (dei vertici dell’Udeur indagati, NDR) ha continuato ad operare con i soliti metodi ha indotto questo ufficio a richiedere (e il gip ad applicare) le 25 misure cautelari che hanno proprio lo scopo, attraverso l’allontanamento dal territorio in cui si sono verificati i fatti contestati, di impedire l’inquinamento delle prove e la reiterazione di analoghe condotte”.

Aggiornamento delle 17.40 -
La Procura di Napoli denuncia “una sistematica opera di demolizione e boicottaggio dei soggetti che, a vario titolo, contrastavano l'attività dell'organizzazione ovvero, semplicemente, non si prestavano al perseguimento delle finalità indicate dai suoi vertici, non sottostando alle relative perentorie disposizioni”. Dalle indagini salta fuori, infatti, che, “nella prospettiva del sodalizio, i pubblici ufficiali incardinati in strutture pubbliche considerate, usando il gergo degli stessi indagati, ‘postazioni’ del partito, avevano l'obbligo di essere fedeli prima al partito stesso e, poi, se e ove possibile, all'interesse pubblico e alla legge. Se avveniva - come fortunatamente talora è avvenuto - che i Pubblici Ufficiali in questione non sentissero il dovere di assecondare ogni desiderata dell'organizzazione, questi potevano essere oggetto di azioni intimidatorie, di rappresaglie varie che, talora, arrivavano all'aggressione alla vita professionale dell'infedele”.
“Emergevano, poi, intimidazioni nei confronti di un ex sindaco di Morcone (Aurelio Bettini NDR, nella foto) a causa del mancato passaggio nelle file del partito politico in questione (passaggio vanamente richiesto dai vertici dell'Udeur) e della mancata nomina di persona gradita al sodalizio alla presidenza del locale Ente Fiera".
"In tale contesto - riferisce la Procura - si induceva un assessore della Giunta Comunale di Morcone che svolgeva l'attività di rappresentante farmaceutico a dimettersi dalla Giunta attraverso la minaccia di influire negativamente sulle strutture pubbliche e private che fino a quel momento si servivano della sua attività professionale”.

"In più, nei confronti del predetto sindaco - dice la Procura -, risultavano intimidazioni trasversali ed infatti, la moglie dell'esponente politico (Teresa Suero, NDR), professionista già responsabile del Servizio di Medicina legale dell'Asl Beneventana, veniva, all'improvviso, fatta oggetto, dai vertici della stessa Asl 'di area', di ripetute contestazioni e, più complessivamente, di una vera e propria attività di mobbing che si concludeva con le sue dimissioni da pubblica dipendente ospedaliera di Benevento".

Aggiornamento delle 17.25 -
Il leader dell'Udeur ed ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, nei confronti del quale la magistratura campana ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari, è rientrato oggi a Roma da Strasburgo.
L'ex parlamentare, che si trovava nella città francese per partecipare ai lavori della seduta del Parlamento europeo, è rientrato nel primo pomeriggio nella capitale con un volo di linea proveniente da Parigi. All'arrivo al Leonardo da Vinci, Mastella, volto tirato, cappotto blu scuro, non ha rilasciato dichiarazioni e ha anche cercato di evitare i fotografi che l'attendevano nello scalo romano.

Aggiornamento delle 17.06 - Stamattina i carabinieri hanno anche effettuato delle perquisizioni nella sede del Consiglio Regionale della Campania, presso il Centro Direzionale, controllando i documenti negli uffici del gruppo consiliare dell'Udeur, presieduto da Fernando Errico, e in quelli del presidente del Consiglio Sandra Lonardo Mastella.

Aggiornamento delle 16.45 - In un file rinvenuto nel computer sequestrato dalla Guardia di Finanza nella segreteria dell'ex direttore generale dell'Arpac, Luciano Capobianco, compaiono 655 nominativi e la maggior parte sono accompagnati dalla segnalazione di un esponente politico, dell'Udeur ma non solo, che li avrebbe raccomandati. Il documento costituisce uno degli elementi principali intorno a cui ruota l'inchiesta della Procura di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco.

"Si tratta - è scritto nell'ordinanza emessa oggi dal gip Alfano - di raccomandati veri e propri che, rispetto ad altri aspiranti privi di sponsor, disponevano della segnalazione di un referente politico che determinerà, nella maggior parte dei casi, l'assunzione in violazione delle norme". In alcuni casi e' emerso che le segnalazioni venivano inviate dai soggetti interessati dal fax in uso allo stesso esponente politico di riferimento, in altri casi il curriculum sarebbe stato scritto a matita proprio dal politico. La Procura ha indicato in un riquadro, in ordine decrescente rispetto al numero di segnalazioni, l'elenco degli autori delle segnalazioni (circa 150). Spicca con 100 Luigi Nocera (ex assessore regionale Udeur), poi a seguire i nomi di Tommaso Barbato (43), Antonio Fantini (36), Pasquale Giuditta (35), Clemente Mastella (26), Fernando Errico (17), Sandra Mastella (12). Tra gli altri nomi di politici locali e nazionali più noti figurano anche Bassolino (2), De Mita (2), Pecoraro Scanio (1), Sales (1).
Isaia Sales, però, ha smentito: "Non ho mai avuto rapporti con l'Arpac e non ho mai segnalato alcun nome". Anche Antonio Bassolino e Alfonso Pecoraro Scanio hanno smentito di aver fatto segnalazioni.

Le persone segnalate sarebbero state favorite per incarichi esterni (consulenze) o per assunzioni all'Arpac a scapito di aspiranti privi di sponsor. Nel provvedimento del gip sono riportati brani della testimonianza della segretaria, Tiziana Lamanna, nel cui computer erano memorizzati i dati. La quale "dapprima tentava di ridimensionare l'importanza del documento fornendo una versione inverosimile dei fatti' prospettando cioe' 'che i nominativi riportati nell'elenco corrispondevano per lo piu' ad aspiranti stagisti che non volevano essere remunerati ma intendevano solo fare esperienza".

La segretaria in un primo momento aveva sostenuto anche la tesi, definita 'residuale', dell'auto-raccomandazione che a giudizio degli inquirenti 'appare inverosimile'. I magistrati hanno riscontrato che la maggioranza delle assunzioni e dei contratti di collaborazione sottoscritti risultavano a favore dei nomi accompagnati dalla segnalazione del politico. "I nominativi dei soggetti che avevano beneficiato di contratti e consulenze - scrivono i magistrati - erano per circa il 90 per cento quelli il cui nominativo compariva nel file raccomandati".

Aggiornamento delle 16.30 -
“Dovranno risarcirmi di tasca propria” è quanto dichiara uno dei protagonisti dell’inchiesta, Giuseppe De Lorenzo, per le denunce sporte contro i vertici dell’Udeur, fatte a marzo, presso la Procura della Repubblica di Napoli. Un’azione peraltro da lui annunciata, confermata e ribadita più volte in questi mesi. Ebbene, l’assessore comunale, nonché responsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Asl (dal cui management è stato sottoposto a procedimento disciplinare, tuttora in corso) - già dichiaratosi nelle scorse ore molto soddisfatto (“Oggi sono rinato!”) per l’esplodere dell’inchiesta – ora, in una nota, fa emergere un ulteriore dettaglio: “Sono venuto a conoscenza del contenuto delle intercettazioni fatte all'ASL di Benevento - scrive De Lorenzo -. In esse si chiedeva di votare contro di me nel corso dell'esame del provvedimento di licenziamento e sono crollato vieppiù moralmente. Come dei professionisti possano arrivare a tanto è impensabile. In sostanza, se non mi fossi rivolto alla Procura di Napoli, il mio destino professionale era ormai segnato… Mi costituirò parte civile e mandanti ed esecutori dovranno risarcirmi. Senza sconti e di tasca propria”.

Aggiornamento delle 15.40 -
Secondo gli inquirenti un ulteriore settore imprenditoriale che interessava il sodalizio era quello dell’installazione dei sistemi automatici di rilevamento delle infrazioni stradali, ossia i photored. In un primo tempo è emerso che i vertici dell’organizzazione “sponsorizzavano, e ottenevano, la nomina di un nuovo comandante della Polizia municipale di Benevento (Francesco Delvino, NDR, che in serata smentirà, vedi aggiornamento delle ore 20.51), orientato all’installazione di siffatti meccanismi. Successivamente questi aggiudicava l’appalto per l’istallazione dei cd photored a una ditta casertana, che, a seguito di accurate indagini, risultava di fatto gestita, e comunque collegata a soggetti legati da rapporti d’affari a strettissimi congiunti dei vertici del sodalizio. In questo caso, grazie alla forte opposizione dell’assessore competente (Giuseppe De Lorenzo, NDR), la Giunta non ratificava l’operato del comandante”.

Aggiornamento delle 15.30 -
Un accordo preliminare di vendita per l’acquisto della nuova sede napoletana dell’Arpac attraverso un’intesa “che si ritiene fraudolenta, fra imprenditori sodali e amministratori pubblici e attraverso la simulazione di una gara pubblica nella sostanza inesistente con enorme sperpero di denaro pubblico (circa 20 milioni di euro)” è emerso dalle indagini della Procura di Napoli. L’immobile avrebbe dovuto essere realizzato su di un suolo da bonificare “di cui erano titolari gli imprenditori-amici. Grazie a documentazione compiacente, fornita dagli amministratori amici, gli imprenditori riuscivano a indurre in errore funzionari del Comune di Napoli” che rilasciava, così, un permesso a costruire a titolo gratuito che consentiva agli imprenditori un indebito risparmio di circa 700.000 euro, connessi all’omesso versamento degli oneri di costruzione ed urbanizzazione. “Solo un successivo intervento degli uffici competenti della Regione Campania è riuscito a sventare, attraverso il mancato inoltro dei necessari finanziamenti, la conclusione dell’affare”.

Nel corso delle attività investigative è stata analogamente evidenziata “l’esistenza di gravissime irregolarità nell’aggiudicazione dell’appalto-concorso per la ristrutturazione degli uffici della sede dell’Arpac di Benevento”. Anche questo appalto, come emerge dalle intercettazioni, “appariva gestito solo formalmente dai pubblici ufficiali competenti, mentre in concreto vedeva come referente centrale il progettista beneventano che, congiunto dei vertici del partito, prima pilotava l’appalto e poi disponeva a suo piacimento delle varianti in corso d’opera e dei pagamenti dei lavori”. Altra vicenda ha riguardato i rinnovi del contratto per la gestione dei sistemi informatici dell’Arpac. In sostanza, anziché procedere a regolare gara pubblica, si è proceduto a rinnovare “illegalmente, di volta in volta, l’appalto medesimo”.

Aggiornamento delle 14.50 -
Un milione e 300 mila euro, a tanto ammonta la super parcella che è stata liquidata a uno degli indagati. La persona in questione, in base al lavoro investigativo, è stata beneficiata dall’Asl di Benevento di una consulenza su un argomento che la stessa Procura di Napoli definisce “non chiaro”. Si tratta della ricompensa ricevuta “dopo aver dispiegato per il partito (l’Udeur, NDR) la sua presunta intermediazione con gli organi di giustizia amministrativa in una controversia elettorale relativa alle Comunali di Morcone.
Agli atti dell’Asl nessuna documentazione di tale consulenza ma solo il pagamento delle parcelle. Il beneficiario della frode, “un congiunto di un esponente di vertice del sodalizio”, ha ottenuto la super parcella con una “truffa” (è la definizione della Procura) ai danni del Consorzio di bonifica di Sessa Aurunca (Caserta) e della Regione Campania. L’importo è stato liquidato in relazione a presunti lavori di ristrutturazione della rete di adduzione dell’impianto irriguo di Cellole, sempre nel Casertano.

Aggiornamento delle 14.20 - Nei confronti dell'ex parlamentare Clemente Mastella è stato emesso dalla magistratura campana un avviso di conclusione delle indagini preliminari che gli verrà notificato non appena sarà rientrato in Italia da Strasburgo. Un analogo provvedimento è stato notificato ad altri 12 indagati.
L'avviso di conclusione delle indagini preliminari e' stato notificato anche, secondo quanto si è appreso, a: Andrea Abbamonte, ex assessore regionale Udeur; Antonio Nunzio Babino, direttore dell'Azienda ospedaliera di Polla (Salerno); Antonio Bottillo, dirigente affari generali dell'Asl Benevento 1; Amedeo Di Maio, libero professionista, Cristiana Fevola, imprenditrice; Manlio Ingrosso, libero professionista; Lucio Luciano, responsabile del dipartimento di Salute mentale Asl Benevento 1; Vincenzo Lucariello, ex segretario generale del Tar Campania e difensore civico della Regione Campania; Luigi Nocera, ex assessore regionale della Campania; Bruno Rolando, dell'ospedale Santobono di Napoli; Massimo Vetrone, direttore dell'Ufficio Controllo interno dell' Asl Benevento 1 e Tommaso Zerella, direttore sanitario della stessa Asl.
A Lucariello è stato anche notificato un decreto di sequestro preventivo di beni mobili per un valore complessivo 20 mila euro.

Aggiornamento delle 13.45 - Il leader dell’Udeur ha saputo dell’ inchiesta nella quale è coinvolto insieme con la moglie Sandra mentre stava partecipando a Strasburgo alla seduta del Parlamento Europeo. Mastella, che era giunto ieri nella città francese per i lavori dell’assemblea, sta ora rientrando in Italia: si è imbarcato sul primo volo utile per Parigi e dalla capitale francese proseguirà per Roma, dove arriverà nel pomeriggio.

Aggiornamento delle 13.05 - Di seguito i nomi dei coinvolti dalle 25 misure cautelari personali.

Arresti domiciliari per
Luciano Capobianco, ex direttore generale dell'Arpac.

Divieto di dimora in Campania
per
Sandra Lonardo (per la presidente del Consiglio Regionale divieto esteso anche alle province limitrofe di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza).
Fernado Errico capogruppo dell'Udeur in Regione
Nicola Ferraro, consigliere regionale dell'Udeur
Antonio Fantini, ex segretario regionale dell'Udeur
Valerio Azzi, imprenditore
Carlo Camilleri, imprenditore
Ruggero Cataldi ex direttore amministrativo dell'Asl di Benevento
Giuseppe Ciotola, imprenditore
Bruno De Stefano, direttore generale dell'Asl di Benevento
Arnaldo Falato, dirigente dell'Asl di Benevento
Carmelo Lomazzo, dirigente dell'Arpac
Massimo Menegozzo, dirigente dell'Arpac
Massimo Palmieri, imprenditore
Francesco Polizio, dirigente Arpac
Mario Scarinzi, ex direttore generale dell'Asl Benevento e sindaco di Vitulano

Divieto di dimora nelle province di Benevento, Caserta e Napoli per
Bartolomeo Piccolo, imprenditore

Divieto di dimora nelle province di Benevento e Napoli per
Giustino Tranfa, imprenditore
Antonio Zerrillo, ingegnere

Divieto di esercitare l'impresa e la professione per
Gaetano Criscione, Francesco Di Palma, Fabrizio Merolla, Claudio Rossi, Fabio Rossi (imprenditori)
Antonello Scocca (libero professionista).

Aggiornamento delle 12.54 - Emergono nuovi  e inquietanti risvolti nell'inchiesta, finita ormai sulle home page dei principali portali nazionali e regionali. Il Corriere del mezzogiorno, in particolare, rivela che all'Arpac "sarebbero stati trovati dei file in cui ogni nome da assumere era rigorosamente abbinato a quello di un politico Udeur (sequestrati anche dei pc). E nel partito chi non si piegava a quest'andazzo veniva vessato e intimidito".

Secondo l'inserto campano del Corsera nell’inchiesta è anche "il consuocero dei Mastella, Carlo Camilleri, anche segretario generale dell’Autorità di Bacino sinistra Sele, nonché il consigliere regionale dell’Udeur Campania, Nicola Ferraro, Massimo Menegozzo (commissario alle bonifiche e dirigente Arpac),  Ruggero Cataldi, ex direttore amministrativo dell'Asl sannita e Carmelo Lomazzo, funzionario Arpac".

Per il Corriere del Mezzogiorno "un filone dell' inchiesta riguarda presunti appoggi elettorali di un clan di Marcianise (Caserta): questa parte verrà ora stralciata e passata, per competenza alla Dda. Tra l'altro Pellegrino Mastella, uno dei figli di Clemente, girava con una Porsche Cayenne procurata dal titolare di un autosalone di Marcianise attualmente detenuto per 416 bis".

Aggiornamento  delle 11.45 -
Un avviso di garanzia è stato notificato, stamattina, anche al direttore generale, Bruno De Stefano, e al direttore sanitario, Tommaso Zerella, dell'Azienda Sanitaria Locale di Benevento. La circostanza, assieme al citato provvedimento a carico di Mario Scarinzi, lascia supporre che, oltre al filone Arpac, potrebbe averdato fiato all'inchiesta anche la denuncia sporta presso la Procura di Napoli contro il management dell'Asl da Giuseppe De Lorenzo (assessore comunale in carica e repsonsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Asl medesima) che, tra l'altro, immediatamente, stamane, (vedi nota linkata) ha plaudito all'attività giudiziaria in corso. Contro De Lorenzo (eletto consigliere comunale,  tra l'altro, proprio nell'Udeur, partito da cui poi è uscito), peraltro, è in corso un procedimento disciplinare promosso dai manager della stessa Asl.

Aggiornamento 11.21 -
Tra i destinatari dei provvedimenti di divieto di dimora (in Campania)  anche Mario Scarinzi, attuale sindaco di Vitulano, e in precedenza direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale di Benevento. 

Aggiornamento  delle 11.10
- Nuovi dettagli sull'operazione-Arpac. Stamattina sono stati  quattro carabinieri e un ufficiale dell’Arma a entrare nella abitazione della famiglia Mastella a Ceppaloni, per consegnare i provvedementi giudiziari.

Aggiornamento ore 10,00 -
Riferisce la Reuters che tra i destinatari del provvedimento di divieto di dimora (in Campania) c'è Sandra Lonardo Mastella presidente del Consiglio Regionale della Campania. Un avviso di garanzia anche per il figlio Pellegrino, avvocato. Agli arresti domiciliari Luciano Capobianco, ex direttore generale dell'Arpac.

Scrive l'Agenzia che "L'indagine, coordinata dalla Sezione reati pubblica amministrazione della Procura di Napoli, avrebbe accertato, tra l'altro, dicono le fonti, l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata a una serie di truffe, falsi, abusi d'ufficio, turbative d'asta e concussioni, commessi nell'ambito della gestione di appalti pubblici, concorsi finalizzati all'assunzione di personale e affidamento di incarichi professionali nella pubblica amministrazione.

I provvedimenti, secondo le fonti, arrivano dopo gli sviluppi dell'indagine che aveva portato già agli arresti domiciliari la presidente Lonardo e al coinvolgimento del marito, l'ex ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella, al quale è stato recapitato oggi un avviso di chiusura indagine, per quell'inchiesta".

Aggiornamento delle 9.55 - L'operazione in corso pare delinearsi. Riguarda l'Arpac, l'Agenzia regionale per l'Ambiente. Si sta indagando su 63 persone con l'emissione di 25 misure cautelari per falsi, abusi di ufficio, truffe, turbative d'asta e concussioni per appalti pubblici, concorsi per l'assunzione di personale, nonché per il conferimento di incarichi professionali. In azione l'Arma dei Carabinieri di Caserta e la Guardia di Finanza di Napoli su incarico della Procura partenopea. Sotto inchiesta: professionisti e imprenditori, dirigenti pubblici e politici della Campania. Eseguiti un arresto domiciliare, 18 divieti di dimora e 6 misure interdittive del divieto di esercitare l'attività di imprenditore e la professione.

Aggiornamento ore 9.45 - Cinque finanzieri pochi minuti fa hanno lasciato Via Pirandello dove alcune auto li attendevano. Al civico 10 sono entrati in precedenza e quindi ne sono usciti portando via delle valigette, presumibilmente, contenenti documenti.

Ore 9.20 - Un'importante operazione giudiziaria è in corso in città e in qualche comune della provincia di Benevento. Voci insistenti anche se non confermate ne vedrebbero la provenienza da Napoli. In alcune zone del capoluogo stazionano auto della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. In attesa di conferma anche la notifica di almeno un'ordinanza di arresto per un dirigente di un ente pubblico. Alcuni dei nomi che circolano tra i coinvolti sono molto importanti nel Sannio, ma mancano ancora i riscontri ufficiali. A breve ulteriori aggiornamenti.




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