Calcio a 5. Benevento ed il calcio al razzismo con la Coppa 'Tata Madiba'

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Ha vinto la Virtus Provola ma davvero non interessa a nessuno. Non tanto per l'improbabile nome della squadra vincitrice (per un errore di stampa sul volantino era stato scritto "torneo di Cacio" al posto di torneo di Calcio, così gli organizzatori c'hanno scherzato su) ma perchè il vero messaggio era un altro: Ama il calcio, odia il razzismo. E l'esperimento è riuscito in pieno. Sei squadre partecipanti, trenta "atleti" senza nessuna distinzione di razza, sesso, orientamento sessuale, identità di genere, colore, altezza e religione. A 'condire' l'insolita Epifania una trentina di persone che hanno raggiunto il cento sportivo 'Olimpia' in località Casale Maccabei, dove si è tenuto il primo torneo di calcetto antirazzista. Una bella giornata di condivisone e sport, dove a vincere è stato il divertimento ed il sorriso, specialmente quello dei ragazzi migranti che, in buona parte, hanno partecipato attivamente al torneo mostrando anche che con il pallone tra i piedi ci sanno veramente fare. Regolamento facile facile: gare da venti minuti senza arbitro, in totale autogestione, con un responsabile di campo che si è limitato a dare uno sguardo al cronometro e segnare i gol realizzati. I vincitori si sono aggiudicati la "Coppa Tata Madiba" che gli organizzatori hanno voluto dedicare alla memoria di Nelson Mandela, un simbolo che "con ogni mezzo necessario e possibile, dopo una vita di lotta e persecuzione, ha vinto".
Un torneo che, naturalmente, oltre al divertimento, ha un significato molto più profondo: "Il calcio, come ogni sport di contatto, affratella - sostengono gli organizzatori - perchè chi gioca condivide sudore e sangue, risate e lacrime. E quando, pur con tutta la correttezza possibile, la dai e le prendi in uguale misura, ti devi per forza accorgere che il colore della pelle non conta niente". Ed ancora: "Non possiamo accettare discriminazioni. Nei migranti abbracciamo sorelle e fratelli, crediamo che lo scambio culturale sia un'enorme ricchezza, rivendichiamo il diritto ancestrale della libertà di movimento per ogni essere umano e vediamo che il lavoro degli immigrati contribuisce alla crescita complessiva di questo Paese. Odiamo il razzismo e perciò lo combattiamo con ogni mezzo. Lo sport è uno di questi, così ci siamo trovati a giocare la prima coppa "Tata Madiba", un torneo particolare dove vincere non è tanto importante, perchè la vera vittoria è già esserci". Così, al termine della sessione di gare, il campo di gioco si è trasformato in una grande area ricreativa. Un pranzo comune, ancora sorrisi e presto nuove iniziative di questo tipo.
G.V.



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