Entro il 2040 un terzo del pianeta rischia la scarsità idrica grave

ROMA (ITALPRESS) – Entro la fine di questo secolo, quasi tre quarti delle regioni del mondo già soggette a siccità rischiano di affrontare gravi carenze idriche. A lanciare l’allarme è una ricerca pubblicata su Nature Communications, la prima a fornire una stima dettagliata di questa portata.

Gli scienziati della Pusan National University in Corea del Sud hanno analizzato un vasto insieme di modelli climatici, elaborando uno scenario che non lascia spazio a dubbi: il cambiamento climatico, unito alla pressione crescente dei consumi, porterà sempre più aree verso quella che viene definita Day Zero Drought, la siccità estrema che fa letteralmente “azzerare” le risorse d’acqua disponibili.

Già nei prossimi decenni i focolai più critici potrebbero emergere nel Mediterraneo, nell’Africa meridionale e in alcune zone del Nord America. A determinare la crisi concorrono meno piogge, la riduzione della portata dei fiumi, livelli dei bacini sempre più bassi e un uso spesso non sostenibile delle risorse.

Secondo lo studio, entro il 2040 oltre un terzo delle regioni vulnerabili potrebbe trovarsi in condizioni di carenza idrica grave. E con un aumento della temperatura globale inferiore a un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali, sarebbero circa 753 milioni le persone esposte al rischio, di cui quasi 470 milioni nelle grandi aree urbane, Mediterraneo compreso.

Gli esperti avvertono anche di un altro pericolo: l’intervallo tra un evento di siccità estrema e il successivo potrebbe diventare più breve della durata stessa della crisi, rendendo impossibile per i territori riprendersi.

Di fronte a questi scenari, i ricercatori sottolineano l’urgenza di sviluppare politiche proattive e una gestione integrata delle risorse idriche, capaci di proteggere comunità, agricoltura ed ecosistemi da un futuro sempre più assetato.

fsc/gtr


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