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01/01/1970 :: 1:0:0



Il pezzo in questione sembra più una lettera ad un nemico/avversario che un articolo di giornale. Non ho avuto il pregio di conoscere il dott. Principe di persona, mentre l'ho sentito spesso per telefono, insieme alla moglie, per risolvere insieme problemi di figli nati ed ormai cresciuti o di genitori in difficoltà. Si può non condividere la campagna di comunicazione, ma altro è la persona. Chi si prende cura delle sofferenze altrui, non può essere serenamente e seccamente bollato fariseo, piuttosto nel Vangelo si parla di Cireneo. Ed ho conosciuto e conosco famiglie che hanno trovato nel Cav un vero e valido aiuto per la propria felicità, in un momento in cui si sentivano profondamente sole. Sono contento che il Cav è tornato dov'era. Angelo   Moretti -  - 
Quello che dispiace nell'articolo di C.P. sul "Quaderno", a commento di quanto detto da Carlo Principe non sono le sue convinzioni (di C.P. dico), ovviamente sacrosante quantunque profondamente sbagliate dal mio punto di vista, ma il tono francamente acido con cui viene commentato quello che è il sostanziale sfratto del CAV dal "Rummo", lamentato dal suo presidente. "Violento attacco scagliato da Carlo Principe", "presenza intromittente (del CAV) segnalata da molte donne, "questi antiabortisti", "lunga aspra nota di Carlo Principe", "tira fuori le sue convinzioni religiose e integraliste", "arriva al punto di affermare...", "avete letto bene!", " i furori delle proprie convinzioni" e ancora "va all'attacco", e "non c'era da dubitare che Carlo Principe dicesse di avere la Provvidenza dalla sua" e, infine il paragone al "giusto fariseo". Mi sembra inutilmente acre, questo commento, e assai ingeneroso soprattutto se rivolto a chi, come Carlo Principe, con impagabile spirito di sacrificio sorretto da profonde convinzioni, da ben più di 17 anni offre il suo tempo e il suo impegno per una causa che nessuno non può non definire nobile: verificare con amore e paziente intelligenza, cioè, se non esistono le condizioni, i mezzi e i sussidi perchè una mamma tenga il suo bambino. Poi, entrando nel merito: se dicono al CAV dopo 17 anni di volontariato che te ne devi andare, e solo dopo reiterate proteste ti mandano in un gabbiotto abbandonato, sporco e lontanissimo dal reparto di ginecologia perchè, invece di scagliarsi a testa bassa contro Carlo Principe, non fare una propria inchiesta e verificare le motivazioni, ad oggi oscure, delle scelte della Dirigenza del "Rummo", e presentarle poi ai lettori? Giuseppe Iorio Giuseppe   Iorio -  - 
Ogni qual volta si parla di legge 194 si da sempre e solo voce alla parte della legge che consente l'IVG nelle strutture ospedaliere e alla descrizione di come queste associazioni "disturbino" le "povere donne" che "esercitano il loro diritto". Questi strenui difensori della legge però disattendono completamente lo spirito legislativo che portò all'approvazione della suddetta normativa e che non doveva fornire una via facile per la soppressione di una gravidanza non desiserata ma doveva intervenire per la prevenzione della pratica abortiva. Questo punto però è completamente o quasi ignorato sia dai consultori quando esistono sia dalle strutture ospedaliere che come il Rummo si sbarazzano dalle associazioni di cittadini che cercano di completare l'attuazione della 194. Claudine Sassi Mazzini Claudine   Sassi Mazzini -  - 
Carlo Principe è la persona più coerente col Vangelo che che ho avuto il PRIVILEGIO di conoscere! La sua nobiltà d'animo,la sua generosità,la sua capacità di aiutare chi soffre (rimettendoci del proprio!) è nota a chiunque abbia avuto la possibilità di conoscerlo,anche solo un poco! E' per me un ONORE essergli amico! Sergio Pezza Sergio   Pezza -  - 
Mi ha colpito con scarsa positività i commenti dell'autore del pezzo. Questa è solo una notizia che, credo, potesse essere riportata in termini di cronaca. Poi un Editoriale sul tema abortista l'avrei letto con altrettanto interesse. Prendere posizione così marcatamente, in questo caso, non lo trovo opportuno. Luigi   De Stasio -  - 
finalmente!leggendo l'articolo questo è quanto mi viene voglia di esclamare. Finalmente i dirigenti dell'ospedale hanno assunto una posizione ripsettosa per la donna nei confronti del cav. La legge 194/78 infatti prevede la "possibilità" per i consultori di avvalersi di formazioni volontarie, ma non certo l'obbligo, e, soprattutto, non prevede che tali formazioni debbano godere di diritti di esclusiva. Il primo oblbigo dei consultori e degli IGV è infatti quello di fornire un'informazione adeguata e completa e di offrire il maggiore sostegno materiale e psicologico alle pazienti, qualunque sia la loro scelta. La presenza del cav in prossimità del reparto, evidentemente costituiva una lesione del diritto della donna ad una scelta libera e consapevole. La stessa attività dei volontari, che spesso assume toni persecutori ed opprimenti è violenta ed offensiva.d'altra parte la legge nazionale non riconosce alcun diritto alle associazioni che vogliano operare in questo campo, ad installarsi all'interno delle strutture pubbliche. D'altra parte se così fosse si dovrebbe garantire uno spazio per tutte le associazioni ed enti presenti sul territorio che ne fanno richiesta... Esprimo il mio apprezzamento per la decisione dei dirigenti del Rummo e invito il presidnete del Cav a riflettere...sull'arroganza! Anna   mucci -  - 
Leggo con stupore misto a rabbia la vibrata protesta del Centro Aiuto alla Vita, questa sì del tutto gratuita, contro la declassazione di una postazione, sempre gratuita, che i vertici dell’Azienda Ospedaliera “Rummo” hanno riservato alla predetta associazione nell’ambito della struttura sanitaria. Provo pertanto ad esprimere le mie personali riflessioni al riguardo, ritenendo che rappresentino il sentire comune di tante cittadine, religiose e laiche, che possono esercitare in strutture pubbliche un diritto tutelato dalla legge che le sottrae a pratiche clandestine foriere di morti sicure : 1) il valore della vita delle donne che si rivolgono all’ospedale per l’applicazione della legge 194 è sacro; 2) una struttura sanitaria pubblica ha il dovere di riservare i propri locali a strutture pubbliche o di volontariato che massimizzino l’efficacia dei servizi sanitari offerti; 3) l’ospedale pubblico è il luogo privilegiato della cura .La prevenzione è appannaggio di altre strutture territoriali, quali , ad esempio, i consultori, dove le donne che intendono avvalersi dei benefici della Legge 194 hanno già ricevuto la consulenza psicologica e ginecologica propedeutiche all’accesso alla struttura ospedaliera. Alla luce delle predette considerazioni, mi permetto di proporre ai vertici dell’azienda ospedaliera di riservare i locali pubblici, funzionanti grazie al contributo economico della collettività, ad associazioni che operino in coerenza con i princìpi della legge. Ritengo, infatti, un ostruzionismo all’applicazione della 194 la presenza di associazioni di aiuto alla vita presso ospedali pubblici, ultima tappa del cammino doloroso che la donna ha intrapreso quando ha deciso di sottoporsi all’interruzione volontaria della gravidanza . Mi chiedo come reagirebbero le parrocchie se si decidesse di istituire presso di esse presìdi pubblici di prevenzione della gravidanza. Mi illudevo che vigesse in Italia il principio della libera Chiesa in libero Stato. Evidentemente, ancora non è così. Anna Maria Mollica Anna Maria   Mollica -  - 

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