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01/10/2013 :: 9:26:30

Studente beneventano dislessico. Il Tar 'annulla' la bocciatura della scuola


Scuola
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Il Tar della Campania ha annullato la bocciatura di uno studente dislessico di Benevento, accogliendo le tesi dei legali. La vicenda risale ad un anno e mezzo fa circa quando un alunno  dislessico, che aveva frequentato la classe quarta dell’Istituto di Istruzione  Superiore “Salvatore Rampone” di Benevento, alla fine dell'anno scolastico 2011- 2012, non veniva ammesso alla classe successiva.  I suoi genitori, rappresentati dagli avvocati Francesco D’Angelo e Andrea Rizzo di Salerno per ottenere giustizia decidono, di ricorrere al Tar della Campania, in  quanto, secondo loro, la scuola non “aveva attivato tutte le misure di sostegno necessarie previste dalla Legge 170/2010, per gli alunni affetti da disturbi 
specifici dell'apprendimento”. E il ricorso ha avuto i frutti sperati. A renderlo noto Cinzia De Cicco, presidente provinciale dell'associazione Italiana Dislessia, sezione Benevento: "I due avvocati del Foro di Salerno - si legge nella nota - hanno sostenuto l’ avvenuta violazione della normativa nonché delle circolari ministeriali che in tutela dei soggetti affetti da dislessia, obbligano le istituzioni  scolastiche a predisporre un apposito percorso formativo personalizzato oltre  all’adozione di una serie di misure dispensative e di strumenti compensativi,  con l’indispensabile e doveroso ausilio di un corpo docente sensibile e  preparato. A nulla è valsa la tesi portata avanti dall’Istituto Rampone che, si legge  nella sentenza, “si è difeso indicando che la famiglia del ragazzo non avrebbe trasmesso una diagnosi di DSA effettuata nell’ambito dei trattamenti  specialistici del S.S.N”. Una argomentazione che non ha convinto il Tribunale  Amministrativo che, così come riportato nella Sentenza n. 04069/2013, ha 
precisato che nel Verbale del Consiglio di Classe del 24/01/2011, “l’alunno  presenta un DSA come da documentazione medica prodotta e allegata”, e che “i docenti tutti sottolineavano di essere a conoscenza del fatto che l’alunno avesse un Disturbo Specifico dell’Apprendimento e di dover attualizzare alcuni strumenti compensativi e misure dispensative”. Per questo, ha sottolineato il 
Tribunale, “la mancata attivazione di tale processo ha inficiato il provvedimento di non ammissione alla classe successiva che è stato quindi annullato”. Il Tar della Campania, infatti, già con una prima sentenza ( Ordinanza n.  4041/2012), aveva dato ragione ai genitori del ragazzo annullando, seppur in 
via provvisoria, la non ammissione alla classe successiva dell’alunno e riammettendolo a frequentare, per l’anno scolastico 2011-2012, la classe quinta. Una Sentenza importante che farà ancora discutere ma che ribadisce, in modo ancora più chiaro, che il legislatore italiano ha emanato una serie di disposizioni finalizzate a garantire il diritto all’istruzione degli alunni con DSA, tanto più a favorirne - attraverso la previsione di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi - il successo scolastico ( art.5 comma 1 L.170/2010). In ragione di ciò, la mancata attivazione delle misure dispensative e compensative da parte della scuola, ha determinato l’illegittimità del provvedimento di valutazione negativa, emessa nei confronti dell’alunno. Il ragazzo a giugno scorso dopo aver terminato gli studi del quinto anno, ha affrontato e superato gli esami di maturità, seppur in via provvisoria. La decisione definitiva, infatti, è arrivata circa un mese fa, quando la quarta sezione del TAR della Campania, con Sentenza n. 04069, ha accolto il ricorso in via definitiva, annullando gli atti impugnati e condannando l’Amministrazione scolastica alle spese di procedimento.
"Giustizia è fatta - ha chiosato De Cicco - evidente che questa sentenza non è una vittoria solo di un'unica famiglia ma di tante altre che spesso vedono negati i diritti dei propri figli, ma soprattutto è una vittoria per il ragazzo che ha avuto la possibilità, con questa sentenza, di riscattarsi delle ingiustizie e delle umiliazioni subite e di dimostrare, a chi gli ha tolto la speranza di credere nella scuola e di amarla, di non essere lui “ quello sbagliato”, ma di essere un ragazzo come tanti altri che ha solo un modo diverso di apprendere".

Ultima modifica 01/10/2013 alle ore 10:4

Non ho capito bene se agli alunni con D.S.A., od altro, il legislatore italiano vuole garantire il diritto all’istruzione (cioè alla formazione e all'acculturamento) o solo il diritto alla promozione, che, in questo specifico caso, mi sembra l'unica cosa rivendicata dai genitori. francesco   conte -  - 
Ma i genitori avevano richiesto un servizio di sostegno o un supporto psicologico? Mi chiedo se i docenti debbano farsi anche assistenti sociali, psicologi, psichiatri, medici e quant\\\\\\\\\\\\\\\'altro... Aveva un piano di studi differenziato o semplificato? I prof hanno spesso le mani legate in quanto la normativa, a quanto ne so, non prevede neppure per i dislessici una figura di sostegno. Questo, senza voler dare ragion agli uni o agli altri... Artis Martis   Martis -  - 

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