Europee. Sovranismo tattico in Ungheria

Dopo le elezioni europee, stravinte con percentuali bulgare, il partito Fidesz del premier magiaro Viktor Orban decide di sospendere la riforma del sistema giudiziario.

La legge, che il governo era riuscito a far approvare a dicembre, aveva introdotto un sistema parallelo di tribunali amministrativi alle dirette dipendenze del ministro della Giustizia: avrebbe così avuto un ruolo determinnante nella nomina dei giudici e anche nella supervisione dei tribunali. All’inizio dell’anno l’Ungheria aveva già modificato alcuni aspetti della legge dopo le proteste della Commissione di Venezia, un organo consultivo del Consiglio d’Europa che si occupa di rispetto dello stato di diritto. Orban si è dimostrato un fine tattico. È vero che Fidesz è stato il partito più votato in Ungheria; a marzo però era stato sospeso dal Partito Popolare Europeo (PPE), dove siede in Parlamento e nelle altre istituzioni, per aver ripetutamente violato lo stato di diritto.

Ancora non è chiaro se a luglio, quando si insedierà il nuovo parlamento, gli eurodeputati di Fidesz continueranno a stare nel PPE oppure si aggregheranno all’alleanza sovranista creata da Matteo Salvini e Marine Le Pen. La decisione di sospendere la riforma è stata interpretata come un segno del fatto che Orbán voglia riappacificarsi con i suoi alleati nel PPE. Questa versione non è stata comunque confermata dal capo del suo staff, Gergely Gulyas, che ha detto: "È stata una scelta dell’ultimo minuto, che sicuramente migliorerà la posizione dell’Ungheria in Europa.


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