Delegazione CGIL in visita al Carcere di Capodimonte boccia le condizioni di vita di agenti e detenuti

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Benevento - Casa CircondarialeBenevento - Casa Circondariale

Una delegazione della FP-CGIL ha fatto visita la settimana scorsa all'istituto penitenziario di Benevento rilevando con rammarico il mancato miglioramento delle condizioni di lavoro degli agenti di custodia, ma anche quelle di vita dei detenuti.

La delegazione CGIL, costituita dal Coordinatore Nazionale Massimiliano Prestini, dalla Coordinatrice Regionale Imma Cafaro e dal Coordinatore Provinciale Fabrizio Minicozzi, rileva che dall'ultima visita sui luoghi di lavoro svolta nel carcere di Capodimonte nel 2015, “nulla è stato fatto nonostante che la precedente direzione abbia avuto un congruo periodo di tempo per salvaguardare e tutelare la salute dei propri operatori penitenziari sulla base di precedenti indicazioni. Si trattava di intervenire su aspetti funzionali e gestionali di non poca importanza”.

Secondo il sindacato dalla visita è emerso che “vi è molto da realizzare per perfezionare sia la condizione lavorativa di tutti gli operatori che la condizione detentiva dei ristretti e appare evidente come in questi ultimi anni è stato sprecato del tempo prezioso”.

La FP GGIL di Benevento auspica che la nuova dirigenza della Casa Circondariale sannita saprà apportare quei cambiamenti e quelle innovazioni che contribuiranno a infondere un nuovo concetto legato alla formulazione del 'bilancio sociale' adottando obiettivi capaci di rafforzare la percezione pubblica dell’importanza delle azioni svolte accrescendo la propria legittimazione nella comunità locale di riferimento e consenso sociale. “Maggiore attenzione” - sottolinea il sindacato - “andrebbe richiesta tra la comunità di riferimento e quella territoriale che sinergicamente implementerebbero aspetti di inclusione sociale attraverso strumenti di collaborazione che la legislazione regionale deve sviluppare con la Commissione Lavoro Penitenziaria presso ogni PRAP. L’adozione di best practices avrebbe risvolti positivi nella riorganizzazione interna del lavoro, nell’utilizzo di tecnologie che riguardano applicativi ministeriali e all’implementazione della digitalizzazione degli atti consentendo una dematerializzazione dei fascicoli detentivi”. 



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