Evasione fiscale, la Commissione UE apre un'inchiesta su Ikea

La Commissione europea apre un'inchiesta su Ikea, accusata di aver eluso tasse in Olanda per un miliardo di euro.

"Tutte le aziende, grandi o piccole, multinazionali o no, devono pagare la giusta quantità di tasse. Gli Stati membri non possono consentire a imprese selezionate di pagarne meno permettendo loro di spostare i profitti artificialmente altrove", ha commentato ieri la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

Il periodo contestato va dal 2009 al 2014, secondo una relazione pubblicata nel febbraio 2016 dai Verdi al Parlamento Europeo. Il gruppo svedese ha creato due entità societarie separate all'interno di una rete di compagnie basate in Olanda, Lussemburgo e Liechtenstein. Attraverso questo intrico di società, avrebbe mosso il denaro avvantaggiandosi dei regimi fiscali più favorevoli, si legge sul Financial Times. Le informazioni sono limitate in quanto Ikea non è una società pubblica né quotata in borsa.

Come la maggior parte dei gruppi multinazionali, è costituita da un gran numero di società controllate attive in numerose giurisdizioni. Il gruppo Ikea ha pagato 825 milioni di euro di imposte nell'esercizio chiuso a fine agosto su utili al lordo delle imposte per 3,31 miliardi di euro. La consociata Inter Ikea, proprietaria del marchio e del concept, ha pagato 241 milioni di euro con un utile al lordo delle imposte di 1,15 miliardi di euro. Nell' agosto 2016 la signorara Vestager ha ordinato all'Irlanda di recuperare da Apple, per il periodo compreso dal 2003 al 2014, un importo record di 13 miliardi di euro di imposte retroattive. Una decisione storica che ha alimentato le tensioni transatlantiche. Suoi anche i provvedimenti contro Starbucks nei Paesi Bassi, Fiat e Amazon in Lussemburgo.


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