Famiglia: Istat: "Rafforzare nuclei familiari, incentivare autonomia giovani, conciliare tempi di vita e lavoro"

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“Rafforzare le famiglie, incentivare l’autonomia dei giovani, conciliare i tempi di vita e di lavoro, promuovere l’inclusione sociale”. Queste per Giorgio Alleva, presidente dell’Istat, alcune misure da mettere in campo a sostegno dei nuclei familiari.

Intervenuto alla terza Conferenza nazionale sulla famiglia “Più forte la famiglia, più forte il Paese” che si è aperta ieri mattina in Campidoglio, Alleva sottolinea anzitutto il rovesciamento della proporzione tra anziani e giovani e si sofferma sulle trasformazioni delle famiglie nel tempo, precisando che in Italia la spesa sociale è 1,6% della spesa pubblica complessiva rispetto al 2,4% media Ue.

Alleva analizza tra le dinamiche della famiglia, oggi, in Italia. “I motivi della scarsa natalità riportati dalle madri di un solo figlio – fa notare – sono di natura economica o legati alla difficoltà di conciliare impegni familiari e lavorativi”. Non mancano dati positivi, l'Istat fotografa infatti un’economia in fase di crescita. Ma il Sud si caratterizza per la quota più elevata di disoccupati, il doppio della media italiana. Nel 2016 l’Italia è penultima in Ue per occupazione femminile, davanti solo alla Grecia.

Un ruolo centrale nella fornitura di servizi alle famiglie è svolto dai Comuni. Un bambino con meno di due anni su due è accudito dai nonni. Nel 38% delle famiglie è presente almeno una persona anziana. Il 58% degli anziani in particolare uomini hanno bisogno di aiuto. La povertà tocca ormai il 6% delle famiglie, in particolare in quelle con tre o più figli minori.

Per il presidente Istat “occorre pervenire ad un quadro legislativo coerente a sostegno delle famiglie con figli”. Necessarie, afferma, “politiche volte a rafforzare le famiglie, che aiutino gli individui nelle diverse tappe della vita e che riducano le disuguaglianze”. Misure che “incentivino l’autonomia dei giovani e ne agevolino i progetti, e di sostegno alle famiglie per una migliore conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro”. Ma gli aiuti economici non bastano: servono anche politiche che “promuovano l’inclusione sociale”.



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