Giornata dei Giusti: "Non eroi, ma persone che trovano la forza dinanzi alle difficolta' "

17:31:40 3313 stampa questo articolo
Gioranta dei Giusti al Liceo Rummo (2017)Gioranta dei Giusti al Liceo Rummo (2017)

Il ricordo dei “Giusti” affidato alla piantumazione di alberi nel giardino del liceo scientifico “G.Rummo”. Presenti l'ambasciatore del Cile Emilio Barabani, il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e la giornalista Enza Nunziato, rappresentante per la Campania della Fondazione Gariwo.

Piantare alberi, intitolati alla memoria di persone che si sono distinte per il coraggio a sprezzo della propria vita, significa seminare nelle nuove generazioni il germe della ricerca della verità. “I “Giusti” non sono eroi, ma semplici persone che di fronte alle difficolta trovano la forza di anteporre il dolore degli altri alla propria sicurezza. Nella coscienza cittadina il termine è associato alla Shoah, a quanti si distinsero per mettere al riparo uomini, donne e bambini perseguitati dal nazismo. Nell’attuale momento storico, di diniego dei principali diritti di democrazia e di manipolazione strumentale dei media, appare quanto mai doveroso ispirare i giovani alla ricerca dell’affermazione della verità, in ogni realtà geografica e sociale.

“Solo modelli di riferimento e istituzioni illuminate possono operare il cambiamento” - queste le parole di esordio dell’ambasciatore cileno Emilio Barabani. Gli fa eco la giornalista Enza Nunziato, che non esita a definire la dirigente Teresa Marchese “persona illuminata, che ha a cuore iniziative altamente formative per i suoi studenti”. La rappresentante per la Campania della Fondazione Gariwo non può non riconoscere che la nostra generazione è incline ad una conoscenza che passa attraverso i canali visivi. Dunque quale migliore modo per coltivare il seme della democrazia, se non cavalcando le potenzialità espressive dei nostri giovani? “In '1984', pubblicato nel lontano 1949, George Orwell lasciò per iscritto i suoi timori di intercettazione del pensiero umano. Il rischio è scongiurato allo stato dei fatti" - sembra rincuorare la giornalista - “ma siamo molto vicini alla coercizione mentale. Occorre mettere in campo azioni educative che preservino l’esercizio della democrazia”.

Il professore Gaetano Panella, docente di filosofia presso il Liceo Rummo e responsabile per il coordinamento del giornalino “Presente”, apre il collegamento dalla Francia, via skype con il professor Gerard Malkassian, nell’entusiasmo dei ragazzi convenuti. “Buona giornata dei giusti a tutti”. Con questo caloroso saluto il docente d’oltralpe alleggerisce l’atmosfera, il convegno, per quanto veicoli un messaggio d’amore, trasmette inevitabilmente vicende di vite strappate.

Malkassian porta il suo contributo di mediatore culturale tra turchi e armeni. Vittima egli stesso della violenza che lo costrinse ad emigrare dalla Turchia alla Francia, persegue attualmente un obiettivo in collaborazione con il Ministero Francese all’Istruzione: percorrere percorsi di ascolto e di educazione alle culture altre.“Da 50 anni il problema del confronto tra le fazioni è dibattuto all’insegna di accuse e di aggressioni vicendevoli.” Lo storico teme il pericolo di una ulteriore recrudescenza nei rapporti della Turchia col resto del mondo.

La testimonianza di Francesco Del Grosso, nella veste di presidente del “Circolo Manfredi” è forte. L’avvocato riporta la vicenda umana e professionale dell’avvocatessa Fetiye Cetin, intrepida paladina dei diritti umani delle minoranze in Turchia, cui fu impedito di partecipare ad un convegno in difesa dei diritti umani in Turchia. Fu privata della libertà per una notte e rimessa in libertà ad evento concluso. Questo ai tempi della dittatura imposta dal generale Kenan Evren dopo il colpo di Stato del 12 settembre 1980. La vicenda della legale turca è legata alla sconvolgente dichiarazione sulle proprie origini armene, raccolta dalle parole di sua nonna in punto di morte ed è strettamente connessa alle vicende dell’attivista Hrant Dink, assassinato il 17 gennaio 2007. Il giornalista si distinse per l’impegno civile professionale nella lotta non violenta a favore delle minoranze etniche, religiose. Anche a lui va il ricordo per una vita sradicata alla sua gente e ai suoi affetti,con il simbolico riconoscimento di un albero, che crescendo ne accresca la memoria. 

Non occorre travalicare i confini nazionali. Abbiamo anche noi i nostri giusti. Nelle parole di Ottavio Lucarelli, presidente dell'ordine dei giornalisti per la Campania, il ricordo, mai affievolitosi, di Giancarlo Siani. Il presidente si affida alle parole contenute in una lettera di Paolo, fratello del giornalista scomparso. “La memoria di mio fratello è sempre più viva, anche in chi non lo ha mai conosciuto”. Non poteva che essere così: il giovane “abusivo” (così si definiscono i giornalisti non in possesso di regolare contratto), ha dato molteplici prove di coraggio agganciando continuamente temi scottanti di relazioni tra mafie e territorio locale. A nulla valse, per salvargli la vita, l’allontanarlo dalle inchieste scabrose, il suo era un senso civico prepotente che doveva prima o poi consacrarlo eroe. “Da poco”- annuncia con soddisfazione Lucarelli” – “è stata recuperata la sua auto, una Mehari”, che percorrerà l’Europa per un viaggio simbolico della legalità”. Giancarlo Siani era poco più che ventenne quando fu assassinato. Un testimonial credibile ed evergreen, mito intramontabile. Anche per lui c’è spazio per un albero, memoria visiva e, si spera, rigogliosa nel ricordo.

L’ambasciatore Barabani auspica l’istituzione di una giornata della Memoria tutta italiana. “La gran parte dell’opinione pubblica non è più idealista. Occorre far scattare una molla interiore che motivi i più giovani”. Annuncia che sarà presto piantato un albero nei giardini dell’’ambasciata svedese per ricordare l’eroismo dell’ambasciatore Edelstam, che nel ruolo di competenza rischiò la propria vita in favore di innumerevoli altre vite.
La lista dei giusti italiani si è recentemente arricchita di un ulteriore personaggio. Di Luigi Spina, giovane molisano emigrato in Australia, si sono occupate le principali testate giornalistiche mondiali. “Ho incrociato una ragazza che stava per essere aggredita da un violento”, ha dichiarato candidamente il giovane, incredulo per tanta improvvisa notorietà. Ha riportato profonde ferite da arma da taglio ma dichiara che lo rifarebbe. Evidentemente questo è il tratto degli eroi: un orgoglio impalpabile che si cela tra le maglie della quotidianità, pronto ad emergere per la salvaguardia del prossimo, indipendentemente dalla casacca politica, religiosa o sessuale che l’altro vesta.

Attraverso la sua rappresentante in Campania Enza Nunziato, Il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci ha voluto esprimere alla Fondazione internazionale Gariwo,  il proprio sentito compiacimento per la Celebrazione della “Giornata dei Giusti” svoltasi con la collaborazione del Circolo Manfredi presso il Liceo Scientifico “Gaetano Rummo” e per i due Alberi piantati per la “Foresta dei Giusti” in onore dei giornalisti Giancarlo Siani e Hrant Dink, morti per difendere la libertà di stampa. Il Presidente Ricci ha ringraziato anche i docenti e gli allievi del “Rummo” e la sua dirigente scolastica Marchese, nonché il Presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti Ottavio Lucarelli per la partecipazione all’evento. “E’ stata una manifestazione – ha detto Ricci – che ha lasciato nel cuore dei ragazzi del Liceo un segno profondo, intenso, indelebile”.

Sonia Caputo



Articolo di Scuola / Commenti