INCHIESTA Il disagio sociale che uccide, ondata di suicidi nel Sannio. Colloquio con il dottor De Lorenzo

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Giuseppe De LorenzoGiuseppe De Lorenzo

Il Sannio pare colpito da una nuova ondata di suicidi. L'ultimo questa mattina, a San Salvatore Telesino, il precedente appena ieri, a Sant'Angelo a Cupolo. Colloquio con il dottor Giuseppe De Lorenzo, psichiatra, per comprendere le cause del profondo disagio che spinge all'insano gesto.

La Campania, con un tasso di suicidio del 13, 6%, è una delle regioni più colpite d’Italia. Il dottor De Lorenzo fa presente che se si scende nella nostra comunità, purtroppo, ritroviamo un tasso anche maggiore. Ma quali le cause dei malesseri che spingono le persone nel baratro della scelta estrema? “Qualora vi sia un confronto con le altre regioni – spiega lo psichiatra - “fra le tante problematiche che interessano il vivere quotidiano, una, più delle altre, ha ormai superato il livello di guardia, invitando tutti noi a riflettere, ed è quello dei suicidi. La Partecipazione collettiva al dolore, puntualmente ogni volta, in occasione di queste tragedie, che, appunto, a ritmo sempre più incalzante, stanno interessando il nostro territorio e quindi la solidarietà morale che ne deriva, è un atto morale senza alcun costo".

"La Stessa, però, è destinata ad esaurirsi in fretta e non produce alcun risultato pratico" - precisa. Il Quaderno ha interpellato il dottor De Lorenzo perchè nella sua lunga carriera è stato a stretto contatto con il disagio. "Ho trascorso, sino a pochi mesi fa, quarant'anni nel reparto psichiatrico della nostra città - spiega - dirigendolo per venti, ed è ovvio che ho accumulato esperienze di ogni tipo. Molte di esse, le più significative, le ho narrate in un mio prossimo lavoro che comparirà a breve in libreria per le edizioni di Realtà Sannita. I suicidi, lo sappiamo tutti, sono sempre esistiti. La fine, molte volte, di tanti depressi, quelli seri, è purtroppo proprio il suicidio".

La depressione una delle prime cause. “La vita dell'ipocondriaco - continua a spiegare De Lorenzo - ad un tratto, per molteplici ragioni che molte volte hanno anche un terreno fertile sull'ereditarietà, diventa vuota, senza scopi, si trascorrono giornate a letto, alcuno stimolo riesce, malgrado gli assidui trattamenti in atto, a dare una scossa. Dinanzi agli occhi del depresso è come se si formasse un velo impenetrabile. L'epilogo, in questi casi, è decisamente scontato, da che mondo è mondo. Tutto ciò è sempre esistito. Oggi, però, giorno dopo giorno, il numero dei suicidi sta aumentando, segnatamente in questi ultimi mesi, in modo vertiginoso e non passano settimane che la stampa ce ne dia puntualmente notizia. Famiglie che da un giorno all'altro si trovano a vivere drammi senza fine". 

Ma il dramma e le sue cause andrebbero inquadrati a livello sociologico. "Invece di analizzare i casi singoli, come se fossero isolati l'uno dall'altro - precisa infatti il medico - "convinti che alla base ognuno abbia una motivazione, i suicidi verificatesi in questi ultimi tempi non appaiono quale semplice e sterile sommatoria, ma sono qualcosa che ha una sola individualità, spiccatamente espressione della solitudine che ognuno di noi, chi più chi meno, si porta dentro nell'attuale società e nei tempi difficili in cui oggi si è costretti a vivere. Una crisi profonda in un vissuto ormai a pezzi".

"Il numero di suicidi quotidiani cresce a macchia d'olio ed è per questo che è richiesto un impegno concreto da parte di tutti, in primis le istituzioni, impegnandoci perchè - nei limiti del possibile, aggiunge - venga migliorato il livello etico delle nostre vite. Alla solitudine si aggiunge, poi, la difficoltà economica che avvolge l'intero Paese a tutti i livelli. Vi sono padri di famiglia ormai inermi e completamente impotenti dinanzi alla cronica arroganza delle Istituzioni".

Quale può essere allora l'azione di prevenzione? "Dovremmo usare la vita, la nostra vita, così unica e così breve, per riuscire ad aiutarci l'uno con l'altro. Per Abolire la corruzione morale, così pervasiva, dal nostro agire quotidiano. Togliere l'overdose di interessi personali dai nostri comportamenti. Per riuscire a credere che una vita degna di essere vissuta debba avere ideali alti. Se ci limitiamo solo agli episodi di questi giorni, che, poi, sono la fotocopia di quelli già vissuti nei mesi addietro, si resta rabbrividiti solo pensando alla sofferenza indicibile che ha interessato le ore precedenti gli eventi".

Ma se le cronache riportano alla ribalta dell'opinione pubblica i casi di suicidio, così come quelli di questi ultimi due giorni, il dottor De Lorenzo scoperchia un velo su molti altri casi, i tentativi di suicidio, di cui nulla si sa.

“Negli ultimi anni, diversamente dal passato, mi sono soffermato sul numero sempre crescente dei giovani che giungono al pronto soccorso dopo aver imboccato la via del suicidio, ingerendo dosi generose di ansiolitici, psicofarmaci e giù di lì. Altre volte, invece, effettuando gesti autolesionistici. Un numero, ripeto, sempre più crescente, enorme, veramente enorme, se confrontato ai casi sporadici che si verificavano nei tempi addietro”.

“In questi casi, molte volte il gesto dipende dalla scomparsa della famiglia tradizionale che un tempo costituiva un paravento alle ventate della vita, mentre oggi è proprio nella famiglia che si accumulano le contraddizioni e le avversità. Ci troviamo dinanzi a genitori che non fanno mancare economicamente nulla ai figli, ma privano però questi ultimi del colloquio, delle confidenze che nella nostra giovinezza costituivano il pane quotidiano.

“L'avvento della Televisione ha ucciso le belle e meravigliose chiacchierate del dopo cena. Ma tant'è! Allora, detto tutto questo in breve in quanto il discorso sarebbe lunghissimo, non meravigliamoci, ma fermiamoci tutti a riflettere sul motivo per cui oggi sono in tanti ad imboccare la strada del suicidio. Vi sono famiglie ormai inermi e completamente impotenti dinanzi alla cronica arroganza delle Istituzioni.

Allo stupore odierno, che ha preso un po' tutti, bisognerbbe anteporre la domanda se una mano sia stata tesa per fare in modo da evitare, oppure almeno limitare, tutto questo. La risposta appare difficile, veramente difficile.

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