INCHIESTA Suicidio, una "piaga sociale". Cause e sintomi per la prevenzione

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Ambulanza del Pronto Intervento - 118 (Immagine di Archivio)Ambulanza del Pronto Intervento - 118 (Immagine di Archivio)

Sei suicidi registrati in meno di un mese nel Sannio. Le principali cause: disoccupazione e solitudine.

Una lunga scia di decessi che si è aperta lo scorso 17 aprile quando un uomo si è sparato in un terreno a Foglianise. Nelle stesse ore una donna si era impiccata all'interno dei ruderi adiacenti al “Quisisana” (quartiere Pacevecchia). Poco dopo, la morte di un 40enne trovato impiccato in un capannone a San Giorgio La Molara e una donna impiccata alla tettoia dell'ingresso di casa a Faicchio. Di recente il nuovo dramma che ha investito la comunità di Apice e Sant’Agata de’ Goti dove un militare in licenza di 50 anni si è impiccato nei pressi dell’abitazione dei genitori. L'episodio ha seguito quello registrato pochi giorni prima a Benevento dove un 63enne aveva deciso di farla finita allo stesso modo.

È di ieri, infine, la notizia dell’ottantunenne di San Giorgio la Molara rinvenuto senza vita nella sua abitazione di contrada Cardito.

Una volta il suicidio veniva definito “insano gesto”. Oggi viene considerata la risposta estrema al male di vivere. Risposta ormai tragicamente frequente.
La Campania, con un tasso di suicidio del 13, 6%, è , infatti, una delle regioni più colpite d’Italia.

Quest'onda di dolore, che avvolge con maggiore intensità soprattutto le zone rurali della Campania (Irpinia e Sannio al primo posto), raramente dettata dall’impulsività, è la risposta a un problema multifattoriale, determinato da una complessa interazione tra fattori biologici, genetici, psicologici, sociali e ambientali, associato sia a motivazioni estrinseche (minacce, problemi economici) che intrinseche (disperazione, solitudine).

Quella del suicidio - spiega la Dottoressa Adele Caporaso, Psicologa responsabile del Centro di Ascolto Caritas Benevento - è una drammatica realtà odierna.

Attraverso lo strumento dell’Ascolto, si conferma sempre più la convinzione che la crisi economica dei nostri giorni ci obbliga purtroppo ad un cambiamento nello stile di vita e spesso l’individuo più vulnerabile, non sa o non riesce ad adeguarsi al nuovo sistema, si rinchiude in se stesso e privo di sostegno economico e/o affettivo, inizia a manifestare conflitti e sofferenza dell’Io, (oltre che nei rapporti inter-personali), evolvendosi a volte ed inspiegabilmente in un atto suicidario.

Dalle indagini promosse dalla Caritas Benevento emerge, dunque, un sé frantumato, insoddisfatto, frustrato a causa per lo più della mancanza di lavoro e/o del precariato.  Si perché – continua la Dottoressa - il fenomeno della disoccupazione coinvolgendo oltre il 70% degli utenti accolti al Centro di Ascolto (Dossier Caritas Benevento relativo all’anno 2016) sembra rappresentare nella nostra realtà locale la principale causa della povertà e quindi della condizione di malessere che segna e destruttura l’identità dell’uomo.

Il sentimento che traspare nell’Altro in crisi è quello dell’essere traditi da una società priva di punti di riferimento, priva di garanzie, priva di prospettive; dalle parole espresse così come dai silenzi, si avverte un senso di smarrimento in un mondo che stigmatizza, che accantona piuttosto che accogliere. Il malcontento e la rabbia incalzano verso istituzioni da cui non ci si sente né rappresentati né tutelati.

La vita vissuta con malessere è ormai una costante di questi anni difficili e quello di oggi è un individuo deluso, stanco di essere messo da parte, stanco di esser costretto a mettere in discussione la propria identità, stanco di combattere per “sopravvivere”. In questi casi, dunque, l’immediato riconoscimento, la facilità di accesso ai servizi specialistici e la possibilità di un intervento adeguato per le persone che presentino disagi simili, costituiscono un importante passo nella prevenzione del suicidio, evitando così possibili percorsi di cronicizzazione della malattia mentale stessa.

L’efficacia di un programma preventivo sta nel suo livello di organizzazione e quindi di integrazione e coinvolgimento di più servizi di promozione della salute, in una vasta gamma di interventi terapeutici e in campagne di promozione e educazione sanitaria.
E proprio per questo motivo La Caritas Diocesana di Benevento, attraverso i servizi offerti, cerca di promuovere lo sviluppo della persona, ponendosi verso ciascuno con atteggiamento preventivo di Welcome e sostenitore di Welfare.

Carmen Chiara Camarca 

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