L'Ambasciatore De Agostini presenta il suo romanzo a Circello, l'intervista

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L'Ambasciatore De Agostini. Foto tratta da: http://www.ambharare.esteri.it/L'Ambasciatore De Agostini. Foto tratta da: http://www.ambharare.esteri.it/

Sarà presentato il 25 agosto a Circello il romanzo “Un Prosciutto e dieci ducati” di Enrico De Agostini, Ambasciatore d’Italia in Zimbabwe.

Il prossimo 25 agosto, alle ore 17,30, nel ristrutturato castello di Circello sarà presentato il romanzo “Un prosciutto e dieci ducati” di Enrico De Agostini. Il romanzo, con la presentazione del poeta, scrittore e ambasciatore in Venezuela Silvio Mignano e l’inquadramento storico di Francesco Barra, ordinario di Storia Moderna all'Università di Salerno, è ambientato quasi per intero qui a Circello tra la fine del 1700 e i principi del 1800. È un insieme di storie e fatti che coinvolgono il lettore desideroso di conoscere la conclusione. Eventi reali e fantasiosi si intrecciano, sviluppandosi in un racconto avvincente.

Ma chi è Enrico De Agostini, l'autore di questo romanzo? Intanto è un Sannita, anche se nativo di Roma, e con casa a Campolattaro; ha qualcosa di Circellese essendo i suoi antenati nati e vissuti nel centro sannita ed è il pronipote di quel Giosuè De Agostini che nel 1831 scoprì la Tabula Alimentaria nelle terre di Contrada Macchia. Oggi De Agostini è Ambasciatore d’Italia in Zimbabwe.

Ad intervistare De Agostini è stato Alfonso Tatavitto. Lo scorso novembre incontrandoci a Campolattaro ci ha anticipato di aver partecipato al concorso nazionale “Io scrittore” e di essere risultato tra i dieci vincitori. Ci spiega come si è svolto il concorso?

“Più che di un concorso, si tratta di un torneo letterario, organizzato dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, il secondo d’Italia in ordine di grandezza (gli appartengono Longanesi, Garzanti e molte altre grandi case editrici). La differenza è che non c’è una giuria, ma i partecipanti si giudicano a vicenda, anonimamente, e operano così la selezione. Eravamo in 3584 all’inizio, 10 alla fine. I romanzi vincitori sono stati pubblicati dalla Mauri Spagnol, con il marchio IoScrittore, appositamente creato”.

Come mai ha deciso di ambientare il romanzo qui a Circello? E come ha fatto ad individuare i luoghi citati?

“Perché è la storia di un circellese, un avvocato, Luogotenente Governatore del Marchese di Somma (che, tradotto in termini moderni, significa amministratore e giudice), che tra il 1798 e il 1815 viene perseguitato da un gruppo ben organizzato di nemici, tra i quali briganti, gente comune e notabili, di Circello e di Colle. Ricordo la prima volta che venni a Circello, nell’aprile del 2012. Entrai in un bar e chiesi informazioni sulla storia del paese. Il gestore mandò a chiamare proprio Lei, dottor Tatavitto, e subito dopo conobbi Marisa Miele, che da quel giorno mi ha fatto da guida nelle mie ricerche dei luoghi dove si svolsero i fatti. È grazie alla disponibilità e competenza di entrambi che è stato possibile realizzare questo progetto. È stato davvero bello riconnettermi alle mie radici circellesi e stringere nuove amicizie in un posto, che è naturalmente vicino al mio cuore”.

Quanta la verità e quanta la fantasia nel raccontare i fatti che coinvolgono il protagonista?

“Direi che l’80 per cento è verità: tutti gli episodi principali sono realmente accaduti. Il progetto, anzi, era nato come un saggio, ma poi ho deciso di renderlo più fruibile da parte di tutti e l’ho trasformato in un romanzo”.

La conoscevo come attento ricercatore di personaggi e fatti che hanno riguardato nel corso dei secoli la sua famiglia e questi luoghi, oggi si presenta come autore di romanzi, le chiedo come si sente in questa nuova veste e se la sua nuova versione le piace di più?

“Credo che scrivere romanzi sia molto più rischioso, in un certo senso. Bisogna mettersi in gioco di più e si rischiano figuracce. Spero solo di non averne fatte. Io mi sono divertito moltissimo, sia nella fase di ricerca e ricostruzione dei fatti, sia in quella più creativa della scrittura. Spero essere riuscito a divertire anche qualche lettore”.

Infine, lei è un diplomatico, oggi impegnato in Zimbabwe, come fa ad abbinare un lavoro così impegnativo con la passione di ricercatore e di romanziere?

“I diplomatici scrivono molto per lavoro: rapporti politici, economici, discorsi, interviste eccetera. Non è un caso, quindi, che molti di loro abbiano pubblicato qualcosa nel corso della loro carriera. In genere si tratta di saggi, ma ci sono anche begli esempi di colleghi che si sono cimentati nella narrativa e alcuni persino nella poesia. Silvio Mignano, che presenterà il mio romanzo a Circello e a Campolattaro, per esempio, ha pubblicato, anche di recente, romanzi e libri di poesie molto belli, vi consiglio di leggerli. Quanto al tempo da dedicare alla scrittura (o a qualsiasi altro hobby), basta un’ora al giorno. Invece di guardare la televisione, io scrivo”.



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