La chiesa beneventana ricorda monsignor Laureato Maio

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monsignor Laureato Maiomonsignor Laureato Maio

Domani, martedì 9 giugno 2015, alle ore 17.30 nella Chiesa cattedrale di Benevento sarà celebrata una Santa Messa in suffragio di monsignor Laureato Maio, già Rettore del Seminario Arcivescovile e Direttore della Biblioteca Capitolare di Benevento, nel trigesimo dalla morte.

Presiederà la concelebrazione S.E. mons. Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi – Cava de’ Tirreni, originario della Chiesa beneventana.

Di seguito le note biografiche di monsignore Maio a cura di monsignore Mario Iadanza, vicario episcopale per la Cultura e i Beni culturali e direttore della Biblioteca Capitolare di Benevento.

Mons. Laureato Maio: sacerdote, educatore, studioso

«…Quando sarà rinchiuso il giorno nell’ombra oscura di una notte fonda, nessuna tenebra la fede conosca e per la fede la notte si accenda» (Ambrogio, Inno Deus creator omnium…). Questa convinzione del credente accompagna e consola, mentre si porge l’ultimo saluto a mons. Laureato Maio, che giovedì 7 maggio 2015 ha concluso il suo pellegrinaggio terreno: fides tenebras nesciat et nox fide reluceat. Il saluto si fa ricordo e la memoria si intesse di gratitudine al Signore per una testimonianza sacerdotale coerente e per una vita operosa e feconda.

La vocazione presbiterale di mons. Maio maturò in un clima familiare caratterizzato da profonda fede e si consolidò nella sofferenza e nel sacrificio dei genitori (del padre che morì troppo presto e della madre che si immolò offrendo la vita per il figlio tredicenne gravemente ammalato). Né va sottaciuto l’esempio di mons. Ildebrando Mancini, sacerdote di grande pietà e di ampia cultura, già professore di Filosofia al Pontificio Ateneo teologico-giuridico di Benevento, nominato parroco di Castelpoto dove don Laureato nacque il 27 marzo 1924.

Mons. Maio compì il suo iter formativo, spirituale e culturale, nei Seminari di Benevento e di Salerno e venne ordinato presbitero a Castelpoto il 25 luglio 1948 per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo mons. Agostino Mancinelli. Iniziò così il suo fecondo ministero che lo portò ad operare dapprima ad Altavilla Irpina (AV) come viceparroco sotto la guida di don Luigi Bonetti, altro sacerdote illuminato, e poi, divenendo parroco, a Ceppaloni. Furono anni durante i quali il giovane don Laureato impegnò tutte le sue energie fisiche, intellettuali e spirituali per guidare quella comunità e per fare della parrocchia «la fontana del villaggio» (come amava dire Giovanni XXIII), il punto di riferimento e di aggregazione di ragazzi, giovani, adulti, anziani, incidendo a tal punto che ancora oggi ne resta vivo il ricordo.

Nel 1961 il nuovo arcivescovo di Benevento, mons. Raffaele Calabrìa, lo chiamò alla direzione del Seminario Arcivescovile di Benevento, compito svolto con assoluta dedizione e passione sino al 1994, quando per limiti d’età rassegnò le dimissioni che furono accettate da mons. Serafino Sprovieri. Anche in questo ministero mons. Maio ha posto tutto il suo impegno, ha fatto valere la sua saggezza umana e spirituale, ha spiegato le sue doti pedagogiche. La predisposizione a stare accanto ai ragazzi e ai giovani (vissuta altresì come assistente spirituale dell’Azione Cattolica diocesana), la capacità di attenzione e di ascolto, l’attesa silenziosa e il consiglio condito di affetto hanno assunto il carattere della «paternità paziente e comprensiva», non mutuata da teorie astratte e fumose, bensì maturata nel confronto quotidiano con i ragazzi veri nell’unicità delle persone e nella singolarità delle storie. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta si sono rivelati difficili, complessi, scanditi da profonde trasformazioni sul terreno educativo e istituzionale per l’Arcidiocesi di Benevento e mons. Maio ne è stato protagonista: nel 1977 alla chiusura del Seminario Regionale “Pio XI” gli studenti di Liceo e Teologia furono accolti nel Seminario diocesano; nel 1980 fu aperta la Scuola di formazione teologica per laici divenuta poi Istituto di Scienze religiose “G. Moscati” e poi Istituto Superiore di Scienze religiose “Redemptor hominis”; nel 1980 il Seminario rilevò le istituzioni scolastiche parificate (Scuola media e Ginnasio-Liceo) dei Fratelli delle Scuole cristiane che lasciarono la città; nel 1990 venne inaugurato il nuovo complesso del Seminario al Viale degli Atlantici con la benedizione del papa Giovanni Paolo II.

Mons. Maio ha sempre unito al compito educativo l’insegnamento di Religione cattolica nelle Scuole statali, di materie letterarie nel Ginnasio del Seminario, di Storia della Chiesa nello Studio teologico e nell’Istituto Superiore di Scienze religiose “Redemptor hominis”. Membro stimato del Capitolo Metropolitano della Chiesa beneventana, a lui venne affidata nel 1983 la direzione della Biblioteca Capitolare, prestigioso istituto culturale che conserva manoscritti di età medievale (42 in scrittura beneventana) in maggioranza a carattere agiografico e liturgico-musicale e circa 5.000 pergamene. Quivi il suo impegno si è mosso nella duplice direzione di favorire la ricerca scientifica alta e nello stesso tempo promuovere un’attività di divulgazione diretta particolarmente alle scuole e alle nuove generazioni.

Ma mons. Maio, nella scia di una consolidata tradizione di sacerdoti beneventani, è stato altresì un apprezzato e stimato studioso. I suoi saggi storici, pur nella conoscenza della bibliografia secondaria, si sono fondati sull’analisi delle fonti primarie, lette e analizzate con scrupolosa acribia, come dimostrano ad esempio la ricerca sul vescovo Davide di Benevento e la monografia sul suo paese natale, Castelpoto. E però il campo nel quale egli ha prodotto studi di assoluta originalità è stato quello epigrafico con inediti pubblicati in gran parte dagli Atti della Accademia Nazionale dei Lincei.

Non sono mancate, infine, due finissime raccolte di poesie con i volumi Come l’airone bianco. Variazione Verginiane e In cammino verso Emmaus.

Al termine della sua operosa giornata terrena con Agostino preghiamo: «O Signore Iddio, Tu che ci hai dato tutto, da’ a lui la pace, la pace del riposo, la pace del sabato, la pace che non ha sera. Tutto codesto ordine di cose assai buono è bellissimo, ma, compiuto il suo ciclo, passerà; si sarà fatto in esso il mattino e la sera. Ma il settimo giorno non ha sera, non ha tramonto. Tu lo hai santificato perché durasse in eterno…» (Conf. XIII, 35-36).

a cura di monsignor Mario Iadanza



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