Macerata, spara su immigrati: 6 feriti

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Si chiama Luca Traini, 28 anni, incensurato, l'uomo che intorno alle 11 di sabato ha sparato da un'auto in corsa contro gli immigrati che ha incrociato per le strade del centro di Macerata, ferendo sei persone e colpendo anche edifici e vetrine di negozi.

Fermato dalla polizia dopo un inseguimento, Traini, nello scorso giugno candidato con la lega al comune di Corridonia, è sceso dall'auto con un tricolore al collo, ha fatto il saluto romano e gridato "viva l'Italia" davanti al monumento dei Caduti. Traini, nella cui auto è stata ritrovata una pistola, ha ammesso le sue responsabilità. Ritrovata anche una lettera in cui l'uomo scrive: "Per redimermi sono diventato l'angelo del terrore". Nella sparatoria 6 persone sono rimaste ferite - 5 uomini e una donna - di cui è in uno in gravi condizioni. Quattro di loro sono già stati dimessi. Rimangono in ospedale due dei feriti: uno ricoverato in ortopedia, per una ferita alla gamba.

L'altro, in condizioni più serie, ferito ad un braccio e al torace. Racconta uno dei feriti: "Stamattina stavo camminando, per andare a prendere le sigarette, quando all'improvviso mi hanno sparato ad una gamba, ho capito che era la persona dentro alla macchina che sparava, ma sono riuscito a vederlo in faccia". E' stata una giornata terribile per Macerata, ancora sconvolta dal macabro omicidio della 18enne Pamela Mastropietro, la ragazza romana con problemi di tossicodipendenza, il cui corpo è stato ritrovato smembrato, presumibilmente per mano di un immigrato nigeriano. Proprio sabato è stato convalidato l'arresto dell'uomo, sospettato del brutale delitto. Lo zio di Pamela, Marco Valerio Verni, ha dichiarato: "Non conosciamo Traini". Si era sparsa la voce, infatti - poi risultata infondata - che Traini conoscesse Pamela e che addirittura avesse con lei un legame sentimentale.

Nelle fotografie diffuse dalla Polizia, Luca Traini sfoggia sulla tempia il tatuaggio della "zanna di lupo", un simbolo utilizzato dai nazisti prima della svastica. Nella sua folle mattinata, Traini ha sparato anche contro la vetrina di una sede locale del Partito Democratico. La sparatoria di Macerata arriva nel bel mezzo di una campagna elettorale italiana rovente, si vota il 4 marzo, in cui il tema-immigrati è sempre più cruciale. Subito dopo il raid, il ministro degli Interni, Marco Minniti, ha incontrato il Presidente Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, mentre nel pomeriggio a Macerata si è svolta una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza.

Parole di condanna dei fatti e di rifiuto della spirale di violenza xenofoba sono arrivate da numerosi esponenti politici, impegnati nella campagna elettorale, compreso il leader della Lega Matteo Salvini, che ha detto: "Non vedo l'ora di andare al governo per riportare sicurezza in tutta Italia, giustizia sociale, serenità. Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle". Tuttavia il leader del Carroccio, alla condanna, però, aggiunge che "è chiaro ed evidente che un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale". Su Twitter Roberto Saviano punta il dito contro Matteo Salvini, definito "mandante morale dei fatti di Macerata".



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