Non una di meno: a Benevento è partito il corteo e lo sciopero globale delle donne

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Non una di menoNon una di meno

Il corteo sta ora attraversando le strade cittadiine. 

Il concentramento in piazza Orsini alle ore 16.00 e poi il corteo. È cominciato così il pomeriggio dell’8 marzo a Benevento, con la manifestazione promossa da “Non una di Meno” su tutto il territorio nazionale da Torino a Napoli per dire basta alla violenza di genere. Una giornata di lotta per denunciare la condizione delle donne, lo sfruttamento di genere e le violenze. 

Uno sciopero globale, un corteo femminista nel giorno in cui ricorre la “Festa della Donna”. Un momento di protesta per mettere ancora una volta al centro dibattito la “questione di genere”. Tante le donne presenti al corteo – che sta ora attraversando le strade del capoluogo – che hanno voluto “scioperare” da: “ogni attività lavorativa, formale od informale, gratuita o retribuita. Scioperiamo dalle dimissioni in bianco, dal lavoro nero, scioperiamo dalla disparità salariare tra uomo e donna (che varia tra il 20% il 40% in base all’ambito professionale), dai ricatti sessuali e dalle molestie sui luoghi di lavoro, da quel lavoro di cura disconosciuto che ancora troppo spesso grava sulle nostre spalle”.

Donne, che hanno voluto scioperare: “dai ruoli di genere, quelli che ci imprigionano e che, in un cerchio che si chiude quasi naturalmente, alimentano la violenza e si nutrono della violenza stessa; dalla sempreverde cultura dello stupro. Contro violenza di genere, che è strutturale, perché attraversa sistematicamente ogni ambito della nostra vita, dal lavoro alla scuola, dalle relazioni ai tribunali, dalla famiglia agli ospedali. Contro la violenza fisica e psicologica che subiamo nelle strutture sanitarie, dove-non ci stancheremo mai di ripeterlo! – l’alto tasso di medici obiettori (soprattutto al Sud) , il difficile accesso alla pillola Ru486 e la pressante presenza dei prolife -che parte del nuovo governo prova ad incentivare!-rendono l’iter per l’aborto una corsa ad ostacoli, privandoci così della libertà di scegliere sui nostri corpi”.

Un momento di protesta che vuole accendere i riflettori anche che le donne subiscono: “in quanto donne”, per dire basta a: “chi specula sulla nostra pelle per legittimare politiche securitarie e razziste; di narrazioni tossiche che associano, in un automatismo becero quanto pericoloso, violenza sulle donne ed immigrazione non ne possiamo più”.

Uno sciopero che tira in ballo anche il governo del cambiamento e spiegano: “le sue manovre liberticide, che ‘cambiano’, ma in peggio, la vita delle donne e di tutte le marginalità sociali; scioperiamo contro la Legge Salvini, il DL Pillon, le mozioni antiabortiste targate Lega che, partendo da Verona, stanno provando ad imporsi su tutto il territorio nazionale, perché vi riconosciamo un complessivo disegno patriarcale, razzista ed autoritario, un piano in cui riecheggia l’avanzata delle Destre Reazionarie, in Europa come nel mondo. Scioperiamo contro la chiusura o lo svilimento degli spazi delle donne, che da sempre costituiscono luoghi di riappropriazione materiale e simbolica, di consapevolezza e fuoriuscita dalla violenza; scioperiamo contro lo sgombero degli spazi sociali, che da sempre rappresentano presìdi di solidarietà e libertà sul territorio”. 

 Aggiornamento - il corteo si è concluso alla Spina Verde, al Rione Libertà. Tanti gli slogan ed i cori che hanno accompagnato il tragitto, soprattutto quelli in difesa della legge 194 e contestatissimo il DDL Pillon. In piazza anche l'USB e la Cgil. Presenti anche diverse sigle del territorio dal L@p Asilo 31 al CSA Depistaggio. 



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