PD: gli manca la parola! Nel silenzio pure al congresso: usi obbedir tacendo...

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L’editoriale di Carlo Panella – Dal Quaderno Settimanale n. 581 - E’ giunto in redazione un comunicato stampa del consigliere regionale del Partito Democratico, Umberto Del Basso De Caro. Contiene l’annuncio della presentazione della sua prima proposta di legge (per il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato come Onlus all’Unione Ciechi), dopo la sua recente elezione. Abbiamo accolto la nota con piacere. La speranza è che, d’ora in poi, anche il PD cominci a farsi sentire, se non a farsi vivo pubblicamente tra la gente, tra una campagna elettorale e l’altra.

Nel Sannio e, soprattutto a Benevento, da alcuni anni assistiamo a due opposti paradossi. Da una parte, c’è un Popolo della libertà che definire effervescente è ricorrere al più blando degli eufemismi. Dall’altra parte, c’è un Partito Democratico silenzioso al punto che, quando prende una pubblica posizione, puntualmente suscita una reazione, del tipo: Toh, chi si rivede!

I berlusconiani parlano e scrivono quasi su tutto, sovente censurano il centrosinistra, spesso le due fazioni che lo compongono s’attaccano tra loro. A un anno dalla fondazione del PDL, non c’è stata settimana che i suoi esponenti non abbiano occupato il centro della scena mediatica con una o più sortite.

Non solo, ma una delle due parti (la finiana) imputa, tra l’altro, ai competitori interni una gestione oligarchica e verticistica, la mancanza, insomma, d’un luogo dove poter dibattere e poi decidere. Di conseguenza, noti ai più sono diventati i volti e i nomi, non solo dei leader, ma anche dei dirigenti intermedi, consiglieri provinciali, cittadini e comunali.

L’altra sponda, il PD, propone una concordia diuturna, come da disciplina svizzera. Come se i suoi dirigenti fossero costantemente impegnati, in maniera instancabile, nell’azione amministrativa o di partito, al punto da non trovare il tempo di parlare all’esterno, di comunicare.

Tuttavia, se è vero che in politica il fare (il fare bene, per la precisione) è preferibile al semplice parlare, altrettanto sicuro è che non si può fare politica tacendo!

Soprattutto nella società della comunicazione in cui viviamo. E sì perché, a dirla tutta, questa intensa vita di partito non risulta affatto, anzi non c’è. E, del resto, in tutta Italia, oramai, i luoghi della discussione, anche interna nei partiti, sono pubblici, sui media tradizionali e su quelli nuovi, consentiti dalla rete telematica.

Che poi l’afasia non sia una virtù praticata ma omissione lo dimostra il fatto che, contemporaneamente, il PD è fatto oggetto di continui attacchi da parte del centrodestra, soprattutto perché governa i due maggiori enti locali, la Provincia e il Comune di Benevento. Ebbene, a reagire, a sostenere la polemica con gli avversari sono, in pratica, solo gli amministratori, in primo luogo i vertici di Palazzo Mosti e Rocca dei Rettori.

Potrebbe spiegare la diserzione una sorta di mancanza, nei non pochi dirigenti del PD sannita e cittadino, di un’indole agonistica. In realtà, essi tacciono pure in presenza delle “good news”, delle buone notizie (finanziamenti ottenuti, opere inaugurate, programmi presentati), oltre a non assumersi le responsabilità derivanti dagli insuccessi.

La comunicazione non è fatta per il PD, dunque, la polemica non piace al PD. Qualche deputato si è dotato di un addetto stampa e infatti si hanno sue notizie, ma il Partito? Ha un ufficio stampa? Il PDL per contro, sia lato Nunzia De Girolamo, sia lato Pasquale Viespoli, è tempestivo nell’informare e dovizioso di note e comunicati.

I dirigenti democratici non possono certo giustificarsi, nascondendosi dietro un dito, affermando che altri sopperisce: Comune e Provincia, ad esempio, possono giovarsi della comunicazione istituzionale. Essa è, appunto, un’altra cosa, non può trasformarsi in propaganda quella che, invece, può, anzi, deve esser fatta dai partiti.

Chi in città e in provincia s’informa, guarda le tv, legge i giornali scritti e online, del PD trova il sindaco a esaltare le proprie azioni amministrative e a non evitare, anzi spesso a cercare, la polemica col centrodestra. In campo c’è talvolta il vicesindaco, nella materia di competenza, la Cultura, così qualche assessore di altra formazione alleata, ma il PD dov’è?

Si badi la lacuna è tanto grave quanto semplice da colmare, grazie alle tecnologie esistenti (su tutte internet) che consentono la comunicazione su larga scala, addirittura in tempo reale, con poca spesa. Naturalmente, se si hanno le cose da comunicare e se si vuol farlo, per attaccare o difendersi.

La sparizione, infatti, è totale, assenti su qualsiasi argomento, anche sui temi nazionali: la manovra Tremonti, le intercettazioni, le decisioni della nuova Giunta Regionale Caldoro… Muti verso l’esterno, non parlano tra loro.

E così siamo arrivati alla vigilia delle celebrazione del congresso provinciale in maniera semiclandestina. E si eleggerà pure il nuovo segretario provinciale (il giovane Mortaruolo) oltre a 100 nuovi dirigenti. In base a cosa è stato individuato? O sono stati scelti, oltre che per correnti, territori e sesso?

In base a un “caminetto”, cioè, a un preventivo incontro tra i maggiorenti. A poche ore dal voto del 26 giugno non poteva che andare così. E senza suscitare proteste, tanto meno in pubblico, usi obbedir tacendo. Con tutto il rispetto: per i carabinieri.



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