Piste ciclopedonali di Benevento: la storia degli atti e degli appalti

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Nostro servizio -Dell'ultima ora la notizia dell'apertura del bando da parte della Provincia di Benevento per la gestione della pista ciclopedonale di Contrada Acquafredda. Di seguito, l'articolo pubblicato sul Quaderno settimanale n. 575, del 2 maggio 2010, che, con anticipo, poneva le questioni da risolvere, insieme agli iter, quello procedurale e quello pratico, intercorsi.

‘E’ obbligatorio usare mezzi di protezione personale’. Questo è ciò che recita un vistoso cartello di pericolo che, accerchiato da altri consimili, domina le transenne occludenti l’accesso alla pista ciclopedonale nella zona di Contrada Pezzapiana. Sono stati proprio i membri del comitato cittadino locale, in un’assemblea tenutasi lo scorso 20 aprile, a sollecitare nuovamente la Provincia nello stabilire una data certa per la definitiva apertura al pubblico del percorso. Ma il responso al termine dell’incontro riconferma che le istituzioni si stanno attivando per un’imminente opera di manutenzione e per la preventiva messa a punto di opportune strategie di gestione e salvaguardia future da affidarsi a terzi privati od Onlus.
Sembra sia proprio la carenza di continuità di intenti a segnare la storia di questo percorso naturalistico (dal nome ancora precariamente burocratico di ‘pista ciclabile di Via Valfortore – Contrada Acquafredda’) . La volontà di sviluppare un recupero eco – sostenibile di alcuni tracciati dismessi delle Ferrovie Italiane fu palesata durante la presidenza alla Provincia di Carmine Nardone e resa possibile grazie alla confluenza dell’iniziativa nel secondo ciclo settennale dei Fondi strutturali dell’Unione Europea (P.O.R. Campania 2000/2006) e precisamente nel programma di Progettazione Integrata Territoriale ‘P.I.T. Pietrelcina’, con il supporto aggiuntivo del cofinanziamento della Provincia. Gli importi stimati al termine dei lavori si aggirano sugli 1,5 milioni di euro per la pista di Via Valfortore e 1,4 milioni per la coscritta di Acquafredda. Diverse sono state le ditte appaltatrici, i responsabili tecnici e le peculiarità idrogeologiche. Se la primogenita di contrada Pantano è stata inaugurata con successo già il 12 maggio 2007 ciò è stato possibile grazie alla positiva predisposizione del territorio. Diverse le circostanze della seconda. Ciò è stato confermato dall’istruttore direttivo del Settore Provinciale Edilizia e Patrimonio, Michelantonio Panarese, responsabile tecnico delle due strutture. Con il prolungamento dei tempi di esecuzione per via del passaggio degli incarichi dal Settore Infrastrutture a quello Edilizia e Patrimonio, i cambiamenti climatici stagionali hanno potuto influire alla debilitazione del suolo già di per sè precariamente connotato. All’epoca, poi, si prospettò, pure, la presenza in loco di reperti archeologici, poi non sussistenti di fatto se non in un frammento di acquedotto di possibile fattura romana. Ciò costò l’investimento di parte dei fondi a disposizione e otto mesi di stop ai lavori. Si aggiunsero alcune incombenze di carattere burocratico per via di una rete fognaria adiacente e il protarsi di insidie vandaliche da parte di ignoti.
Oggi, ciò che si prospetta alla vista dei legittimi curiosi che scavalcano i cancelli è la grazia naturalistica del fiume Calore alternata a un tracciato di asfalto bicromo che si snoda per una lunghezza di 3050 metri da quello che era un tempo il km 100 della vecchia tratta ferroviaria Napoli – Foggia, con una largezza di 4,5 metri. Esso termina su una viabilità comunale subito dopo il complesso delle Masserie Maio. Piccole strutture di svago indipendenti vivacemente postmoderne si affiancano a materiali atavici e importanti come tufo e tarsie marmoree. Si spera solo che anche gli abbellimenti di giochi acquatici e luci entrino presto in funzione e che stati d’incuria non ne intacchino il futuro.
Elisa Fava



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