Urso "Al lavoro per produrre in Italia reattori nucleari"
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CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – “L’Italia è l’unico paese che ancora non produce energia nucleare. Entro la fine di quest’anno presenteremo un quadro normativo e stiamo lavorando a una Newco italiana con partnership tecnologica straniera che consenta di produrre a breve in Italia il nucleare di terza generazione avanzata”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Forum Teha di Cernobbio a Villa d’Este.
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Salvini "Non possiamo più dire di no al nucleare"
ROMA (ITALPRESS) – “Ritengo che riportare l’Italia nel contesto dell’energia pulita, moderna ed efficiente del nucleare sia una delle sfide più importanti del nostro governo. Ne va dello sviluppo, della crescita e della sostenibilità del nostro Paese: non possiamo più dire di no”. Lo scrive su X il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
Energia Nucleare
L'energia nucleare è da decenni un tema di grande dibattito a livello globale, suscitando interrogativi su sicurezza, sostenibilità e futuro energetico. Questo articolo intende fornire una panoramica generale sull'energia nucleare, toccando aspetti fondamentali come i rischi connessi, gli incidenti più gravi, la storia del nucleare in Italia, il futuro della tecnologia e il complesso problema della gestione delle scorie.
Cos'è l'energia nucleare?
L'energia nucleare viene generata attraverso la fissione nucleare, un processo in cui il nucleo di un atomo, solitamente uranio-235 o plutonio-239, viene diviso in due o più nuclei più piccoli, rilasciando una grande quantità di energia sotto forma di calore. Questo calore viene utilizzato per produrre vapore che aziona turbine collegate a generatori di elettricità.
Un'alternativa futura potrebbe essere la fusione nucleare, che mira a unire nuclei leggeri, come quelli di idrogeno, per liberare energia. Tuttavia, questa tecnologia è ancora in fase sperimentale.
Rischi connessi a un impianto nucleare
Nonostante il potenziale dell'energia nucleare, ci sono diversi rischi associati a questa tecnologia:
- Rilascio di radioattività: in caso di incidente, potrebbe esserci una fuoriuscita di materiale radioattivo nell'ambiente, con conseguenze devastanti per la salute umana e l'ambiente.
- Sicurezza dei reattori: malfunzionamenti tecnici, errori umani o disastri naturali possono compromettere il funzionamento sicuro di un impianto.
- Gestione delle scorie: i rifiuti radioattivi prodotti da una centrale nucleare rimangono pericolosi per migliaia di anni.
- Rischi di proliferazione nucleare: il materiale fissile utilizzato nelle centrali nucleari può essere potenzialmente utilizzato per produrre armi nucleari.
Incidenti più gravi accaduti nel mondo
Gli incidenti nucleari sono eventi rari ma estremamente gravi, che hanno lasciato una profonda traccia nella storia dell'energia nucleare. I tre più noti sono:
1. Chernobyl (Ucraina, 1986): L'incidente più grave della storia del nucleare civile. Un test mal condotto causò un'esplosione e il rilascio di grandi quantità di radioattività. L'area circostante, inclusa la città di Pripyat, è stata evacuata e rimane inabitabile.
2. Fukushima (Giappone, 2011): Un terremoto e un conseguente tsunami danneggiarono gravemente la centrale nucleare, provocando il rilascio di materiale radioattivo. Sebbene non abbia avuto la stessa portata di Chernobyl, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nucleare in molti paesi.
3. Three Mile Island (USA, 1979): Un guasto tecnico causò una parziale fusione del nocciolo. Anche se l'incidente non causò fuoriuscite significative di radioattività, contribuì a raffreddare l'entusiasmo per il nucleare negli Stati Uniti.
L'Italia e il nucleare: la scelta dell'abbandono
L'Italia ha iniziato il suo percorso nucleare negli anni '60, costruendo alcune centrali tra cui quelle di Caorso e Latina. Tuttavia, dopo il disastro di Chernobyl nel 1986, l'opinione pubblica divenne estremamente critica nei confronti del nucleare. Nel 1987, a seguito di un referendum, gli italiani decisero di abbandonare progressivamente l'energia nucleare, e le centrali furono chiuse.
Tentativi di riavviare il programma nucleare italiano sono stati fatti, ma l'opinione pubblica è rimasta contraria, come dimostrato nel referendum del 2011, avvenuto subito dopo l'incidente di Fukushima.
Quanto tempo occorrerebbe per riavviare il nucleare in Italia?
Se l'Italia decidesse di riprendere la costruzione di centrali nucleari, il processo sarebbe lungo e complesso. Sarebbe necessario:
1. Approvare nuove normative e leggi;
2. Identificare siti idonei e ottenere le autorizzazioni ambientali;
3. Costruire le infrastrutture necessarie.
In totale, potrebbero volerci dai 10 ai 15 anni per vedere la prima centrale nucleare operativa, considerando sia le tempistiche di costruzione che quelle burocratiche.
Le centrali di nuova generazione sono più sicure?
Le centrali nucleari di quarta generazione, attualmente in fase di sviluppo, promettono di essere più sicure e sostenibili. Questi impianti sono progettati per ridurre al minimo i rischi di incidenti e per migliorare l'efficienza nel consumo del combustibile nucleare, riducendo così la quantità di scorie prodotte.
Le nuove tecnologie includono:
- Sistemi di raffreddamento passivo, che non richiedono intervento umano o alimentazione esterna per raffreddare il reattore in caso di emergenza;
- Reattori veloci, che possono utilizzare anche scorie nucleari come combustibile, riducendo i rifiuti radioattivi.
Nonostante questi progressi, nessuna tecnologia è completamente esente da rischi.
La gestione delle scorie nucleari: un problema irrisolto
Anche con centrali sicure, il problema delle scorie nucleari rimane un argomento critico. Le scorie vengono suddivise in:
- Scorie a bassa attività, che perdono radioattività nel giro di pochi decenni.
- Scorie ad alta attività, che richiedono migliaia di anni per perdere la loro pericolosità.
Attualmente, le scorie vengono generalmente stoccate in depositi temporanei, spesso situati nei pressi delle centrali nucleari, in attesa di trovare soluzioni più durature. Tuttavia, il problema rimane: trovare un deposito geologico profondo dove poter collocare le scorie ad alta attività in modo sicuro per migliaia di anni.
Il rischio maggiore è legato alla possibilità di contaminazione ambientale, nel caso in cui i contenitori che custodiscono le scorie dovessero deteriorarsi o nel caso di incidenti naturali (terremoti, inondazioni). Le scorie devono essere isolate per almeno 10.000 anni, secondo gli esperti, prima che la loro radioattività decada a livelli sicuri.