Premio Marzani: Travaglio, Ruotolo, Panella e Bonaccorsi a S. Giorgio infiammano il pubblico

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Nostro servizio - Terza edizione del Premio Internazionale, Giornalistico e Letterario Marzani (GUARDA IL VIDEO).

Pareva non decidersi. Nubi ricorrenti a vincere un sole timido, guizzante, introverso. Poi, nel tardo pomeriggio, il sopravvento del sereno. La luce ha prevalso sul palco, su San Giorgio del Sannio, sui tantissimi accorsi ad ascoltare Marco Travaglio, Sandro Ruotolo, Manuele Bonaccorsi e Carlo Panella. Piazza Marzani ha confermato la sua storia, ospitando benevola giornalisti, amministratori, curiosi e detrattori, così come un tempo unificava il sapere, quello dei ricchi, degli illuminati che potevano permettersi gli studi classici, il liceo, e quello dei subalterni, dei rurali, destinati all’avviamento professionale. Come lo ha fatto? Tra applausi scroscianti e silenzi carichi, a indicare, termometri sociali, la concordia o l’opposizione al tema dominante: l’analisi della fine del Berlusconismo. Scandagliati lo scandalo dell’Aquila, gli affari della Protezione Civile, la pratica delle leggi ad personam, l’opposizione dei finiani capaci di battere quella troppo flebile del centrosinistra, il caso Boffo e il killeraggio mediatico, l’Enrico Mentana del Tg di La 7, ribattezzato novello Che Guevara, il malore di Pietro Paolo Parrella, la crisi economica e la voglia di giustizia sociale.


Il Premio Internazionale, giornalistico e letterario Marzani ha visto gratificati, per la prima serata, i giornalisti Marco Travaglio, Manuele Bonaccorsi e Carlo Panella. A moderare il dibattito è stato proprio Panella, direttore delle testate Il Quaderno. Il Premio, organizzato dall'associazione ‘Campania Europa Mediterraneo’, presieduta da Enzo Parziale, è stato dedicato alla memoria del giovane pubblicista troppo precocemente scomparso Marco Santamaria. E’ stato Parziale, a dare il benvenuto ai tantissimi accorsi, auspicando la crescita culturale comune “perché - ha detto – è possibile divertirsi e pensare senza rinunciare ad avere un’idea critica e obiettiva’.

Parziale nel lasciare la parola al moderatore, Carlo Panella, ha voluto ricordare i tre operai morti per asfissia, oggi, a Caserta, all'interno di un silos della ditta farmaceutica Dsm di Capua: “E’ un dolore vero – ha chiosato - quello col quale ci associamo ai familiari e a tutti coloro che facevano parte della loro vita’.

Carlo Panella, rivolgendosi senza esitazioni al pubblico, ha attaccato: “Voi siete qui per ascoltare loro, farò in modo che accada il prima possibile. Vorrei riflettere su come, pur trovandoci in periferia, certi movimenti si compiano ugualmente. Siamo lontani dal centro, non dal mondo. A Benevento la rottura Fini-Berlusconi ad esempio è cominciata molto prima, un anno fa. I protagonisti sono ormai familiari alle cronache nazionali. Parliamo di Pasquale Viespoli e Nunzia De Girolamo. A voi chiedo: ‘Fini e Berlusconi romperanno“?

E’ stato il giornalista Sandro Ruotolo a rispondere per primo. “Siamo alla fine del regime berlusconiano – ha esordito -. Questo non vuol dire che ci saranno subito le elezioni. Quel modello di consenso però è morto. La sua agonia è cominciata con Noemi, con il caso Patrizia D’Addario, quando i giornali hanno capito che la vicenda è politica, non solo personale. Repubblica abbandona quella sorta di rispetto istituzionale e rompe, sconquassa. Si decide, contemporaneamente, il cambio al vertice del Giornale: esce Mario Giordano, entra Vittorio Feltri. Quest’ultimo mette in atto l’omicidio Boffo. Il direttore di Avvenire (giornale dei vescovi italiani) è costretto alle dimissioni dalle rivelazioni poi dimostratesi errate secondo cui sarebbe stato coinvolto in un procedimento penale che l'avrebbe visto imputato per molestie telefoniche nei confronti di una donna. Poi si prosegue con la campagna di questa estate contro Fini e la casa a Montecarlo. Purtroppo, le vicende personali entrano nelle vicende partitiche del nostro paese. Prevedo un autunno difficile. La scadenza è fissata al 14 dicembre quando Berlusconi rischierà di essere processato per la vicenda Mills. Ma l’informazione non deve abbassare la guardia solo perché la legge bavaglio è stata accantonata. Noi, purtroppo siamo il paese dove i giornalisti vengono minacciati, uccisi. Dove gli autori teatrali vengono ‘avvertiti’. Dove i magistrati fanno paura e mettono a rischio i governi. Ma chi mette a rischio la governabilità? Chi ruba o i magistrati che indagano? Vorrei infine fare un significativo parallelo. Pochi giorni fa hanno ucciso il sindaco di Pollica perché aveva detto no agli interessi economici della criminalità. Dopo due giorni, la costiera amalfitana è franata. Chi non ha messo in sicurezza il territorio? Chi specula? Chi si arricchisce? Chi muore? Perché?”.

Manuele Bonaccorsi, giornalista e scrittore del libro ‘Potere assoluto’ che ha dipanato la corruzione nell’ambito degli interventi della Protezione Civile, ha invece incentrato la sua analisi sull’abuso dei poteri di emergenza da parte del Governo Berlusconi che di fatto soverchiano la legislazione vigente: “Si è centralizzato il potere nelle mani dell’esecutivo. Pensiamo all’Aquila, dove hanno sospeso le leggi o a Catania dove, per la costruzione di un parcheggio sotterraneo, hanno addirittura bloccato le leggi antimafia. Berlusconi continua a propagandare il suo come un governo del fare ma così non è. All’Aquila, 50.000 persone sono ancora assistite. Solo 18.000 sono nelle casette nuove, 20.000 prendono un contributo di 200 euro mensili per l’affitto che da mesi non viene erogato, 2500 ancora vivono negli alberghi costando 50 euro al giorno cadauno e altre persone, quelle più indigenti e senza familiari che possano ospitarli, vivono ancorara nelle caserme. Le frane? Quel che non si fa è la grande spesa pubblica, la messa in sicurezza del territorio nazionale. Si spendono 370 milioni di euro per il G8 alla Maddalena e solo 3 per la collina di Giampilieri poi franata. Voglio ricordare cosa è accaduto all’Aquila 6 giorni prima del terremoto. Si riunisce lì la Commissione Grandi Rischi, la seduta si conclude in mezz’ora senza verbale. Solo una conferenza stampa dove il vicecapo, Bernardo De Bernardinis, afferma davanti alle telecamere: ‘Aquilani, state tranquilli, potete andare a bere un bel bicchiere di Montepulciano’. Dopo 6 giorni il finimondo. In altri paesi il capo si sarebbe dovuto dimettere, in Italia è stato osannato”.

Marco Travaglio, invece, ha richiamato Abraham Lincoln: ‘Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, non tutti per sempre’. “Prima o poi – ha attaccato - i nodi vengono al pettine. Berlusconi non ha mai fatto mistero di quali fossero i suoi problemi: i debiti e i guai giudiziari. Per essi tiene in ostaggio il paese da 16 anni. Il bilancio dei danni di questo lungo sequestro è un calcolo terrificante. L’ultimo periodo in cui l’Italia è stata governata è stato il biennio del primo Governo Prodi, quello che ci ha fatto entrare in Europa. Poi, più nulla. Solo 105 leggi ad personam, 40 riguardanti direttamente lui e la sua azienda. Scuola, sanità, ricerca, università? Pazienza! Il centrosinistra, in tutti questi anni, appena ha potuto gli ha dato una mano. Questa è la ragione per cui oggi l’opposizione non ha più nessuna credibilità. Sapete chi in questi giorni ha ritirato fuori la storia dei Casati Stampa e l’inganno dell’erede a opera degli avvocati Previti, padre e figlio, che poi permise a Berlusconi di comperare Arcore a un prezzo stracciato? Il finiano Italo Bocchino! I finiani magari si svegliano dopo 16 anni ma comunque arrivano prima del centrosinistra! E’ un po’ come se si superassero in retromarcia! A Berlusconi non interessa niente altro che i guai alle sue aziende e i suoi processi, ha completamente disabituato la gente a notare l’abominio del suo conflitto di interessi. Parliamo di Minzolini? Lui è solo l’ultimo, semplicemente non è capace a fare i telegiornali. Adesso c’è Mentana su La 7 che sembra Che Guevara! La gente fugge a La 7 perché qualche notizia passa”.

Giunti a Minzolini, la serata ha scongiurato uno spiacevole accadimento. Dopo pochi minuti dall’inizio dell’intervento di Travaglio, infatti, una persona tra il pubblico ha accusato un malore, svenendo. Si è trattato di Pietro Paolo Parrella, scrittore e vicesindaco di S. Martino Sannita. Il vicino, accortosene, si è sollevato, Travaglio dal palco ha chiesto l’aiuto, la presenza di un medico. Più medici si sono diretti verso Parrella. Quando poco dopo ha ripreso i sensi, è stato fatto rimanere in posizione supina, con le gambe sollevate, sino all’arrivo dei sanitari del 118. Solo allora si è rimesso in piedi, proprio mentre Travaglio, dopo essersi assicurato del suo stato, stava parlando del direttore del TG1. Il giornalista ha così salutato Pietro Paolo Parrella: “Vedo che parlando di Minzolini ho sortito effetti benefici… ci si ridesta, insomma!”.

Travaglio, poi, si è dedicato a Gianfranco Fini: “Solo un demente potrebbe farsi menare per 3 mesi come gli è accaduto e poi ritornargli amico. Il cavaliere non è riuscito per la prima volta a far passare una legge ad personam. Perché? Perché Fini ha preso coraggio? Perché ha capito che il consenso anche a destra è in caduta libera, altrimenti sarebbe rimasto ad aspettare il corso naturale di madre natura! A destra c’è un sacco di brava gente, gente che quando è passato lo scudo fiscale non ha capito… Sapete quanti miliardi sono rientrati con quella manovra? 100 miliardi! Sapete quanto avrebbero dovuto pagare di tasse in Italia? Il 50%! Quindi, per lo Stato sarebbero entrati 50 miliardi. Sapete quanto hanno pagato con lo scudo fiscale? Il 5%, solo 5 miliardi. Sapete la manovra economica a quanto è ammontata? 25 miliardi. Se quegli italiani avessero pagato le tasse come i poveri cristi avremmo avuto i soldi per due manovre, e quindi per la scuola, le opere pubbliche, la messa in sicurezza del territorio. Il governo crea invece la realtà virtuale! La crisi economica non c’è! Non vedete al TG? Che tutti comprano l’abitino al cagnolino, che tutti partono per l’esodo e il controesodo, che tutti si concedono vacanze esotiche a febbraio? Che tutti mangiano, mangiano… Gli operai devono salire sui tetti per poter essere avvistati, gli imprenditori del Nord Est devono spararsi per far capire che la loro azienda non ce la fa! Intanto, Mastella regala l’indulto, così Berlusconi lo tiene da parte come un bonus, non si sa mai, dovessero condannarlo caccia il bonus: “Io? Meno 3!”.

Cosa accadrà? Se Lui riesce a trovare un numero sufficiente di parlamentari per farsi approvare il processo breve, la legge che lo immunizza dalla giustizia, si va avanti tranquilli. Altrimenti elezioni per una nuova, compatta maggioranza. Gli italiani però stanno capendo sulle loroc carni che 120 miliardi di evasione non possiamo permetterceli più. Dobbiamo sperare che la maggioranza degli italiani scelga qualcuno che cominci a far politica e la smetta di fare affari”.

La parola è tornata a Panella che ha ricordato come l’ex sindaco di Cervinara, Pasquale Lombardi, abbia capeggiato la cosiddetta P3, accusato insieme all’imprenditore campano Arcangelo Martino, al faccendiere Flavio Carboni e all’ex assessore campano Ernesto Sica, di aver costituito l’organizzazione paramassonica. “Che Lombardi potesse essere uno che contatta il presidente emerito della Corte Costituzionale o il presidente della Corte di Cassazione per il ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione mafiosa non fa che dimostrare che da noi, purtroppo, chiunque può diventare qualunque cosa – ha detto -. Il problema serio è però capire come opporsi a questo declino. Non basta il consenso popolare, lo dimostra il recente omicidio del sindaco di Pollica…”.

Per Bonaccorsi: “Il terremoto dell’Aquila, i precari, gli operai di Pomigliano dove pure si sta tentando di sovvertire, sospendere le leggi sono temi fortissimi dove però manca l’elemento che tutto riesce a legare. Se riusciremo a uscire dal berlusconismo sarà merito dei temi sociali, della fame”.

Pure Ruotolo ha richiamato le tematiche economico-sociali ancorandole però a una strenua difesa della Costituzione. “Quello che noi possiamo fare è raccontare – ha affermato -. Ad esempio dire che l’oscena visita di Gheddafi ci ha ‘sputtanato’ in tutto il mondo! Dobbiamo deberlusconizzare l’Italia, una volta finito Berlusconi ci sarà pure il ripristino della Costituzione. La crisi economica dipende da molto amministratori che non amministrano bene, bisogna tornare all’etica, alla questione morale. Un esempio su tutti? Pierferdinando Casini dell’Udc disse che su Totò Cuffaro garantiva lui. Il 23 gennaio 2010 la Corte d'Appello di Palermo ha condannato Cuffaro a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato nel processo 'talpe alla Dda'. Rispetto alla sentenza di primo grado la pena è stata inasprita di due anni, con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Il 28 giugno 2010 i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per Cuffaro, imputato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo con rito abbreviato in corso a Palermo. La richiesta di pena tiene conto dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato). Invece qui c’è il grande dimenticatoio… Casini garantì. Ora?”

E’ stato Travaglio a chiudere il dibattito prima della premiazioni chiedendo con forza dei provvedimenti capaci di cambiare la politica italiana come il vincolo del doppio mandato dopo il quale non poter più essere eletti alle Camere. “Chi ha un lavoro torni al suo lavoro e gli altri se ne trovino uno… è un’esperienza elettrizzante lavorare ogni tanto! Bisogna obbligarli per legge ad andarsene… nei partiti i vecchi ammazzano i giovani! Prendete il caso Vendola. Ora il PD ha paura delle primarie perché sa che Vendola è favorito dal popolo! Invece di cercarsi un altro da contrapporre a Vendola che vuole fare? Vuole cancellare le primarie! Se Berlusconi continua a vincere vincono pure loro. Vincono un’altra legislatura senza la responsabilità di dover governare! Se ci fosse il ricambio obbligatorio ci sarebbero meno ricatti e più energie. Le primarie riattivano il circuito sanguigno della democrazia ma tutto ciò potremmo ottenerlo solo se lo chiediamo, solo se lo invochiamo a gran voce!”.

Il pubblico ha gradito, attento, silenzioso o scrosciante in applausi. Come quando hanno premiato Travaglio, Bonaccorsi e Panella o come quando la splendida voce di Achille Mottola ha dato una motivazione locale al premio di Travaglio (Temistocle che abita in quella palazzina di fronte, dalle tre colonne, ha affermato che Annozero è la ragione del suo resistere al sonno il giovedì!).
Tiziana Nardone

La manifestazione proseguirà domani, domenica 12 settembre. Al Circolo Trieste, alle ore 10, ci sarà un incontro con alcuni giornalisti e scrittori protagonisti della ricostruzione della tragica vicenda dei 20 bambini di Bullenhuser Damm (La storia di Sergio De Simone, napoletano, e degli altri bambini ebrei deportati prima ad Auschwitz e poi uccisi nel 1945 nella scuola di Bullenhuser Damm ad Amburgo, in Germania).

Interverranno: Titti Marrone (giornalista e scrittrice) autore del libro 'Meglio non sapere', Maria Pia Bernicchia (scrittrice), autore del libro 'Chi vuole vedere la mamma faccia un passo Avanti', Susanna Wald (Centro Bullenhuser Damm di Amburgo), Mario De Simone (fratello di Sergio).

Alle ore 17.30, in Piazza Marzani, si discuterà di ‘Una politica di pace e di sviluppo nel Mediterraneo: la politica estera italiana ed europea’. A partecipare saranno Umberto Ranieri, già Sottosegretario agli Affari Esteri nel Governo Prodi, Enzo Scotti, Sottosegretario agli Affari Esteri. Coordinerà Carlo Panella, direttore del 'Quaderno'.

Alle 20 la cerimonia di consegna del Premio Marzani. A essere premiati in questa terza edizione saranno oltre i tre di stasera, Franco Roberti (magistrato, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno), Rosaria Capacchione, Umberto Ranieri, Enzo Scotti, Titti Marrone, Giovanni Zoppoli, Susanne Wald, Maria Pia Bernicchia, Carmine Bonanni, Nico De Vincentiis, la redazione dei servizi giornalistici di CDS TV.



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