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25/2/2016 :: 9:59:0

Fondazione San Giuseppe di Tuoro, ombre sulla gara d'appalto. Indagati sacerdote e consigliere regionale

Guardia di Finanza (foto di archivio)
Guardia di Finanza (foto di archivio)

I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta hanno dato compiuta esecuzione alle notificazioni dell'avviso di conclusione indagini nei confronti di 7 persone per il reato di turbativa d'asta.

Per un anno le Fiamme Gialle hanno messo sotto la lente d'ingrandimento la gara d'appalto del valore di circa 1,5 milioni di euro, riguardante la ristrutturazione della Fondazione San Giuseppe di Tuoro, in provincia di Caserta,  mediante utilizzo di finanziamenti europei tesi al recupero di zone del territorio italiano in difficoltà e finalizzati alla costruzione di un asilo.

Le indagini, delegate alla Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta, hanno consentito di accertare innumerevoli collegamenti esistenti tra il presidente della Fondazione (un sacerdote), il consulente giuridico della Commissione aggiudicatrice (attualmente con carica di Consigliere Regionale) e due coniugi con funzioni di consiglieri della Fondazione (uno dei quali, poche settimane prima dell'indizione di gara ha abbandonato la carica di consigliere).

In particolare, le complesse attività d'indagine, hanno permesso di provare come il soggetto aggiudicatario di gara fosse il marito di uno dei consiglieri, amico di vecchia data del sacerdote-presidente nonché responsabile (unitamente al coniuge) della campagna elettorale del consulente giuridico della Commissione di Gara per le elezioni Regionali del 31 maggio 2015. Se ciò non bastasse, è stato dimostrato inoltre come la ditta, scelta per la ristrutturazione della Fondazione, sia una ditta specializzata per l'installazione di soli pannelli fotovoltaici e non anche per la ristrutturazione di edifici.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico degli indagati che ha permesso di dimostrare come una gara d'appalto per il valore di circa 1,5 milioni di euro sia stata affidata, con motivazioni esclusivamente amicali, a soggetti privi dei necessari requisiti ed in spregio delle fondamentali regole di mercato e di leale concorrenza.

L'attività investigativa, svolta mediante l'utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamento e controllo e l'escussione di molteplici persone informate sui fatti, ha consentito di documentare come gli indagati avessero artificiosamente creato tutti i presupposti tecnico-giuridici per la partecipazione e l'aggiudicazione della gara d'appalto, rendendo quindi la procedura ad evidenza pubblica una mera inutile formalità.



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