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13/6/2018 :: 17:5:28

Liberi e Uguali, l'assemblea si chiude con l'intervento di Paolucci

Liberi e Uguali Sannio
Liberi e Uguali Sannio

Diversi i punti sui quali rifletterà l'assemblea. 

«La Sinistra, in primo luogo nel Mezzogiorno, dove ha subito la sua più grave sconfitta, ha il dovere di ripensare se stessa, non ragionando di formule e su apparati, ma su come, a partire dalle questioni di merito, si recupera una funzione e una rappresentanza».

Lo dichiara Massimo Paolucci, deputato europeo, che domani – giovedì 14 giugno, chiuderà l’assemblea di Liberi/e Uguali Sannio che si svolgerà al Piccolo Teatro Libertà, via Santa Colomba n. 2, ore 18,30. 

Alcuni grandi temi in torno a cui riflettere sul merito:
1. Redistribuzione della ricchezza: con gli attuali ritmi di sviluppo, il Mezzogiorno tornerà alla situazione pre-crisi nel 2028. Come si gestisce in modo socialmente sostenibile in questa lunga transizione? Anche i cantori del jobsact devono ravvedersi. Urge rafforzare gli ammortizzatori sociali, "accompagnare" alla pensione milioni di lavoratori socialmente utili, definire una misura universale di sostegno per i disoccupati;
2. Riequilibrio Nord-Sud: mettiamo finalmente in soffitta l'idiozia di un Sud lautamente assistito: nel Mezzogiorno vive il 30% della popolazione a cui viene destinato il 20% di risorse compresi i fondi europei che hanno smesso di essere aggiuntivi. Uno scandalo. Bisogna ripartire dalla clausola Ciampi: 45% di investimenti in conto capitale destinati al sud e da una seria riflessione sul ruolo di cassa depositi e prestiti;
3. Politiche pubbliche per gli investimenti produttivi: non è uno scandalo tornare a teorizzare l'intervento dello Stato nell'economia. Certo basta bonus e più investimenti pubblici e privati. Ma quali? La Volkswagen si appresta a riaprire 16 stabilimenti per produrre auto elettriche. È una bestemmia sostenere che dobbiamo darci l'obiettivo strategico di incentivare nel Sud queste produzioni? È possibile discutere di come trasformare il Sud nel più grande distretto italiano di economia circolare?;
4. Ripensare le città: per quanti decenni dobbiamo continuare a parlare a vuoto di rigenerazione urbana e della banca del Sud? Senza una "alta qualità urbana" ed una nuova politica creditizia il Sud non riparte;
5. Riformare la pubblica amministrazione: ma davvero c'è chi pensa che con la pubblica amministrazione, nelle condizioni attuali, il Sud possa ripartire? Non scherziamo. La pubblica amministrazione è "a pezzi" invecchiata e demotivata. Servono urgentemente decine di migliaia di nuovi assunzioni, energie fresche. Laureati, diplomati, una nuova leva di dirigenti da impegnare nel Sud.

6. Rivedere gli assetti delle istituzioni territoriali: il combinato disposto di una crisi grave del regionalismo, l'improvvido "finto" scioglimento delle province ed il pasticcio delle città metropolitane hanno generato un grave corto circuito nel sistema istituzionale. Senza "avventurarci" in confuse riforme costituzionali, vogliamo parlarne?
7. Una politica di innovazione che guardi al Sud: industria 4.0 è una seria opportunità per le regioni del Centro-Nord. Questo (buon) provvedimento non "parla al Mezzogiorno". In assenza di correzioni, corriamo il rischio che la nuova rivoluzione tecnologica generi un ulteriore aumento del divario nord-sud ed un impoverimento "strategico" del Mezzogiorno.
 



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