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24/10/2018 :: 14:47:22

Trattati UE e Pareggio di Bilancio in Costituzione. L'USB raccoglie firme per Referendum

Manifestazione USB Benevento
Manifestazione USB Benevento

"Nei prossimi giorni oltre ad inviare ad altri Comuni la modulistica specifica, organizzeremo la raccolta firme anche in piazza e metteremo in campo ogni e più utile iniziative di sensibilizzazione sul tema".

Anche nel Sannio si sta procedendo alla raccolta firme per le due leggi di Iniziativa Popolare presentate dall’Unione Sindacale di Base per eliminare il pareggio di bilancio dalla Costituzione e per introdurre il referendum sui trattati europei. I cittadini possono recarsi presso gli uffici elettorali dei Comuni di Benevento, Airola, Moiano, S. Angelo a Cupolo, Ponte, Cautano e Paolisi per aderire a questa iniziativa firmando per le due leggi di iniziativa popolare,
avendo la struttura USB di Benevento depositato presso questi Comuni gli appositi moduli.

"Nei prossimi giorni - spiega la Federazione Provinciale USB di Benevento - oltre ad inviare ad altri Comuni la modulistica specifica, organizzeremo la raccolta firme anche in piazza e metteremo in campo ogni e più utile iniziative di sensibilizzazione sul tema. Ma, in sostanza, che cos’è il Pareggio di bilancio e perché questa campagna di raccolta firme è così importante per noi, cittadini e lavoratori? L’inserimento in Costituzione del Pareggio di bilancio dello Stato (cioè un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite) è avvenuto in seguito all’attuazione del trattato europeo denominato Fiscal Compact".

E aggiungono: "Il Fiscal Compact è stato deciso dalla Commissione Europea nel marzo del 2012 e i Paesi aderenti alla UE avrebbero dovuto recepire l'Accordo trasformandolo in leggi dello stato entro i 5 anni successivi. In Italia, nel maggio 2012, a soli due mesi dall'approvazione da parte della UE, il Governo Monti decide di recepire questa norma utilizzando la forma della Legge Costituzionale, andando ben oltre le indicazioni che la stessa Commissione Europea aveva dato: il famigerato articolo 81 – l'obbligo del pareggio di bilancio - della Costituzione riscritto secondo le regole imposte dall’Unione Europea. Di conseguenza dal 2012 nella nostra Costituzione vige questo obbligo non solo a livello centrale ma anche per gli Enti Territoriali, Comuni, Province e Regioni. Con l’attuazione del Fiscal Compact sono entrate in vigore le seguenti misure:
– il vincolo dello 0,5 di deficit “strutturale” – quindi non legato a emergenze – rispetto al PIL;
– l’obbligo di mantenere al massimo al 3 per cento il rapporto tra deficit e PIL, già previsto da Maastricht;
– per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60 per cento. In Italia il debito pubblico ha sforato i 2.000 miliardi di euro, intorno al 134 per cento del PIL".

Secondo l'USB: "dovendo ridurre il rapporto tra debito e PIL di almeno 1/20esimo all’anno, l’Italia è costretta a fare ogni anno dolorosissime manovre di tagli da 40 o 50 miliardi di euro ogni volta. Il pareggio di bilancio nei fatti, quindi, sta producendo solo politiche antipopolari, disoccupazione, nessuna disponibilità di risorse per strutture necessarie come ospedali, scuole, strade, o quelle per il sostegno al reddito come ad esempio gli assegni familiari, la disoccupazione involontaria o le invalidità. Insomma l'obbligo del pareggio di bilancio impedisce concretamente l'attuazione dei diritti sociali contenuti nella Costituzione come quello alla salute, a una pensione dignitosa e pubblica, alla gratuità dell'istruzione o quello alla tutela della sicurezza e della salute per i lavoratori.
Inoltre, a differenza di quanto accade in molti altri Paesi europei, in Italia i cittadini non possono esprimere la propria volontà riguardo alla adesione dell’Italia all’Unione Europea. 25 anni di adesione dell’Italia all’Unione Europea hanno prodotto lo smantellamento dei servizi sociali, modificando, in peggio, il diritto alla previdenza pubblica, alla sanità, all’istruzione, etcc., insomma un attacco forsennato ai diritti dei lavoratori ed al lavoro buono.  Le risorse sottratte ai cittadini dai governi italiani sono state utilizzate per sostenere i debiti delle banche, costruire l’esercito europeo, ridurre al minimo il costo del lavoro per aumentare i profitti delle imprese e sostenere la competizione internazionale".

E concludono: "Per questi motivi facciamo appello ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati, ai disoccupati, e così via, di recarsi nei propri comuni di residenza firmando la Legge di Iniziativa Popolare per la cancellazione dell'articolo 81 dalla Costituzione - il pareggio di bilancio- ed il testo di legge per introdurre nella Costituzione italiana il referendum di indirizzo sui trattati dell'Unione Europea al fine di permettere anche in Italia ai cittadini di poter dire la loro come accade in altri paesi europei".



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