Non è solo una vecchia credenza, regalare qualcosa migliora l'umore, rafforza i legami e incide anche su alcuni indicatori di salute. Delle meta-analisi e degli esperimenti sul campo l'hanno confermato. Ecco cosa sappiamo e perché i doni fanno bene a chi li riceve e a chi li fa.
Le ultime ricerche dimostrano che gli atti di generosità sono associati a livelli più alti di benessere. Non solo, in alcuni casi sono addirittura la causa del benessere! Il volontariato oggi è relativamente diffuso, circa il 10% della popolazione se ne occupa. Di questi tempi, fare un regalo è davvero semplice, ci sono delle piattaforme specializzate come Wanapix dove puoi creare dei gadget personalizzati e di qualità in pochi minuti. Per saperne di più, fai clic qui e scopri tutte le opzioni a tua disposizione.
Una meta-analisi pubblicata su Psychological Bulletin dice che c'è un legame positivo e affidabile tra la prosocialità e il benessere. In particolare, se il gesto ha un significato profondo e stimola la crescita personale allora l'effetto è ancora più evidente. Non si tratta solo di uno "stare bene" momentaneo. In pratica, regalare può farci stare meglio, soprattutto se sentiamo che il gesto è allineato ai nostri valori e al rapporto con l'altra persona.
Non è solo una correlazione. Gli esperimenti randomizzati che chiedono alle persone di spendere dei soldi per altri (invece che per sé) trovano, in media, un aumento dell'umore dei donatori. Questi risultati sono stati replicati e scrutinati con dei protocolli preregistrati.
E ci sono anche degli effetti fisici? Uno studio clinico sugli adulti ipertesi ha mostrato che, per tre settimane, spendere denaro per altri rispetto a sé stessi si associa a riduzioni clinicamente significative della pressione arteriosa. Non è una pillola magica, ma indica un canale corpo-mente interessante: la generosità può sostenere la salute cardiovascolare nelle persone a rischio.
Sul piano psicologico, il dono attiva una ricompensa e un senso di scopo. Impegnarsi a essere generosi aumenta l'attività nelle aree della ricompensa e si accompagna a un boost di felicità auto-riferita. Il famoso "helper's high" ha, quindi, un correlato neurale.
C'è di più: spesso sottostimiamo l'effetto positivo dei nostri gesti. Gli studi sugli atti di gentilezza mostrano che chi dà immagina un impatto minore di quello reale, mentre chi riceve si sente più visto e considerato di quanto il donatore si aspetti. Questo bias ci frena inutilmente: anche i piccoli regali (o i piccoli gesti) contano più di quanto crediamo.
Infine, fare regali può avere un effetto sociale: un programma sperimentale che ha invitato migliaia di persone in USA, UK e Australia a fare almeno un atto di gentilezza a settimana ha ridotto, seppur di poco, la solitudine e l'isolamento sociale e ha migliorato alcuni indicatori di clima di quartiere. La gentilezza (regali inclusi) non è solo carina: ricuce i tessuti sociali.
Qui entra in gioco la qualità del gesto. Le evidenze recenti suggeriscono tre linee guida semplici:
Vuoi un consiglio pratico? Ecco a cosa devi fare più attenzione:
La ricerca non richiede una carta di credito. Il tempo, l'attenzione, l'aiuto pratico sono regali a tutti gli effetti e seguono le stesse regole della felicità prosociale. Bastano 10-15 minuti per:
Anche questi gesti, quando sono scelti e hanno un impatto osservabile, danno dei benefici misurabili a chi li fa. E se vuoi riattivare la creatività, scegli un regalo personalizzato, ci sono tante piattaforme come Wanapix dove un oggetto di uso comune si trasforma in qualcosa di unico e indimenticabile. Non serve la complessità: serve solo l'intenzione.
:: Questo articolo è stato stampato dal quotidiano online ilQuaderno.it ed è disponibile al seguente indirizzo:
http://www.ilquaderno.it/fare-regali-fa-bene-dice-scienza-159025.html (url breve https://tinyurl.com/26objy28)