Dadi, viti, bulloni: termini che non sempre usiamo correttamente

7:8:31 7925 stampa questo articolo
Dadi e bulloniDadi e bulloni

Molte persone quando si tratta di minuteria tendono a utilizzare dei termini in modo scorretto, perché non conoscono l’effettivo significato di alcune parole.

È il caso dei bulloni, accessori per il fissaggio e il collegamento molto utilizzati dai professionisti, meno conosciuti da chi non opera in specifici settori. Il bullone è costituito da parti distinte: la vite, il dado e spesso, inserite tra le parti e gli elementi da congiungere, le rondelle.

Usare il bullone giusto

Conoscere il funzionamento di un bullone permette al professionista di scegliere quello più adatto per l’utilizzo, diverso caso per caso. Questo elemento di giunzione offre la possibilità di unire tra loro due parti, mantenendo però la possibilità di smontarle in futuro; contrariamente a quanto accade con un chiodo o con un rivetto, quando si salda un bullone è possibile poi svitare il dado, rimuovendo la vite dal suo alloggiamento.

I bulloni si usano spesso con elementi da unire fatti in metallo, sono quindi una valida soluzione nei casi in cui non è possibile saldare tra loro i due pezzi o li si vuole successivamente smontare.

Le viti utilizzate sono quindi quelle a testa cilindrica, con fusto filettato a terminale appiattito, adatte all’uso con il metallo, si trovano però in commercio anche bulloni adatti a serrare parti in legno o in altro materiale, o costruiti per specifici scopi; tra i dadi esagonali Würth, ad esempio, si possono trovare accessori adatti a rendere autobloccante il serraggio, evitando che il bullone si apra in seguito a vibrazioni o altre sollecitazioni.

Di cosa sono fatti i bulloni

Nella maggior parte dei casi i bulloni sono in acciaio inossidabile, questo materiale infatti è robusto e resistente e sopporta la corrosione senza grossi problemi. Per uso in locali particolarmente umidi, o completamente esposti alle intemperie, si utilizza l’acciaio zincato.

Esistono anche bulloni in materiale plastico, che si sfruttano per la giunzione di elementi sommersi, laddove non sia necessario avere a disposizione un elemento robusto e molto rigido. La testa delle viti sfruttate per i bulloni può avere le forme più disparate, molto dipende dall’utilizzo che si deve fare dell’elemento di giunzione.

Solitamente la testa è appiattita, svasata o bombata; non mancano però viti con testa ad anello dette golfari, barre filettate senza testa, o anche viti ad alette, che rendono più semplice il serraggio del bullone con le sole dita, senza l’uso di un utensile. Lo stesso dicasi per i dadi, che sono solitamente esagonali e piatti, ma ne esistono di tante forme diverse.

Le rondelle

Le rondelle possono essere elementi essenziali all’interno del bullone. Si inseriscono tra la testa della vite e l’oggetto da collegare, o anche tra il bullone e lo stesso oggetto. Sono sostanzialmente dei dischetti metallici, rotondi o con una lacuna, ma ne esistono anche di dentellate.

Servono per distribuire meglio lo sforzo di serraggio, evitando da un lato di rovinare il materiale su cui si posiziona il bullone, dall’altro lato di limitare lo sforzo da esercitare sul dado e sulla vite per serrare il bullone in modo perfetto. Le rondelle possono essere in metallo, plastica o gomma.



Articolo di Tecnologia & Internet / Commenti