Gli effetti della pandemia sull’apprendimento scolastico: l’indagine di GoStudent

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Scuola. Studente in DADScuola. Studente in DAD

A quasi due anni dall’inizio della pandemia è arrivato il momento di interrogarsi sugli effetti che questo lungo periodo di restrizioni e di cambiamenti hanno avuto sull’apprendimento di bambini e ragazzi.

I giovani sono infatti quelli che hanno risentito maggiormente della pandemia, sia sul piano psicologico e sociale che su quello prettamente scolastico. In che misura però il Covid e tutti i relativi provvedimenti presi negli ultimi anni per contenere i contagi hanno influito sugli studenti? La prima indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di ripetizioni online GoStudent a fine 2021 ci aiuta a tracciare un quadro della situazione attuale.

Indagine di GoStudent: studenti e genitori intervistati

L’indagine sull’istruzione condotta dalla nota piattaforma di ripetizioni online GoStudent in collaborazione con Kantar Market Research si basa sui dati raccolti, mediante un sondaggio online, in 7 mercati europei (Italia, Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Austria e Paesi Bassi). Ad essere intervistati sono stati 6.276 genitori e 5.767 studenti di età compresa tra i 10 ed i 18 anni e le domande hanno riguardato l’ambito dell’istruzione nel suo complesso. Una sezione specifica del sondaggio però ha voluto indagare in particolare le principali difficoltà e le lacune riscontrate durante la pandemia.

L’indagine di GoStudent ci offre dunque un quadro piuttosto ampio e variegato dei disagi scolastici e non che i giovani hanno fronteggiato in questi ultimi due anni. Vediamo dunque adesso nel dettaglio quali sono i dati più interessanti messi in luce da questo studio.

Apprendimento durante la pandemia: maggiori disagi per gli studenti italiani

Un primo dato che emerge chiaramente dall’indagine condotta dalla piattaforma di lezioni online GoStudent non è di certo positivo per il nostro Paese. Appare infatti chiaro che gli studenti italiani siano stati quelli maggiormente colpiti durante la pandemia. Se infatti la media europea di coloro che hanno riscontrato delle difficoltà nell’ultimo anno scolastico si attesta sull’80%, sono quasi 9 su 10 (ossia l’88%) gli studenti italiani che hanno confermato di aver vissuto disagi.

I nostri ragazzi hanno sofferto in modo particolare per via della solitudine e per la mancanza di interazioni sociali: fatto del tutto comprensibile, soprattutto se consideriamo che il nostro Paese è quello che ha sfruttato maggiormente la DAD nelle scuole. In particolare, sono state soprattutto le studentesse ad avvertire un profondo disagio per la carenza di contatti con i coetanei e in generale questo è stato un problema che ha riguardato in misura maggiore gli adolescenti di età compresa tra i 16 ed i 18 anni.

Oltre alla solitudine però gli studenti italiani hanno dichiarato di aver incontrato disagi anche dal punto di vista dello stile di apprendimento. Per andare più nel dettaglio, il 43% di loro ha affermato di aver avuto problemi di concentrazione nel contesto della DAD insieme ai compagni mentre il 37% ha incontrato difficoltà nel comprendere il materiale fornito dagli insegnanti durante le lezioni online.

Appare dunque chiaro, soprattutto alla luce dell’evidente efficacia delle lezioni online e dell’e-learning (confermata ormai da tutti gli esperti) che il sistema scuola italiano non fosse pronto per adottare metodologie didattiche all’avanguardia. 



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