L'Analisi. L'impatto delle tariffe sui bilanci familiari
8:32:2 2029Negli ultimi anni, le famiglie italiane hanno dovuto affrontare un aumento significativo delle tariffe dei servizi essenziali, con conseguenze rilevanti sui bilanci domestici. Secondo un recente studio dell’Ufficio Studi CGIA, tra il 2019 e il 2023, le bollette dell’energia elettrica sono aumentate del 108%, quelle del gas del 72,1%, mentre altre tariffe come acqua, servizi postali, trasporti e rifiuti hanno visto incrementi più modesti ma comunque significativi.
L’aumento delle tariffe dal 2019 al 2023
Tra il 2019 e il 2023, l’aumento delle tariffe è stato notevole, con le bollette dell’energia elettrica che hanno visto un rincaro del 108% e quelle del gas del 72,1%. Altre tariffe, come le forniture dell’acqua (+13,2%), i servizi postali (+8,6%), il trasporto urbano (+6,3%) e ferroviario (+4,5%), i taxi (+3,9%), i rifiuti (+3,5%) e i pedaggi autostradali (+3,3%), hanno registrato aumenti minori ma comunque superiori all’inflazione, che nello stesso periodo è stata del 16,3%.
Le uniche eccezioni sono state le tariffe dei servizi telefonici, che hanno registrato una lieve contrazione dello 0,8%. Questo scenario ha gravemente influenzato le spese familiari, con un costo medio annuale per famiglia pari a poco più di 2.900 euro, corrispondente al 12% dell'intera spesa annua.
Il calo delle bollette nel 2024 e l'aumento di altre tariffe
Contrariamente alla tendenza degli anni precedenti, nel primo semestre del 2024, le bollette della luce e del gas hanno registrato una drastica riduzione, rispettivamente del 34,2% e del 19,6%. Questo calo è stato dovuto alla stabilizzazione dei mercati energetici dopo la crisi innescata dalla pandemia e dalla guerra tra Russia e Ucraina.
Tuttavia, mentre le bollette dell'energia sono diminuite, altre tariffe hanno continuato a crescere. Ad esempio, il trasporto ferroviario è aumentato del 7,5%, le bollette dell'acqua del 7%, i servizi postali del 4,9%, il trasporto urbano del 4,3%, i taxi del 2,6%, i rifiuti dell'1,7% e i pedaggi del 2,1%.
L’impatto sui piccoli imprenditori e la risposta del governo
Gli artigiani e i piccoli commercianti hanno subito un doppio colpo durante la crisi energetica, pagando tariffe elevate sia per le utenze domestiche che per le attività commerciali. Questo ha accentuato le difficoltà economiche per molte piccole imprese, in un periodo già segnato da sfide significative.
In risposta a questa situazione, il governo ha introdotto misure per tassare gli extraprofitti delle grandi società energetiche. Nel 2022, il governo Draghi ha implementato un prelievo straordinario, che ha raccolto 2,84 miliardi di euro, mentre il governo Meloni nel 2023 ha incassato 3,4 miliardi di euro con una misura simile. Tuttavia, nonostante queste iniziative, le grandi società energetiche hanno pagato meno della metà dei 13,4 miliardi di euro previsti in totale.
Le spese familiari nel dettaglio
Nel 2022, le famiglie italiane hanno speso in media 2.906 euro per le principali tariffe, di cui:
- 855 euro per l'energia elettrica
- 787 euro per il gas
- 667 euro per i servizi di informazione e comunicazione
- 238 euro per la raccolta rifiuti
- 190 euro per la fornitura dell'acqua
- 83 euro per parcheggi e pedaggi
- 36 euro per il trasporto ferroviario
- 23 euro per il trasporto su autobus
- 17 euro per i servizi postali
- 11 euro per i taxi.
L’aumento delle tariffe dei servizi essenziali, in sostanza, ha avuto quindi un impatto significativo sulle famiglie italiane, aumentando il peso delle spese domestiche. Sebbene ci sia stata una recente riduzione delle bollette dell’energia, altre tariffe continuano a crescere, mantenendo alta la pressione sui bilanci familiari. Le misure del governo per tassare gli extraprofitti delle grandi società energetiche hanno avuto un effetto limitato, evidenziando la necessità di interventi più efficaci per alleviare il carico economico sulle famiglie e le piccole imprese.