L'opione dell'economista Luigi Ruscello: "Siamo ancora in tempo a ridimensionare la Napoli-Bari"

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Luigi RuscelloLuigi Ruscello

Il potenziamento della tratta ferroviaria Napoli-Cancello-Benevento è stata salutata dai promotori come un sicuro volano di sviluppo economico. Controtendenza l’economista Luigi Ruscello che propende invece per la priorità della ZES-Campania.

L’On. Zarro, mediante l’Associazione culturale “Impegno civico”, il 28 scorso ha promosso un incontro dal titolo: «Linea BN-CANCELLO (Valle Caudina) – Quale futuro?». Ebbene, la prima volta che ho scritto sul sistema dei trasporti nella nostra provincia risale a ben 45 anni fa quando proposi di far divenire Benevento un porto ferroviario, proprio tramite la linea Napoli-Cancello-Benevento.

La proposta, peraltro, credo possa essere ancor più attuale alla luce della ZES-Campania e farebbero bene i nostri rappresentanti politico-economici ad appoggiare tale progetto, ridimensionando, per i successivi motivi, il faraonico e controproducente progetto della AC/AV Napoli-Bari. Questa grande opera, infatti, a mio più che modesto parere, non apporterà nulla di positivo all’economia beneventana, specie dopo l’abbandono del progetto originario. Esso, infatti, non prevedeva la stazione Irpinia, bensì il potenziamento della linea esistente e trascurabili cambi di percorso. Quello definitivo, invece, ha un costo di ben 2,7 miliardi di euro solo per la realizzazione del nuovo tracciato tra Apice e Orsara, e annessa stazione Irpinia, giudicata negativamente all’inizio. Insomma, la versione ripetuta e corretta dell’autostrada Napoli-Bari. Aggiungo solo che, se è vero che saranno ridotti i tempi di viaggio, ciò varrà per i napoletani e i baresi. Infatti, da Napoli a Bari e viceversa, è prevista una riduzione da 3h e 40m, a 2h. Il bello, però, cari lettori, è che ciò sarà possibile solo nell’ipotesi di nessuna fermata intermedia, per cui noi beneventani li vedremo solo passare i fantomatici TAV.

Sempre a mio modesto parere, le nostre più urgenti priorità in tema di infrastrutture sono costituite dalla messa in sicurezza della Benevento-Caianello, per il sistema viario, e l’efficientamento della linea Napoli-Bari per le ferrovie, cui si dovrebbe aggiungere, appunto, la Benevento-Napoli, via Valle Caudina. Si avrebbe così un efficace miglioramento nel sistema dei trasporti ed una migliore allocazione dei fondi, senza l’ulteriore marginalizzazione di Benevento. D’altra parte, se una multinazionale come la Nestlè ha deciso di investire a Benevento nella pur attuale assenza totale di infrastrutture, perché dannarsi l’anima?

Sarebbe auspicabile, quindi, che l’intera classe dirigente “politico-economica” beneventana, nonché noi semplici cittadini, accogliendo l’appello di “Impegno civico” e del Comitato pendolari, facessimo inserire immediatamente la Benevento-Cancello, via Valle Caudina, nel piano strategico della ZES campana, in uno ad una proposta di interventi operativo-economici. Tale linea, infatti, sarebbe realizzabile in tempi e modi più efficaci e veloci rispetto alla tanto conclamata Napoli-Bari, apportando peraltro notevoli e maggiori benefici. Si potrebbero realizzare così dopo 50 anni le Opzioni Cascetta. Come infatti ha ricordato il Dott. Mario Pedicini su Realtà Sannita, il 3 agosto ricorrerà il cinquantenario delle famose Opzioni Cascetta, cioè la pubblicazione dello Schema di sviluppo economico della Campania, che prevedeva, come ricordato anche dall’On. Zarro, il collegamento diretto tra i 5 Capoluoghi regionali. Quella che uno studioso dell’epoca, Federico Tortorella, definì l’alternativa policentrica. Ma, come al solito, l’unica direttrice non realizzata riguarda proprio e solo Benevento.

Infine, come si legge nell’ultima relazione speciale della Corte dei Conti europea (n. 19/2018 del 26 giugno 2018), intitolata “La rete ferroviaria ad alta velocità in Europa non è una realtà, bensì un sistema disomogeneo e inefficace”, è improbabile che l’attuale piano a lungo termine dell’UE per le linee ferroviarie ad alta velocità (LAV) venga realizzato. A giudizio della Corte, la rete ferroviaria ad alta velocità dell’UE è solo un sistema disomogeneo di linee nazionali senza un coordinamento adeguato a livello transfrontaliero, progettato e costruito dagli Stati membri in maniera isolata, da cui risultano collegamenti insoddisfacenti. Gli auditor ritengono che, in base ai parametri di riferimento, per essere considerata un successo una LAV dovrebbe trasportare, idealmente, nove milioni di passeggeri all’anno. Inoltre, se si considerasse seriamente la soluzione alternativa di potenziare le linee convenzionali esistenti, si potrebbero risparmiare miliardi di euro. 

Al di là dell’enorme e inefficiente utilizzo dei capitali, è poi da considerare che il sistema economico meridionale in genere, e quello beneventano in particolare, è per sua natura “di trasferimento”, cioè produce meno di quello che importa.  La soluzione della questione meridionale e di quella beneventana, dunque, passa attraverso il potenziamento della base produttiva e invece una delle nostre più importanti zone redditizie, cioè la Valle Telesina, come già ebbi modo di affermare in un’intervista del novembre 2017, sarà, se non completamente distrutta [8], seriamente danneggiata e in modo irreversibile dalla Napoli-Bari.
Mi auguro vivamente di sbagliare, ma, rebus sic stantibus, saremo ancor più poveri e isolati.

Luigi Ruscello



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