S. Agata de’ Goti. Futuro incerto per i quattro minori della Comunità ‘Alba Chiara’. ‘Da un anno senza fondi’

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E’ una storia di diritti violati, di regole non rispettate, ma anche di integrazione vera e di cuore. E’ la storia dei quattro minori stranieri non accompagnati che da oltre due anni sono ospiti della Comunità di accoglienza minori ‘Alba Chiara’ di Laiano a S. Agata de’ Goti. Quando scoppiò l’emergenza Nord Africa, nell’estate del 2011, nella Comunità gestita da Antonio Viscusi, arrivarono otto minori, di cui, nel tempo quattro hanno raggiunto la maggiore età ed hanno lasciato la struttura. Quella che ha raccontato a IlQuaderno.it Viscusi, dopo gli scandali dei giorni scorsi del centro per immigrati di Lampedusa, è la storia di come è possibile l’integrazione, quella reale, e di come è possibile far emergere anche dei talenti che forse sarebbero rimasti inespressi. Diakite Famakan, Jammy Mamadou, Kamissoko Mamadou e Dembele Fousseni sono i nomi dei minori attualmente residenti nella struttura santagatese, ragazzi che come tutti, vanno a scuola, hanno ottenuto la licenza media ed attualmente frequentano l’Istituto Professionale di Telese Terme e si dedicano allo sport. “Come responsabile della Comunità di Accoglienza minori – ha sottolineato Viscusi – ci tengo a sottolineare soprattutto l’impegno e la buon volontà che i ragazzi di cui mi occupo dimostrano ogni giorno, oltre al fatto che ormai sono parte integrante del tessuto sociale locale”. Diakite Famakan, originario del Mali è tesserato con la squadra locale, la Virtus Goti, Jammy Mamadou del Gambia, invece, gioca a calcio con la Scuola Calcio di Gianclaudio Iannucci, altra realtà locale affermata, dove oltre ad allenarsi è tra i titolari, mentre Kamissoko Mamadou e Dembele Fousseni, entrambi del Mali, sono tesserati con l’Atletica Dugenta e possono essere considerati tra i più bravi atleti di corsa su strada della Campania. “Sono solo pochi mesi che i corridori, in particolare, si allenano in modo più assiduo e già stanno arrivando degli ottimi risultati da parte loro. Un esempio su tutti è la performance che hanno ottenuto alla ‘Corsa della Pace’ di S. Angelo a Cupolo dei giorni scorsi dove si sono classificati 11° e 17° su 300 concorrenti” – ha commentato Viscusi. Il problema sostanziale, però, che lamenta Viscusi, è quello relativo ai fondi. “E’ da un anno che alla Comunità che rappresento non sono stati più erogati i fondi per la gestione dei minori. Fino ad ora sono riuscito a tirare avanti, anche rimettendoci in prima persona, ma oggi non so più come fare a gestire i quattro ragazzi che ho accolto” – ha sottolineato sconsolato Viscusi. “Lo scorso 12 dicembre, anche accompagnati da alcuni rappresentanti del Comune di S. Agata, abbiamo partecipato alla manifestazione a Roma a difesa dei diritti dei minori immigrati. Avevamo chiesto la convocazione di un tavolo tecnico con il Ministero dell’Interno e delle Politiche Sociali prima di Natale, ma ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta” – ha aggiunto Viscusi. Inoltre, la Comunità ‘Alba Chiara’, attraverso un legale, ha inviato delle note al Ministro del Lavoro e dell’Interno, oltre che al Presidente del Consiglio ed a quello della Repubblica chiedendo di chi fosse la competenza dei minori, alla luce del fatto che al 31 dicembre scorso è stata dichiarata concluse l’emergenza Nord Africa, e chi dovesse erogare i fondi per la loro gestione. “Anche in questo caso, non abbiamo ancora avuto risposta. La cosa che mi rammarica maggiormente – ha sottolineato Viscusi – è l’impossibilità mia personale di occuparmi di questi ragazzi che ormai sono diventati parte della mia famiglia, ma soprattutto lo scarica barile di responsabilità che c’è nei loro confronti. Il Comune di S. Agata, partecipando alla manifestazione di Roma, ci ha dimostrato la sua vicinanza, ma dalle altre istituzioni non abbiamo mai avuto alcuna risposta. Dopo oltre 2 anni, tra un mese non sarò più in grado di occuparmi di questi ragazzi. Con che cuore dovrò dimetterli? Che futuro gli aspetta?” – ha concluso Viscusi. La situazione è complicata: l’assenza di risposte da parte delle istituzioni, il palleggiarsi le responsabilità su questi esseri umani, non aiuta a risolvere il problema e non ci si accorge che a rimetterci sono sempre degli uomini.

Nella Melenzio

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