Teatro. Magnifico Visbaal ospita 'L'Italia s'è desta'

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Dopo essere nato in forma di lettura al Teatro Valle Occupato di Roma, dopo i numerosi premi ricevuti e il tour nazionale che lo ha accolto in diversi angoli d’Italia, lo spettacolo "L'Italia s'è desta", della Compagnia Ragli, scritto e diretto da Rosario Mastrota e interpretato da Dalila Cozzolino, sarà ospite del Magnifico Visbaal di Benevento il 17 e 18 gennaio.
Lo spettacolo racconta la vita di Carla, la scema del paese, che assiste al rapimento da parte della 'ndrangheta, in Calabria, della nazionale italiana di calcio a due mesi dall’inizio dei Mondiali. Esercito, politica e giornalisti partono all'assalto del nuovo fenomeno mediatico e accecati dalla notizia bomba, non si accorgono di lei l’unica che sa dove è nascosta la nazionale. Lei lo racconta a tutti ma nessuno le crede.
Il monologo che racconta è arcaicamente legato alla riflessione sociale che tutto ciò che è detto appartiene alla storia e quindi alla verità. Questa operazione gioca, invece, nel caso specifico, sul falso accaduto. Un'invenzione plausibile che rispecchia la faciloneria delle “vittime” dei mass media e l’esaltazione e manipolazione che ne deriva. Basta pensare ai casi più recenti di manomissione e celebrazione della realtà criminale italiana: Sara Scazzi, Garlasco, Cogne, Costa Concordia eccetera. Il gioco de L'Italia s'è desta si svolge sull'idea del racconto reale di qualcosa che come al solito, successivamente, viene manomesso. Ma che nel caso specifico è già manomesso alla fonte. E' un racconto metaforico-ironico di un’Italietta credulona, epiteto significativo.
Nel monologo si racconta quanto sia cruda la piccola realtà intrisa quotidianamente di ‘ndrangheta e come la malavita sia arcaicamente consolidata e apparentemente inerme nella vita di un piccolo paese. Per assurdo pare che la ‘ndrangheta non esista, seppur tutti la riconoscono e tutti la temono, non parlandone. Ne L’Italia s’è desta la questione ‘ndranghetista viene affrontata in maniera leggera, dalla lettura “innocente” di una povera ragazza che della semplicità fa la sua arma, innocua. Nessuna spettacolarizzazione, ma solo una derisione innocente, una smitizzazione, che determina un raccontare fatti violenti da un punto di vista ingenuo. E questo, a nostro avviso, fa più male alla ‘ndrangheta, ne distrugge la forza e allontana la paura. Col sorriso innocente e senza neanche un proiettile si riesce a ferire chi, invece, fa della violenza la stabilità della sua organizzazione. Smitizzare può scardinare dei legami che per anni hanno reso l’organizzazione intoccabile. La paura, quella vera, fa parte del vissuto di chi vive in Calabria, ma alleggerire e ridicolizzare potrebbe trasformare e invertire il processo. Non è una risoluzione, purtroppo, ma una leggera parentesi che può nuocere a chi si eleva a capo indiscusso senza regole.
Primo spettacolo della trilogia sulla smitizzazione della ‘ndrangheta creato dalla Compagnia Ragli. Una tematica civile che invece di spettacolarizzare il male lo prende in giro manipolandone l’impronta. Sarà l’antieroe buono a vincere, l’eroe per caso. Gli altri spettacoli della trilogia sono: Panenostro, una storia sul pizzo risolta in modo crudamente poetico e Ficcasoldi, uno squarcio casuale nel magma del gioco d’azzardo e delle slot machines. Il nome Compagnia Ragli è stato scelto per determinare un punto di partenza: il raglio, suono evocativo di significati che si disegnano a partire dal rumore. Espressione dell’asinità astratta bruniana, prologo per volare verso la verità come fa Onorio, o come dimostra l’Asino cillenico. Fondata da Rosario Mastrota, formatosi presso i Corsi di Formazione Teatrali di Scena Verticale e la giovanissima Dalila Cozzolino, formatasi presso il C.I.F.A e l’Accademia Corrado Pani di Roma.





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