Telese. Revoca Poliambulatorio Asl: il consigliere Fuschini chiede spiegazioni

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Il consigliere Vincenzo Fuschini, in merito alla questione relativa alla revoca per la costruzione dello stabile destinato al poliambulatorio Asl, chiede lumi sui silenzi di Carofano. 

Più i giorni passano, più la vicenda che riguarda la revoca dopo 14 anni del permesso a costruire dello stabile destinato a polimabulatorio dell’ASL; assume i contorni foschi ma dal finale scontato, più il silenzio di Carofano diventa ingombrante, a meno di chiacchiericci da marciapiede, che adducono al solo responsabile dell’ufficio tecnico di allora la responsabilità della débacle. 

Certo, salta agli occhi la schizofrenia con cui il tecnico incaricato proprio da Carofano nel 2010, alla guida dell’importante ufficio comunale, nel giro di poche settimane, prima rilascia il certificato di agibilità e poi comunica alla ditta proprietaria dell’immobile l’avvio del procedimento per la revoca del permesso a costruire.

Tale atto fu giustificato dall’indagine che la Procura della Repubblica di Benevento aveva in corso circa il cambio di destinazione d’uso della struttura in oggetto. Qualora le motivazioni fossero veramente queste, ci troviamo di fronte all’ennesimo atteggiamento inquisitorio e repressivo. Se l’assioma secondo il quale basterebbe una indagine della procura per revocare il permesso a costruire fosse fondato, sarebbe fin troppo semplice colpire gli
avversari politici!

Peraltro, lo stesso ufficio tecnico ha utilizzato criteri a geometria variabile: in altri casi dove addirittura lo stesso responsabile è stato indagato non vi è stata la revoca del permesso a costruire. Ma, ad aggravare questi atteggiamenti doppio pesisti è il notevole lasso di tempo intercorso tra la comunicazione di avvio di revoca del permesso a costruire datato 2011 e l’effettiva revoca datata 2014, sebbene questo atto fosse stato sconsigliato dal parere pro veritate reso da un avvocato incaricato dal comune per fare luce sulla vicenda.

Evidentemente tale parere, rilasciato secondo scienza e coscienza dal legale, serviva solo a finalizzare l'accordo in base al quale il comune doveva diventare proprietario dello
stabile tanto che, fallito tale intento, l'ente fece ricorso ad un altro avvocato che poi difese il comune nella causa al TAR, perdendo miseramente.

Sulla base di questi avvenimenti, oggi, per il paese, circola voce secondo la quale Carofano sta scaricando la responsabilità delle due sconfitte - TAR e Consiglio di Stato – sull’allora responsabile dell’ufficio tecnico. Se ciò corrisponde al vero, il Sindaco farebbe bene a dichiararlo pubblicamente.

Ma, nonostante ciò, il Sindaco si dimentica che con delibera n. 173 del 10 novembre
2015 ha appellato la sentenza del TAR al Consiglio di Stato firmando, così, la sua personale responsabilità politica sui danni che ne ne sono derivati e che ne deriveranno in termini di richiesta di risarcimento danni.

E dimentica pure che, in tutti questi anni, ha scelto sempre in prima persona i tre responsabili che si sono succeduti alla guida dell’ufficiotecnico. Ecco perché tace e continuerà a tacere! La responsabilità politica di Carofano, quindi, è incontrovertibile ed ove mai fosse possibile, le sue dimissioni, tanto grande è il danno cagionato alla comunità in termini di sviluppo ed opportunità, dovrebbero avere un carattere retroattivo!



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