Trasferire i richiedenti asilo: una politica attraente per l'Europa, ma con ostacoli legali

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La proposta di esternalizzare le domande di asilo dall'UE a paesi terzi incontra la resistenza delle organizzazioni umanitarie e di alcuni Stati membri

Negli ultimi anni, l'Europa ha cercato nuovi modi per affrontare la complessa questione dell'immigrazione, e uno dei concetti emersi è quello di esternalizzare le domande di asilo. Questa politica, che mira a limitare l'arrivo di migranti nel continente, ha suscitato un interesse considerevole da parte di alcuni Stati membri dell'Unione Europea. Tuttavia, dietro a questa proposta allettante si celano una serie di sfide, sia legali che politiche, che potrebbero comprometterne l'attuazione.

Il numero di migranti che arrivano in Europa è in aumento. Nel 2022, le domande di asilo presentate nell'UE sono state 1,2 milioni, in aumento del 52% rispetto all'anno precedente. Questa situazione ha messo a dura prova gli Stati membri dell'UE, in particolare quelli che si trovano sulla rotta migratoria, come l'Italia e la Grecia.

Per limitare l'arrivo dei migranti, alcuni Stati membri dell'UE hanno proposto di esternalizzare le domande di asilo a paesi terzi. Questa politica, che prevede che i richiedenti asilo presentino le loro domande nei paesi di origine o di transito, è stata adottata da alcuni paesi, come l'Australia e il Regno Unito.

La proposta di esternalizzare le domande di asilo dall'UE a paesi terzi è stata accolta con favore da diversi Stati membri, che la considerano un modo per scaricare il peso dell'accoglienza dei migranti. Tuttavia, la proposta incontra anche la resistenza di organizzazioni umanitarie e di alcuni Stati membri, che la considerano incompatibile con il diritto internazionale.

Nonostante l'attrattiva di questa politica, gli ostacoli legali sono evidenti. Il diritto internazionale e le convenzioni sui rifugiati pongono limiti chiari sulla capacità degli Stati di evitare le proprie responsabilità nella gestione delle richieste di asilo. La questione etica è al centro del dibattito, con molte organizzazioni umanitarie che sollevano preoccupazioni riguardo ai diritti umani e alla protezione delle persone vulnerabili.

Un altro ostacolo significativo è rappresentato dalla complessità delle relazioni estere. La collaborazione con paesi terzi per ospitare richiedenti asilo implica accordi bilaterali complessi e la necessità di gestire questioni delicate come i diritti umani, la sicurezza e gli interessi economici. Alcuni Stati potrebbero essere riluttanti a impegnarsi in un tale processo, temendo possibili ripercussioni sulla loro reputazione internazionale.

Il dibattito sull'esternalizzazione delle domande di asilo pone una scelta fondamentale tra efficienza e rispetto dei diritti umani. Mentre alcuni sostengono che questa politica potrebbe essere un modo pragmatico per gestire la questione migratoria, altri sollevano la preoccupazione che possa compromettere i principi fondamentali di giustizia e solidarietà.

L'esternalizzazione delle domande di asilo potrebbe quindi avere conseguenze significative per i richiedenti asilo. In particolare, potrebbe rendere più difficile per loro accedere alla protezione internazionale, in quanto le procedure di asilo nei paesi terzi sono spesso meno trasparenti e rispettose dei diritti umani rispetto a quelle degli Stati membri dell'UE.

Inoltre, l'esternalizzazione delle domande di asilo potrebbe incoraggiare i trafficanti di esseri umani, che potrebbero approfittare della situazione per sfruttare i migranti.

Un'ultima riflessione che emerge dall'osservazione degli accordi messi in piedi da Italia e Gran Bretagna, per gestire il fenomeno, è che creare enclavi all'estero per gestire le prime fasi di accoglienza, riconoscimento e rifugio per i migranti diretti sulle rispettive sponde, non sia altro che un modo per nasconderli agli occhi dell'opinione pubblica: se non sono sul suolo patrio, non destano preoccupazione, anche se a tutti gli effetti gravano sui bilanci nazionali e poi dovranno comunque essere accolti se le loro domande di asilo verranno riconosciute. Insomma, occhio non vede, cuore non duole, a tutto beneficio del consenso politico.



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