Missile Iran su Beer Sheva, Teheran: "Nessun negoziato fino a che Israele ci attacca"
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(Adnkronos) - Proseguono gli attacchi missilistici dell'Iran su Israele dove le sirene hanno suonato e i sistemi di difesa aerea sono stati attivati. Cinque israeliani sono rimasti feriti lievemente feriti nell'attacco che ha colpito la città di Beer Sheva, nel sud di Israele, colpita già ieri. Diversi condomini sono stati danneggiati dall'impatto.
''Il nemico sionista viene punito. Viene punito proprio in questo momento''. Lo ha scritto su 'X' la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, riferendosi ai nuovi attacchi iraniani lanciati verso Israele.
Teheran ha colpito ieri l'ospedale Soroka di Beer Sheva, distruggendo completamente - secondo direttore generale della struttura, Shlomi Kodesh - diversi reparti. "Ci sono danni ingenti in tutto l'ospedale, negli edifici, nelle strutture in tutto il centro sanitario", ha detto, ribadendo che i pazienti erano stati trasferiti nei giorni scorsi dal vecchio reparto di chirurgia e che l'edificio era "vuoto quando è stato colpito".
''L'Iran non è disponibile a tenere alcun negoziato mentre continuano gli attacchi israeliani'', ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, secondo quanto riporta Sky News Arabiya, allontanando la prospettiva di negoziati con gli Stati Uniti. Araghchi è atteso oggi a Ginevra per incontrare i suoi omologhi di Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre all'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea.
"Gli americani hanno ripetutamente inviato messaggi nei quali chiedevano in modo serio dei negoziati. Ma abbiamo chiarito loro che finché l'aggressione non cesserà, non ci sarà spazio per la diplomazia e il dialogo", ha affermato Araghchi, secondo quanto riporta la televisione di Stato iraniana.
Il ministro degli Esteri iraniano ha poi rivolto un appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunisce oggi per discutere della guerra tra Israele e Iran. In particolare, Araghchi ha chiesto che venga applicata la ''Risoluzione 487, adottata all'unanimità in risposta all'attacco del regime israeliano del 1981 all'impianto nucleare iracheno''. Su 'X', Araghchi ha sottolineato che ''il testo di tale risoluzione è inequivocabile: qualsiasi attacco militare agli impianti nucleari costituisce un attacco all'intero regime di controlli di sicurezza dell'Aiea e, in ultima analisi, al Tnp'', il Trattato di non proliferazione nucleare. Una risoluzione che stabilisce ''un chiaro standard giuridico contro l'uso o la minaccia della forza contro impianti nucleari sottoposti a controlli di sicurezza''.
''Abbiamo sempre cercato pace e tranquillità, ma nelle circostanze attuali, l'unico modo per porre fine alla guerra imposta è 'fermare incondizionatamente' l'aggressione nemica e ottenere una garanzia definitiva che metta fine per sempre alle avventure dei terroristi sionisti. Altrimenti, le nostre risposte al nemico saranno più dure e deplorevoli''. Lo ha scritto su 'X' il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Dal canto suo l'esercito israeliano ha reso noto che caccia israeliani hanno colpito un ''centro di ricerca e di sviluppo di armi nucleari iraniane'' a Teheran, nell'ottavo giorno di guerra Spiegando di aver condotto ''una serie di raid nel cuore di Teheran''.
Cinque ospedali in Iran sono stati danneggiati a seguito degli attacchi israeliani, ha dichiarato il direttore della Mezzaluna Rossa iraniana, Pirhossein Kolivand, in un'intervista rilasciata all'Irna, ma senza indicare quali strutture siano state colpite e quando sono state attaccate. ''Le finestre di vetro sono andate in frantumi e i pazienti hanno avuto difficoltà respiratorie a causa del fumo delle esplosioni'' ha affermato Kolivand. Gli ospedali non sono stati presi di mira direttamente, ha precisato, ma la questione sarà sollevata dalla Mezzaluna Rossa presso i procuratori internazionali. "Abbiamo inviato alle istituzioni internazionali un documento sugli attacchi del regime israeliano, che sono contrari ai principi internazionali", ha dichiarato Kolivand all'Irna.
Araghchi sarà a Ginevra per partecipare a un incontro con i suoi omologhi di Francia Jean-Noel Barrot, Gran Bretagna David Lammy e Germania Johann Wadephul, oltre che con l'Alto rappresentante della politica estera della Ue Kaja Kallas. L'incontro è stato chiesto da Parigi, Londra e Berlino nell'ambito di un'iniziativa diplomatica.
L'incontro di Ginevra rappresenta un'opportunità per un contatto diretto tra funzionari occidentali e Teheran dopo l'inizio del conflitto.
Il ministro degli Esteri francese Jean Noel Barrot ha avuto un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Marco Rubio prima dell'incontro in programma a Ginevra. Una fonte diplomatica francese ha affermato che Rubio ha detto a Barrot che gli Stati Uniti sono "pronti a un contatto diretto con gli iraniani in qualsiasi momento".
Il presidente Usa Donald Trump ha 'congelato' momentaneamente la decisione di entrare nel conflitto, concedendo all'Iran due settimane di tempo per negoziare.
Un cambio di regime in Iran è ''inaccettabile ed inimmaginabile'' e ''scoperchierebbe il vaso di Pandora'', ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una intervista a Sky News, affermando che la Russia reagirebbe "in modo molto negativo" se la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, venisse ucciso. "La situazione è estremamente tesa e pericolosa non solo per la regione, ma a livello globale", ha affermato Peskov sottolineando che ''ampliare il numero dei partecipanti al conflitto è potenzialmente ancora più pericoloso. Ciò porterà solo a un altro ciclo di scontro e a un'escalation della tensione nella regione''.