Milano, sequestrata torre Unico-Brera: 27 indagati per abusi edilizi

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Milano, sequestrata torre Unico-Brera: 27 indagati per abusi ediliziMilano, sequestrata torre Unico-Brera: 27 indagati per abusi edilizi

(Adnkronos) - Un cantiere che procede in palese violazione delle norme sull'urbanistica. E' questa la motivazione che ha portato al sequestro preventivo della torre Unico-Brera nell'area di via Anfiteatro 7,dove sono in corso di realizzazione due edifici residenziali rispettivamente di 4 e 11 piani. 

L’attività si inquadra in una più ampia indagine delegata dalla Procura che riguarda più progetti urbanistici di rilevante valore economico in corso di realizzazione che vengono realizzati, secondo l'ipotesi accusatoria, in violazione della normativa urbanistica, con conseguente quantificazione sottostimata degli oneri di urbanizzazione e un illecito aumento delle superfici e cubature realizzabili.  

Sono 27 gli indagati per abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso tra progettisti ed ex funzionari comunali. Per il giudice per le indagini preliminari di Milano Mattia Fiorentini gli indagati "hanno concorso, nelle rispettive qualità, a formare titoli edilizi di copertura, palesemente illegittimi".  

 

Secondo quanto si legge nel decreto di 80 pagine, si tratta di soggetti sia privati (Carlo e Stefano Rusconi, legali rappresentanti di R.S. Sviluppo srl) che pubblici ufficiali - tra loro Giovanni Oggioni, Marco Emilio Mario Cerri, Marco Stanislao Prusiki e Alessandro Scandurra - (tecnici comunali, progettisti, direttore dello sportello unico edilizia, componenti della Commissione per il paesaggio), "non sprovveduti", ma professionisti e imprenditori "che governavano perfettamente la materia e conoscevano gli strumenti urbanistici, ma intendevano aggirare le cogenti prescrizioni morfologiche ed evitare le insidie e le tempistiche legate all'approvazione di un piano attuativo (che avrebbe inevitabilmente bocciato il progetto, in quanto non rispettoso dei limiti vigenti sulla specifica area e privo di un adeguamento degli standard all'implementazione del carico urbanistico)".  

Altro vantaggio, per il privato, "è consistito nel pagamento di oneri di urbanizzazione assai più bassi di quelli che, laddove l'intervento fosse stato correttamente qualificato come nuova costruzione (invece che come ristrutturazione), sarebbero stati dovuti" sostiene il giudice, il quale non invoca la 'buona fede' ma citando la Suprema Corte chiarisce come sui soggetti interessati all'ottenimento del titolo edilizio, così come sui professionisti e i funzionari che partecipano al procedimento di rilascio, "gravi l'onere di agire informati e preparati" a maggior ragione quando, "come in questo caso, il titolo edilizio sia manifestamente e macroscopicamente illegittimo, in quanto formatosi in patente violazione di legge e attraverso uno stravolgimento della nozione di ristrutturazione edilizia".  

Il sequestro preventivo, nel caso di un cantiere in fase di avanzamento, resta l'unica misura possibile per il gip Fiorentini visto che non è prevedibile alcun intervento in autotutela da parte dell'amministrazione comunale, "i cui rappresentanti sono proprio i principali concorrenti nei reati, che hanno emesso/contribuito a emettere il titolo edilizio invalido, occultando artificiosamente la situazione fattuale e fornendo una falsa rappresentazione del quadro normativo di riferimento".  

 

Il progetto è da tempo al centro dell'attenzione del pool della procura di Milano - pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici - che si occupa del filone sull'urbanistica e sui palazzi di nuova costruzione che stanno cambiando il volto di Milano. Il cantiere nella centralissima zona Brera ha una lunga storia tanto che risalirebbe al 1828 la prima pratica edilizia su via Anfiteatro 7 e sulla questione è già intervenuto nel 2021 il Consiglio di Stato che ha dato ragione alla società costruttrice contro il ricorso di alcuni residenti nel quartiere. 

Nel 1999 l'amministrazione comunale aveva approvato un progetto di ricostruzione per realizzare case popolari, nel 2007 vengono abbattuti i due ruderi pubblici risalenti al '700, di 3 e 5 piani, e si passa al progetto attuale che prevede la realizzazione di due edifici di lusso da 4 e 11 piani autorizzati con una Scia (segnalazione certificata d'inizio attività) e non con un permesso di costruire con annesso piano attuativo. 

Nel marzo scorso, nell’interrogatorio preventivo davanti al gip Mattia Fiorentini il progettista Marco Cerri, ex componente della Commissione paesaggio, rappresentato dagli avvocati Umberto Ambrosoli ed Enrico Canzi, si era tra l'altro dovuto difendere dall'accusa di falso in atto pubblico proprio sulle pratiche edilizie di via Anfiteatro 7.  

 



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