Chi guiderà la Chiesa? Ritratto dei papabili nel giorno del Conclave

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Inizia la scelta del nuovo Papa. Chi sono i cardinali più papabili? Come si sceglie il Pontefice e quale nome prenderà?

Città del Vaticano – Con l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina e la formula rituale "extra omnes", si apre ufficialmente il Conclave. Da oggi, gli occhi del mondo si concentrano su un piccolo comignolo nero che svetta tra gli affreschi di Michelangelo: è da lì che, nei prossimi giorni, salirà la fumata bianca che annuncerà l’elezione del nuovo Papa.

Un processo carico di simbolismo

Il Conclave, che etimologicamente significa "con chiave", è il cuore della tradizione cattolica: una scelta spirituale, ma anche politica e pastorale, che guiderà il destino della Chiesa nei prossimi anni. I 133 cardinali elettori — tutti sotto gli 80 anni — rappresentano la varietà della Chiesa universale. Tra loro si nasconde il successore di Pietro.

Ma chi sono i più papabili? Quali orientamenti e profili emergono? E come si farà chiamare il nuovo Pontefice?

I papabili: geografie, sensibilità, profili

Nello speciale pubblicato oggi, passiamo in rassegna i volti e i percorsi dei cardinali che, per esperienza, visione o consenso, potrebbero salire al soglio pontificio.

Dal centro della Curia romana al cuore delle periferie globali, ecco alcuni nomi da tenere d’occhio:

  • Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, figura diplomatica di spicco con forte esperienza internazionale.
  • Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, apprezzato per il suo profilo dialogante e il legame con la Comunità di Sant’Egidio.
  • Luis Antonio Tagle, filippino, volto giovane della Chiesa asiatica, molto vicino a Papa Francesco.
  • Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese, figura chiave del processo sinodale europeo.
  • Peter Erdo, ungherese, con solide basi teologiche e attenzione alla tradizione.
  • Fridolin Ambongo Besungu, congolese, attento alle questioni ambientali e sociali.
  • Raymond Leo Burke, statunitense, esponente dell’ala conservatrice.
  • Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ponte tra le religioni in Medio Oriente.
  • Robert Sarah, guineano, noto per la sua visione dottrinale intransigente.

Accanto a loro, altri nomi come Marc Ouellet, Robert Prevost, Anders Arborelius, Stephen Brislin, Ángel Fernández Artime, Jean-Marc Aveline e molti altri, che riflettono la pluralità della Chiesa e i suoi possibili futuri.

Il nome del Papa: un segnale al mondo

Tradizione vuole che il nuovo Papa scelga un nome che rappresenti il suo programma spirituale. Giovanni Paolo II volle unire continuità e innovazione, Benedetto XVI richiamò il monachesimo e la ragione, Francesco parlò subito di Chiesa povera per i poveri. Il nome, dunque, sarà uno dei primi indizi sulla direzione che il nuovo pontificato intende prendere.

In attesa della fumata

Il Conclave potrebbe concludersi in pochi scrutini o durare diversi giorni. Finché non arriverà la fumata bianca, ogni voto sarà seguito da quel filo di fumo grigio che uscirà dal comignolo, lasciando milioni di fedeli — e non solo — con il fiato sospeso.

In un mondo attraversato da guerre, cambiamenti climatici e sfide etiche senza precedenti, la scelta del nuovo Papa assume un significato che va ben oltre i confini della Chiesa.

La storia si scrive ancora una volta tra le mura del Vaticano.

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