Ex Ilva, governo lavora a decreto risorse. Sindacati inquieti: "Nessuna garanzia"
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(Adnkronos) - Tutto fermo sul dossier Ilva. Dall’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra sindacati e governo, infatti, non sono emerse novità, al di là dell’annuncio di un decreto in arrivo per liberare nuove risorse destinate alle casse di Acciaierie d’Italia. A quanto ammontino effettivamente queste risorse però non è chiaro: ancora non è stato definito. L’esecutivo assicura il “massimo impegno a tutti i livelli” per il rilancio della siderurgia e dell’occupazione, confermando peraltro le attuali condizioni della cassa integrazione per gli operai di AdI e una trattativa con gli azeri di Baku Steel che “prosegue con continue interlocuzioni”. Ma questo non basta a placare le inquietudini delle tute blu: “L’incontro non è andato bene” è il giudizio di Fiom e Uilm. “Non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo, tutte le nostre preoccupazioni e i problemi restano inalterati, non ci sono rassicurazioni sul futuro'', dice Rocco Palombella, leader dei metalmeccanici di via Lucullo, a cui si accorda Michele De Palma, numero uno della Fiom che esorta: “In questo momento lo Stato deve fare lo stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio". Più sfumata la posizione della Fim che però, pur registrando le rassicurazioni giunte sul fronte finanziario e occupazionale, tiene ferma la barra della cigs perché non oltrepassi i numeri del 2024.
Un incontro rapido, durato meno di un paio d’ore, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e che contava i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e la ministra del Lavoro Marina Calderone insieme al consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro, di fronte ai leader dei metalmeccanici di Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Usb; presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i Commissari straordinari di AdI in as e del gruppo Ilva.
Sullo sfondo le elezioni a Taranto, che hanno visto vincitore il candidato dem Piero Bitetti che ha messo subito al centro del suo mandato il dossier Ilva: “Taranto non è più la città dei ricatti” e questo “è un tema che affronteremo da subito interloquendo con il governo per capire cosa vuole fare con le proposte di acquisto”.
Il punto nevralgico della questione che ora si apre riguarda la nave rigassificatrice proposta da Baku Steel e parte dell’accordo di programma funzionale alla chiusura della compravendita con la cordata azera, a sua volta alla base della nuova autorizzazione integrata ambientale (Aia) e della timeline di 12 anni per la decarbonizzazione. Sul punto, c’era stata un’apertura da parte del governatore della Puglia Michele Emiliano, e ora dunque si attende di capire quale sarà, praticamente, la posizione del primo cittadino della città jonica. In ballo c’è il rischio che, altrimenti, il tribunale di Milano deliberi la chiusura degli impianti in ottemperanza alla sentenza della Corte europea. Proprio per questo “Il ruolo del sindaco di Taranto sarà fondamentale per trovare la del cerchio'', ha evidenziato anche il segretario Fim.
Sul capitolo lavoro, ha proseguito poi Uliano, “abbiamo ricevuto una rassicurazione per i lavoratori, perché verrà data l'anticipazione” della cassa integrazione e “sarà garantita l'integrazione al 70% come da accordi. Abbiamo ribadito – ha fatto presente – che i numeri però non possono andare oltre a quelli dello scorso aprile 2024, quando avevamo la quando situazione dell'altoforno 4”, cioè circa 3mila unità in totale.