Leucemia linfatica cronica, speranze da nuova terapia mirata
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(Adnkronos) - Ogni anno, nel Lazio, si stimano circa 275 nuovi casi di leucemia linfatica cronica (il 10% del totale delle diagnosi in Italia, pari a 2.750). Ă una neoplasia ematologica caratterizzata dallâaccumulo di un particolare tipo di globuli bianchi, chiamati linfociti B, nel sangue e negli organi linfoidi (midollo osseo, linfonodi, milza) e da un decorso variabile. LâetĂ mediana alla diagnosi è di circa 70 anni, con pazienti che presentano spesso una o piĂš comorbilitĂ . Alcuni possono mantenersi stabili per piĂš di 10 anni, mentre altri vanno incontro a un rapido aggravamento. Il decorso clinico della leucemia linfatica cronica può essere complicato da recidive multiple. Da qui lâimportanza di terapie efficaci e ben tollerate, anche in coloro che devono affrontare una ricaduta di malattia. Un decisivo passo avanti è rappresentato da una terapia mirata innovativa, Pirtobrutinib, recentemente approvata dalla Commissione europea per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria, precedentemente trattati con un inibitore di Btk.Â
"I sintomi possono essere rappresentati da stanchezza, raramente da febbre, sudorazione notturna e perdita di peso involontaria â afferma Luca Laurenti, professore associato di Ematologia alla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma, UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore -. Possono essere presenti anche linfonodi ingrossati e un senso di pienezza addominale a causa dellâingrossamento della milza, talora i linfociti sono molto alti nel sangue periferico. Lâobiettivo delle cure è riportare i valori del sangue e le dimensioni dei linfonodi alla normalitĂ , ottenendo la remissione della malattia. Il punto di svolta nel trattamento della leucemia linfatica cronica si è avuto con lâarrivo degli inibitori della proteina Btk, la tirosina chinasi di Bruton, e degli inibitori della proteina Bcl-2, coinvolta nella regolazione dellâapoptosi, cioè della morte cellulare programmata. Le nuove cure hanno permesso di abbandonare la tradizionale chemio-immunoterapia gravata da pesanti effetti collaterali e, oggi, la leucemia linfatica cronica può essere trattata con terapie mirate che, in combinazione con altri farmaci, sono in grado di assicurare periodi liberi sia dalla progressione della malattia che dalla stessa somministrazione di farmaci". Â
"Il Policlinico Gemelli â spiega Laurenti - è in prima linea nella cura di questo tumore del sangue, con almeno 30 studi in corso di fase 1, 2 e 3. Per la fase 1 è struttura di riferimento del Centro e Sud Italia".Â
"Il meccanismo dâazione delle terapie mirate è quello di interferire direttamente con i processi che regolano la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule leucemiche â continua Laurenti -. Alla comparsa della recidiva, cioè al riapparire delle condizioni che, secondo le linee guida stilate dalle societĂ scientifiche internazionali, richiedono una seconda linea di terapia, al paziente vengono proposti trattamenti non utilizzati in prima linea. Pirtobrutinib, che è un inibitore non covalente di Btk, si inserisce proprio in questo contesto e, in base allâindicazione dellâagenzia regolatoria europea, può essere utilizzato a partire dalla seconda linea in pazienti giĂ trattati con un inibitore covalente di Btk. In particolare, la nuova molecola colma un vuoto terapeutico non solo nella seconda ma anche nella terza linea di terapia, cioè nei malati che abbiano ricevuto in precedenza sia lâinibitore covalente di Btk che lâinibitore di Bcl-2. Questi pazienti, finora, erano privi di terapie efficaci e presentavano una scarsa sopravvivenza". Â
Il meccanismo dâazione di "Pirtobrutinib è innovativo â rimarca Laurenti -. La nuova molecola riesce ad agire anche lĂ dove le precedenti generazioni della stessa classe di farmaci abbiano creato resistenze e perso efficacia terapeutica. Pirtobrutinib è in grado di oltrepassare le resistenze degli inibitori covalenti di Btk, controllando cosĂŹ la malattia in modo efficace". Lâapprovazione della Commissione europea - riporta una nota - è supportata dai dati dello studio clinico Bruin Cll-321, il primo studio randomizzato di Fase 3 nella Cll condotto esclusivamente in pazienti precedentemente trattati con un inibitore di Btk. Lâendpoint primario dello studio, la sopravvivenza libera da progressione (Pfs), è stato soddisfatto al momento predefinito dellâanalisi primaria (29 agosto 2023) in base alla valutazione del comitato di revisione indipendente (Irc), dimostrando che Pirtobrutinib è risultato superiore alla scelta dellâinvestigatore di idelalisib piĂš rituximab (IdelaR) o bendamustina piĂš rituximab (BR), entrambi previsti nel braccio di controllo. Â
Allâanalisi aggiornata (29 agosto 2024), pirtobrutinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 46% rispetto a IdelaR o Br (Pfs mediana: 14,0 vs. 8,7 mesi), in linea con lâanalisi primaria. I risultati di Pfs sono stati consistenti nei sottogruppi analizzati, tra cui i pazienti trattati precedentemente con venetoclax e nei sottogruppi associati a prognosi sfavorevole, tra cui quelli con mutazione TP53 e/o delezione 17p, stato Ighv non mutato e cariotipo complesso. Inoltre, il tempo medio al successivo trattamento o alla morte (Ttnt), endpoint secondario predefinito e descrittivo nello studio che può servire come marcatore ulteriore dei risultati del controllo di malattia, è stato di 24 mesi rispetto al braccio di controllo di 11 mesi (miglioramento del 63%; HR=0,37 [CI 95%, 0,25-0,52]). Il profilo di sicurezza globale dei pazienti trattati con pirtobrutinib nello studio Bruin Cll-321 è risultato coerente con i dati di sicurezza dello studio di Fase 1/2 Bruin, compresi gli eventi avversi di particolare interesse. Le relazioni avverse piĂš comuni di ogni grado sono state neutropenia, fatigue, diarrea, anemia, eruzione cutanea ed ecchimosi.Â
"Questa nuova indicazione offre unâopzione terapeutica innovativa agli adulti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria in progressione con un inibitore di Btk covalente, affrontando una fondamentale esigenza non soddisfatta in questo setting - sostiene Elias Khalil, General Manager Lilly Italy Hub -. Lilly è impegnata a promuovere rapidamente lo sviluppo di Pirtobrutinib e a continuare ad offrire nuovi importanti trattamenti ai pazienti con tumori ematologici".Â
Pirtobrutinib, inoltre, ha ottenuto precedentemente lâautorizzazione allâimmissione in commercio condizionata dalla Commissione europea per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma mantellare (Mcl) recidivante o refrattario giĂ trattati con un inibitore di Btk. Pirtobrutinib è approvato in altri Paesi e sono state presentate richieste per ulteriori indicazioni in tutto il mondo.Â