Conclave, si va verso 'ticket papale'? Equilibri italiani e stranieri in corsa per il post-Francesco
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(Adnkronos) - In un clima di transizione e incertezza verso il Conclave che inizia il 7 maggio 2025, sembra prendere corpo l'ipotesi di una coppia strategica Papa-Segretario di Stato per bilanciare sensibilità teologiche e aree geografiche della Chiesa universale. Se da un lato si assiste a una crescente volontà di continuità con il pontificato di Francesco, dall'altro non mancano le spinte verso un possibile ritorno a un assetto più tradizionale.
Tra le ipotesi che circolano con sempre maggiore insistenza nei Sacri Palazzi, si fa strada l'idea di un vero e proprio "ticket papale": una sorta di tandem, seppur non ufficiale, tra un Papa (preferibilmente italiano) e un Segretario di Stato vaticano scelti strategicamente per equilibrare le diverse anime della Chiesa. L'idea sarebbe quella di bilanciare la scelta del Pontefice con una nomina alla Segreteria di Stato che rispecchi la varietà geopolitica e teologica del Collegio cardinalizio. In un mondo cattolico sempre più globale, polarizzato tra istanze riformiste e richiami tradizionali, l'ipotesi di un tandem equilibrato - anche se non formalmente dichiarato - potrebbe facilitare la convergenza del Collegio cardinalizio su un candidato.
Tra i papabili italiani, il nome più accreditato resta quello del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato uscente, non solo influente ma assai stimato da almeno un terzo del Sacro Collegio. Uomo di curia per eccellenza, è apprezzato per la sua abilità diplomatica e la sua visione equilibrata della governance ecclesiale. E nel caso di elezione di un papa straniero, Parolin potrebbe rappresentare una scelta di continuità nella macchina vaticana. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, appare tra i più forti candidati europei. Con la sua empatia pastorale, l'impegno per la pace (anche tramite la Comunità di Sant’Egidio) e lo stile dialogante, potrebbe rappresentare una scelta di mediazione tra conservatori e progressisti. In caso di elezione, potrebbe affiancarsi a un Segretario di Stato di caratura internazionale come il cardinale filippino Luis Antonio Tagle (per proseguire nel solco missionario) o Parolin (per garantire continuità amministrativa e diplomatica).
Il cardinale argentino Víctor Manuel Fernández, Prefetto della Dottrina della Fede e fidatissimo collaboratore di Papa Francesco, rappresenta l’eredità intellettuale e pastorale più diretta del pontificato uscente. La sua elezione sarebbe un chiaro segnale di continuità. Ma la sua limitata esperienza diplomatica potrebbe renderlo vulnerabile. In quest'ottica, affiancarlo con il navigato cardinale Pietro Parolin assicurerebbe stabilità istituzionale e relazioni fluide con gli Stati e le conferenze episcopali.
Il cardinale Tagle è una figura di grande peso simbolico e carismatico nel Sud globale. Piace molto ai cardinali latinoamericani e africani, ma anche a chi in Europa guarda con favore a una Chiesa più inclusiva e missionaria. Accanto a lui, il lussemburghese Jean-Claude Hollerich, gesuita, potrebbe rappresentare la componente europea del cambiamento, con una sensibilità sinodale e un profilo intellettuale forte. Il limite? Nessuno dei due ha solide radici curiali italiane.
L'americano Seán Patrick O’Malley, francescano cappuccino e figura chiave nella lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa, è considerato da molti un pontefice ideale per una Chiesa che voglia recuperare credibilità. Data la sua età (80 anni), potrebbe rappresentare un pontificato breve ma simbolicamente potente. Zuppi come Segretario di Stato offrirebbe un equilibrio con l'anima europea e dialogante del cattolicesimo contemporaneo.
Il guineano Robert Sarah, ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, è uno dei nomi di riferimento per il fronte più tradizionalista. Una sua elezione segnerebbe una netta inversione rispetto al pontificato di Francesco. Per attenuare le tensioni e offrire una transizione più inclusiva, il suo pontificato potrebbe essere affiancato da un Segretario di Stato come Tagle (per mantenere legami con le Chiese del Sud globale) o Parolin (per garantire stabilità curiale).
Un vero e proprio outsider papale potrebbe essere il cardinale austriaco Christoph Schönborn, arcivescovo emerito di Vienna, 80 anni compiuti da pochi mesi, considerato da molti un gigante intellettuale e spirituale, capace di unire l'anima mitteleuropea della Chiesa con una dimensione italiana radicata nel sociale. Il "ticket" potrebbe essere con il vescovo italiano del dialogo sociale, il cardinale Zuppi. Ma essendo fuori dal conclave, quella di Schönborn appare più che altro una suggestione giornalistica.
Il modello "ticket", pur non essendo codificato nei canoni ecclesiastici, risponde a una logica funzionale: bilanciare carismi, origini geografiche, visioni ecclesiali. In un conclave dove un blocco di minoranza al momento potrebbe bloccare il raggiungimento della soglia maggioritaria dei due terzi dei cardinali elettori, la convergenza su un tandem potrebbe rivelarsi decisiva. (di Paolo Martini)