Gaza, Hamas vuole accordo completo per stop a guerra. Civili stremati, Anp: "Carestia criminale"

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Gaza, Hamas vuole accordo completo per stop a guerra. Civili stremati, Anp: Gaza, Hamas vuole accordo completo per stop a guerra. Civili stremati, Anp: "Carestia criminale"

(Adnkronos) - Mentre la guerra di Israele si fa sempre più dura, con l'ormai dichiarato obiettivo del governo Netanyahu di conquistare e occupare i territori della Striscia di Gaza trasferendo altrove i palestinesi, Hamas al tavolo dei negoziati non arretra e pretende "un accordo globale e completo" per porre fine alla guerra a Gaza. Lo ha detto all'Afp Bassem Naim, membro dell'ufficio politico del movimento islamista palestinese. Hamas, ha affermato, "insiste sulla necessità di raggiungere un accordo completo e globale per porre fine alla guerra", respingendo "i disperati tentativi, in vista della visita del presidente statunitense Donald Trump nella regione, di imporre un accordo parziale". 

Intanto la situazione umanitaria tra i civili di Gaza è sempre più tragica: manca tutto, dal cibo alle medicine e i camion carichi di aiuti umanitari non vengono fatti passare. Il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha esortato il mondo a porre fine al "crimine umanitario deliberato" che ha causato la "carestia" in corso a Gaza, dove la popolazione è allo stremo dopo oltre due mesi di blocco totale da parte di Israele. "Questa carestia non è un disastro naturale, è un crimine umanitario deliberato, e il silenzio è complice", ha affermato in una conferenza stampa a Ramallah, facendo appello ad una "coscienza dell'umanità". 

L’Unione europea lancia un nuovo appello a Israele perla rimozione immediata del blocco imposto su Gaza, dove da oltre due mesi non entrano aiuti umanitari. In una dichiarazione congiunta l’Alta rappresentante per gli affari esteri Kaja Kallas, la commissaria per il Mediterraneo Dubravka Suica e la commissaria per i Partenariati internazionali Hadja Lahbib evidenziano la situazione "di estrema gravità" con scorte alimentari esaurite, mancanza d’acqua potabile e rischio crescente di fame. 

"Tonnellate di aiuti umanitari, sufficienti" per soddisfare i bisogni dei i 2,2 milioni di abitanti per tre mesi, "sono già pronti al confine. Una volta rimosso il blocco, la situazione nutrizionale potrebbe migliorare rapidamente. In quanto potenza occupante, Israele ha l'obbligo, secondo il diritto internazionale, di garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione bisognosa", scrivono le tre funzionarie dell'Ue nella dichiarazione, ribadendo anche la richiesta di ripresa del cessate il fuoco, del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi, e del raggiungimento di una fine permanente delle ostilità. 

Bruxelles denuncia anche il nuovo meccanismo di consegna degli aiuti approvato dal gabinetto di sicurezza israeliano, che affida la distribuzione a soggetti non umanitari e a contractor privati, in contrasto con i principi fondamentali dell’azione umanitaria "poiché sposta la responsabilità della distribuzione degli aiuti su attori internazionali non umanitari e su società di sicurezza private". Gli aiuti umanitari "non devono mai essere politicizzati né militarizzati", avverte l’Ue, chiedendo a Tel Aviv di rispettare il diritto internazionale e di collaborare con l'Onu e le ong. 



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