Conclave, riforme o restaurazione: scontro tra due visioni

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(Adnkronos) - Al conclave, al via il 7 maggio 2025 per l'elezione del nuovo Papa, si confronteranno due visioni per il futuro della Chiesa: da una parte i cardinali di nomina strettamente bergogliana intenzionati a proseguire sulla strada delle riforme e un'altra più tradizionalista interessata a un ritorno all'ortodossia della fede più stretta e rigorosa, soprattutto su temi come quelli morali, con il nuovo corso post-Francesco che potrebbe essere vissuto come una vittoriosa restaurazione nel segno di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.  

Il papa argentino ha riformato il Vaticano coadiuvato da nove cardinali di tutti i continenti (tra di loro Pietro Parolin, segretario di Stato), e ha rivitalizzato il Sinodo dei vescovi, un'istituzione affidata al cardinale maltese Mario Grech, uno dei più stretti collaboratori di Francesco Avanzare, fermarsi o tornare indietro rispetto al Sinodo sarà la discriminante carsica del Conclave.  

 

Così il dibattito nel Sacro collegio si concentra su due orientamenti principali:​ proseguire sulla via della sinodalità (con un approccio inclusivo e partecipativo, che affronta temi come il ruolo delle donne, l'inclusione delle persone gay e la riforma del celibato sacerdotale) ​o ritornare a una Chiesa più tradizionale (non sono pochi i cardinali che auspicano un ritorno a pratiche più tradizionali e una maggiore enfasi sulla dottrina, temendo che la sinodalità possa compromettere l'ortodossia dottrinale). 

Diversi cardinali hanno espresso il loro sostegno alla sinodalità e alle riforme promosse da papa Francesco. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, ha dichiarato di essere aperto all'ordinazione di donne e al matrimonio tra persone dello stesso sesso, posizioni che hanno suscitato critiche da parte di alcuni membri della Chiesa.​ Reinhard Marx, cardinale tedesco, ha sostenuto la necessità di riforme nella Chiesa, inclusa la discussione sull'ordinazione delle donne e la possibilità di sacerdoti sposati.​ 

Il filippino Pablo Virgilio Siongco David ha difeso il sostegno di papa Francesco alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, sottolineando l'importanza dell'attenzione e della compassione verso le persone.​ Il cardinale brasiliano Jaime Spengler ha auspicato una maggiore accoglienza nella Chiesa, criticando il moralismo esasperato e promuovendo una pastorale che costruisce e comprende.​ 

Alcuni cardinali hanno espresso riserve o opposizione alle direzioni intraprese dalla Chiesa sotto Papa Francesco. Il tedesco Gerhard Müller ha avvertito che la Chiesa potrebbe affrontare uno scisma se dovesse essere eletto un papa liberale simile a Francesco, criticando le sue posizioni su temi come la comunione per i divorziati risposati e la benedizione delle coppie dello stesso sesso.​ 

Lo statunitense Raymond Burke ha presentato "dubia" al papa riguardo a questioni dottrinali e pastorali, chiedendo chiarimenti su temi controversi.​ Il messicano Juan Sandoval Íñiguez ha espresso preoccupazione per le aperture dottrinali di papa Francesco, sostenendo una visione più tradizionale della Chiesa.​ 

Con 133 cardinali elettori, la maggioranza è composta da coloro che sono stati nominati da Francesco. Tuttavia, la necessità di ottenere due terzi dei voti per l'elezione del nuovo papa implica che le alleanze tra i vari gruppi saranno decisive. Figure come il cardinale Pietro Parolin sono considerate favorite tra i papabili, rappresentando una linea intermedia tra le diverse correnti.​ Il prossimo conclave non solo determinerà il successore di San Pietro, ma anche l'orientamento futuro della Chiesa cattolica, influenzando la sua posizione su temi sociali, dottrinali e pastorali. (di Paolo Martini) 



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