Tumori della testa e collo, studio 'con pembrolizumab -27% rischio recidiva o morte'
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(Adnkronos) - Nei pazienti con tumori della testa e del collo, l'immunoterapia con pembrolizumab, prima e dopo la chirurgia in aggiunta allo standard di cura, riduce del 27% il rischio di recidiva o morte rispetto allo standard di cura rappresentato dalla sola radioterapia (con o senza chemioterapia) successiva all'intervento. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 Keynote-689, presentati per la prima volta in sessione plenaria al Congresso 2025 dell'Aacr (American Association for Cancer Research) e selezionati per il programma ufficiale della conferenza stampa della società scientifica. Lo studio ha valutato pembrolizumab, terapia anti-PD-1 di Msd, come regime di trattamento perioperatorio per i pazienti con carcinoma squamoso di testa e collo localmente avanzato e resecato (La-Hnscc) di stadio III o IV-A. I risultati della prima analisi ad interim dello studio hanno mostrato che pembrolizumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi Efs (recidiva o morte).
"Nel 2024 in Italia sono stati stimati circa 6mila nuovi casi di tumori della testa e del collo - spiega Lisa Licitra, responsabile Oncologia medica 3 Tumori della testa e del collo della Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano - Possono interessare diverse sedi, fra cui il cavo orale, la faringe, la laringe. I principali fattori di rischio sono rappresentati dal fumo, dall'alcol e dall'infezione da Papillomavirus. L'immunoterapia rappresenta già lo standard di cura nella malattia metastatica. Alla luce dei dati dello studio Keynote-689, l'immunoterapia può cambiare la pratica clinica anche in stadi più precoci candidati ad intervento chirurgico. E' infatti il primo studio positivo, in oltre vent'anni, nei pazienti con carcinoma squamoso della testa e del collo localmente avanzato".
Questi risultati "sono significativi e rappresentano una svolta per questi pazienti e per i clinici - sottolinea la specialista - Siamo di fronte ad un nuovo regime terapeutico in grado di offrire la possibilità di ridurre il rischio di recidiva e progressione della malattia. L'aggiunta dell'immunoterapia con pembrolizumab alla chirurgia standard di cura e alla radio(chemio)terapia adiuvante ha portato alla riduzione significativa del rischio di eventi rispetto allo standard di cura. A questo si aggiunge che, grazie all'effetto della terapia preoperatoria con pembolizumab, si è osservata una riduzione del numero dei casi destinati a ricevere un trattamento postoperatorio a base di chemioradioterapia. Questo effetto di de-escalation del trattamento postoperatorio - chiarisce Licitra - è importante perché sappiamo avere un impatto sulle tossicità e, quindi, un impatto favorevole sulla qualità di vita dei pazienti".
Nel dettaglio - si legge in una nota - al follow-up mediano di 38,3 mesi (intervallo 9,0-66,5) il trattamento con pembrolizumab prima dell'intervento (neoadiuvante), poi in combinazione con la radioterapia standard di cura - Soc (con o senza cisplatino) dopo la chirurgia seguita dal solo pembrolizumab (adiuvante), ha ridotto il rischio di eventi (Efs) del 34% (Hr=0,66 [Ci 95%, 0,49-0,88]; p=.0022) nella popolazione Combined positive score (Cps) ≥10, del 30% (Hr=0,70 [Ci 95%, 0,55-0,89; p=.0014) nella popolazione con Cps ≥1 e del 27% (Hr=0,73 [Ci 95% 0,58-0,92]; p=.0041) nella popolazione Intent-to-treat (Itt), rispetto alla sola radioterapia adiuvante (con o senza cisplatino) nella popolazione Itt. Nella popolazione con Cps ≥10, la Efs mediana è risultata di 59,7 mesi nel gruppo pembrolizumab più Soc, standard of care, (CI 95% CI, 41,1-non raggiunto) rispetto a 26,9 mesi (CI 95%, 18,3-51,5) nel gruppo Soc. Nella popolazione con Cps ≥1, la Efs mediana è stata di 59,7 mesi (Ci 95% 37,9-non raggiunto) nel gruppo pembrolizumab più Soc rispetto a 29,6 mesi (Ci 95% 19,5-41,9) nel gruppo Soc. Nella popolazione Itt la Efs mediana è stata di 51,8 mesi (Ci 95% 37,5-non raggiunto) nel gruppo pembrolizumab più Soc rispetto a 30,4 mesi (Ci 95% 21,8-50,1) nel gruppo Soc. Il profilo di sicurezza di pembrolizumab è risultato coerente con quanto già osservato nei precedenti studi; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.
Lo studio ha anche evidenziato un miglioramento statisticamente significativo del tasso di risposta patologica maggiore, uno dei principali endpoint secondari, nei pazienti con Cps ≥10 , Cps ≥1 e nella popolazione Itt, rispetto alla sola radioterapia adiuvante. Una tendenza al miglioramento della sopravvivenza globale (Os), altro endpoint secondario, è stata osservata nella popolazione con Cps ≥10 (Hr=0,72 [Ci 95% 0,52-0,98]) al momento dell'analisi ad interim per il regime pembrolizumab più standard di cura rispetto al solo standard di cura. I risultati di Os non hanno raggiunto la significatività statistica alla data dell'analisi ad interim. A causa della gerarchia dei test statistici, non sono stati eseguiti test formali nelle popolazioni Cps ≥1 e Itt. La Os sarà valutata nella prossima analisi ad interim.
"Come dodicesimo studio positivo di pembrolizumab nei tumori di stadio precoce - dichiara Marjorie Green, vicepresidente senior e responsabile oncologia, sviluppo clinico globale, Msd Research Laboratories - i risultati di Keynote-689 testimoniano il nostro impegno nel rispondere a un’esigenza clinica non ancora soddisfatta. Questi straordinari risultati confermano il potenziale di questo regime di cambiare il panorama di cura per determinati pazienti che affrontano questa difficile malattia. Stiamo collaborando con la Fda", l'Agenzia americana del farmaco, "e con le autorità globali per poter offrire questa nuova opzione ai pazienti il più presto possibile". E' al momento in fase di revisione prioritaria da parte della Food and Drug Administration una ulteriore richiesta di autorizzazione biologica di pembrolizumab sulla base dei dati dello studio Keynote-689, con data di entrata in vigore del Prescription Drug User Fee Act, o azione mirata, il 23 giugno 2025. Pembrolizumab è attualmente approvato come monoterapia e in regimi di combinazione per pazienti selezionati con Hnscc metastatico o localmente avanzato non resecabile negli Stati Uniti, Europa, Cina, Giappone e in altri Paesi.