Stato di Palestina, Francia e altri 14 Paesi chiedono riconoscimento
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(Adnkronos) - La Francia e altre 14 nazioni hanno invitato i Paesi di tutto il mondo a impegnarsi per riconoscere lo Stato di Palestina. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, dopo la conferenza di New York volta a rilanciare la soluzione dei due Stati per Israele e i palestinesi.
"A New York, insieme ad altri 14 Paesi, la Francia lancia un appello collettivo: esprimiamo la nostra volontà di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo coloro che non l'hanno ancora fatto a unirsi a noi", ha scritto Barrot sul social.
Ieri il semaforo verde del Regno Unito. Il premier britannico Keir Starmer, durante la riunione del gabinetto del suo governo, ha annunciato che riconoscerà lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla "terribile situazione" a Gaza.
"Starmer premia il terrorismo mostruoso di Hamas e punisce le sue vittime". Così Benjamin Netanyahu. Il riconoscimento dello Stato palestinese si rivelerebbe minaccia non solo per la sicurezza di Israele ma anche del Regno Unito. "Uno stato jihadista oggi al confine con Israele domani minaccerà la Gran Bretagna - ha affermato - l'appeasement verso i terroristi jihadisti ha sempre fallito".
"Mai discusso". Donald Trump afferma di non aver parlato dell'argomento con Starmer nell'incontro in Scozia. Pur rifiutandosi di criticare la mossa di Starmer, il presidente Usa ha poi ribadito di avere una posizione diversa: "Se fai una cosa del genere veramente ricompensi Hamas, io non lo farò", ha detto.
Andrebbero letti come un tentativo di fare pressioni su Hamas, affinché torni ai negoziati ormai in stallo e accetti un accordo, i presunti piani israeliani che, secondo le rivelazioni dei giorni scorsi dei media locali, prevederebbero l'annessione di aree della Striscia di Gaza se il gruppo non dovesse accettare un'intesa. Lo scrive il giornale israeliano Haaretz, che cita un ministro israeliano secondo il quale "non si tratta di qualcosa che sta per accadere".
"E' un atto disperato per convincere il gruppo ad accettare l'accordo provvisorio che il premier Benjamin Netanyahu vuole raggiungere", scrive il giornale, che in un'analisi titola "I ministri di Netanyahu insistono: l'annessione israeliana di Gaza non è sul tavolo".
"Ritengo sia molto difficile vederlo concretizzarsi", ha commentato anche un esponente di spicco della coalizione. "Stiamo cercando di minacciare Hamas, con quello che dovrebbe fare più male, il territorio", ha aggiunto la fonte citata da Hareetz. Secondo il giornale, l'idea andrebbe quindi letta come tattica, più che come strategia per placare Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, contrari a un accordo per un cessate il fuoco, o essere indicativa di un'intenzione reale.