Sostenibilità, dal clima alla salute: il ruolo delle mense scolastiche

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Sostenibilità, dal clima alla salute: il ruolo delle mense scolasticheSostenibilità, dal clima alla salute: il ruolo delle mense scolastiche

(Adnkronos) - La mensa scolastica si conferma baluardo quotidiano di salute e giustizia sociale. È quanto emerge dai dati della Fondazione Ecosistemi, partner scientifico del progetto europeo SchoolFood4Change (Sf4C) che ha analizzato il ruolo delle mense in 12 Paesi e 19 regioni europee, con un focus particolare sull’Italia e sulle città di Roma, Milano e Nuoro. Secondo questo studio, l'adozione di ingredienti stagionali nelle mense scolastiche, come previsto dai Criteri Ambientali Minimi (Cam), può portare a significative riduzioni delle emissioni di CO2. Ad esempio, grazie all’applicazione dei Cam si stima che una città come Roma risparmi circa 2mila tonnellate di CO2 all'anno grazie all'utilizzo di prodotti stagionali, mentre l’adozione di alimenti biologici consente una riduzione di ulteriori 21mila tonnellate. 

Le mense scolastiche, se ben progettate, possono fornire un pasto sano, equilibrato e sostenibile ogni giorno, contribuendo a contrastare malattie croniche come obesità, diabete e disturbi cardiovascolari sin dall’infanzia. Nel progetto Sf4C, città come Malmö (Svezia) dimostrano che un’elevata qualità è possibile: pasti gratuiti per tutti, 89% degli ingredienti biologici e un’impronta di CO2 fortemente ridotta grazie all’incremento di piatti vegetali. Anche Tallinn (Estonia) offre un pasto caldo gratuito per ogni studente, coperto interamente da Stato e Comune. All’opposto, in Paesi come Belgio e Ungheria, il servizio mensa è lasciato alla discrezionalità delle singole scuole, generando forti disparità di accesso e qualità.  

L’Italia si distingue in Europa per l’obbligatorietà dei Cam nella ristorazione pubblica - come per tutte le gare di appalto pubbliche - un unicum normativo che rende vincolanti criteri minimi di sostenibilità ambientale e qualità nutrizionale. Tali criteri stabiliscono, tra l’altro, che almeno il 50% di frutta, verdura, legumi e cereali serviti debba essere biologico e di stagione. Un obbligo che ha reso il modello italiano un riferimento internazionale. Per questo le mense scolastiche sono uno strumento essenziale contro la povertà alimentare, soprattutto per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, i cui pasti a scuola possono rappresentare l’unica fonte giornaliera di frutta, verdura e proteine di qualità.  

Il progetto Sf4C, attraverso l’analisi ambientale e nutrizionale delle mense italiane, ha rilevato punti di forza significativi: porzioni abbondanti e varie di frutta e verdura di stagione, un buon apporto di carboidrati e proteine. In questo contesto, alcune città italiane hanno costruito modelli di riferimento, capaci di coniugare eccellenza nutrizionale, impatto ambientale ridotto e accessibilità sociale. Tuttavia, essendo la refezione scolastica gestita a livello comunale, esiste una forte eterogeneità nei modelli organizzativi, nella qualità dei menu, nell’accesso e nella sostenibilità. 

La Capitale, con oltre 145mila pasti serviti al giorno, è uno dei casi più significativi a livello europeo. Il Comune ha introdotto un 'menù green' completamente vegetale una volta al mese, in linea con le Linee guida per la ristorazione scolastica e con i Cam. Secondo la Fondazione Ecosistemi, se Roma estendesse il menù vegetale a due volte al mese, si arriverebbe a una riduzione di 130mila tonnellate di CO2 all’anno: circa 4 kg di emissioni evitate per ogni pasto servito. Non solo. Grazie all’utilizzo sistematico di prodotti di stagione, si stima un risparmio annuo di 2mila tonnellate di CO2, mentre l’uso di ingredienti biologici certificati permette di evitare altre 21mila tonnellate di emissioni climalteranti. Un impegno ambientale che si unisce a quello educativo: le scuole romane partecipano sempre più a percorsi didattici sull’alimentazione consapevole, con laboratori su biodiversità, spreco alimentare e dieta mediterranea.  

Nel capoluogo lombardo, Milano Ristorazione, società in-house del Comune, serve ogni giorno oltre 83mila pasti, con un’offerta nutrizionalmente equilibrata e ambientalmente sostenibile. I menù sono stagionali, con elevata presenza di prodotti biologici e a filiera corta, e prevedono opzioni vegetariane e vegane giornaliere, senza bisogno di certificazione medica. La trasparenza è uno dei punti di forza: gli ingredienti sono tracciabili, i fornitori selezionati secondo criteri ambientali e sociali, e le famiglie sono coinvolte nel monitoraggio. L’adesione al programma internazionale Cool Food Pledge ha portato Milano a ridurre del 34% le emissioni legate ai pasti scolastici tra il 2015 e il 2022, secondo il World Resources Institute. Oltre alla qualità del cibo, il servizio promuove stili di vita sostenibili: stoviglie riutilizzabili, riduzione degli sprechi, lotta al packaging in plastica.  

Anche in territori meno urbanizzati come Nuoro, la mensa può diventare un volano per la filiera agroalimentare locale e per il benessere dei bambini. In Sardegna, il Comune di Nuoro gestisce la preparazione dei pasti in cucine interne ai nidi, con distribuzione alle scuole primarie. Il menù è attento alla stagionalità, include prodotti tipici Dop/Igp, valorizza la filiera corta e rispetta le esigenze nutrizionali infantili. Dai dati analizzati da SchoolFood4Change, emerge un’offerta equilibrata in termini di frutta, verdura e carboidrati, ma con un apporto di carne superiore rispetto alle raccomandazioni internazionali. Un eccesso che potrebbe essere corretto con maggiore integrazione di proteine vegetali, senza sacrificare gusto o tradizione. Anche qui, la mensa non è solo cibo, ma strumento educativo e culturale, capace di riconnettere i bambini al territorio e alle proprie radici alimentari. 

“La mensa scolastica non è un lusso, ma un diritto fondamentale e un investimento strategico - sottolinea Sabina Nicolella, responsabile progetti e relazioni internazionali di Fondazione Ecosistemi - Può ridurre le disuguaglianze, migliorare la salute pubblica, stimolare economie locali sostenibili e contribuire alla transizione ecologica. L’Italia, con le esperienze di Roma, Milano e Nuoro, dimostra che un sistema pubblico efficiente, sano e sostenibile è possibile. Ora è il momento di estendere queste buone pratiche a tutto il territorio nazionale ed europeo. Serve una strategia europea vincolante che imponga standard minimi su qualità, sostenibilità, accesso e trasparenza. Ogni bambino d’Europa ha diritto a un pasto che non solo lo nutra, ma lo rispetti come persona e come cittadino del pianeta”. 



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